ROMA - A poco meno di una settimana dalle assemblee paese che hanno eletto 43 nuovi consiglieri, ma ancora lontani dalla proclamazione e dall’insediamento del nuovo Cgie, il Consiglio generale degli italiani all’estero è tornato a riunirsi online per l’ultima plenaria della quarta consiliatura.

Presieduti dal segretario generale Michele Schiavone, ai lavori ha preso parte il Direttore generale per gli italiani all’estero Luigi Vignali. Al centro del dibattito, le elezioni del 9 maggio e un bilancio di quanto fatto negli ultimi 6 anni. Durante le assemblee Paese, ha ricordato Schiavone, sono stati eletti 43 consiglieri, cui si aggiungeranno i 20 di nomina governativa. Giunto al suo 30° anniversario, il Cgie - che “qui con noi chiude la sua quarta consiliatura”, ha ricordato Schiavone – per i prossimi 5 anni sarà composto, per la parte elettiva da 10 donne e 33 uomini. 19 i consiglieri rieletti, 24 i nuovi, con 3 membri che tornano dopo aver saltato un mandato. Nel dettaglio, i Paesi dell’area anglofona extra Ue ha confermato i 4 consiglieri uscenti; il Sud America ne ha confermati 7; in Europa le conferme sono state 7 su 24. Al termine della consiliatura, è necessario “fare una riflessione sull’esito elettorale, sulle procedure e modalità utilizzate per rinnovare sia i Comites che il Cgie”, ha precisato il segretario generale, visto che “mai come in questa tornata ci sono stati ricorsi, alcuni ancora in corso di fronte al Tar”. L’ultimo, in ordine di tempo, riguarda la Spagna, ha riferito Schiavone, che ha detto di aver ricevuto “decine di comunicazioni e segnalazioni” da diversi Paesi. Occorre, quindi, “dare maggiore certezza anche a questo voto”. Da lunedì in “vera prorogatio”, il Cgie continuerà a lavorare e ad incontrarsi online – svolgendo l’ordinaria amministrazione - fino all’insediamento del nuovo Consiglio che, come ha confermato Vignali, non avverrà tanto presto, ma, nella previsione più realistica, solo in autunno. Il Direttore generale ha iniziato il suo intervento ringraziando i consiglieri per quanto fatto e per la collaborazione con la Farnesina e la Dgit, sottolineando in particolare “l’impegno ad andare avanti nonostante tutto” e “la pervicacia con cui avete portato avanti il progetto della conferenza stato regioni cgie”, ma anche incontri importanti come il Seminario di Palermo, “che spero di riproporre nella prossima consiliatura”, quello sul ruolo delle donne o l’incontro di Matera, senza dimenticare il “ruolo di coordinamento della rete dei Comites”. Quanto a Schiavone “rappresenta un esempio infaticabile per la dedizione al ruolo che ha interpretato, nonostante in alcuni momenti fosse provato sia fisicamente che emotivamente”, ha detto Vignali. Dedizione riconosciuta anche a Silvana mangione “un soldato per la causa degli italiani all’estero”. “Mi sono fatto raccontare cos’era il Cgie prima di voi e tutti mi hanno detto che c’erano meno concretezza, meno progetti e capacità di aprirsi verso gli altri”, ha aggiunto citando gli accordi con l’Enit o i progetti con Cnel e Rai. Nell’attesa di riprendere il cammino con i nuovi consiglieri, Vignali ha osservato che “Maeci e Cgie sono naturalmente alleati, la Dgit in particolare. Dunque ci deve essere confronto non contrapposizione”. Sulla riforma dei due organismi “sono più convinto di voi che tutto il meccanismo vada riformato. Avete visto quante difficoltà e storture ancora ci sono”. Tornando al nuovo Cgie, si completerà solo con i 20 membri di nomina governativa: “partite le lettere con richieste di designazione, stanno arrivando le risposte. Ci sarà una scelta politica che cercherà di orientare le nomine nei termini di rappresentatività”, garantendo ad esempio un consigliere all’Africa e, più in generale, “una pluralità più larga possibile”. I tempi, ha confermato, “non saranno brevissimi. Spero che la prima plenaria in presenza si possa tenere a settembre. O comunque in autunno. Nel frattempo si può riunire il Comitato di presidenza e potrete convocare online riunioni su temi specifici”. È quindi iniziato un ampio dibattito cui hanno preso parte diversi consiglieri, tutti d’accordo nel riconoscere il grande lavoro di Schiavone, l’importanza dell’interlocuzione con la Dgit, ma anche la necessità della riforma. Collevecchio (Venezuela) ha tenuto a sottolineare l’importanza della vicinanza del Cgie agli italiani del Venezuela che finalmente “da un anno a questa parte hanno servizi consolari di prim’ordine” che “garantiscono assistenza a tutti i connazionali bisognosi”. Secondo Prodi (Francia) le assemblee paese vanno cambiate, soprattutto dando più tempo agli elettori di conoscere i candidati e i loro programmi. “C’è molto entusiasmo, ma c’è bisogno anche di più conoscenza su cosa sia il Cgie”, ha osservato la consigliera, auspicando tempistiche più consone anche per l’elezione degli organi interni al nuovo Consiglio. Ultimo consigliere eletto a rappresentare il Sud Africa – da quest’anno escluso dal Cgie - Pinna dopo i ringraziamenti ha informato i colleghi che sta per nascere una confederazione che raggruppa 35 tra associazioni, club, enti, cci e Dante Alighieri “per fare quadrato e aiutarci da soli”. Dal Belgio, il consigliere Marzo ha prima chiesto a Vignali cosa succederebbe ai consiglieri eletti se il Tar accogliesse i ricorsi presentati, e poi evidenziato l’importanza di aggiornare l’albo delle associazioni – da cui vengono scelti gli elettori dell’assemblea paese – più spesso, perché “nelle nomine dei rappresentanti non tutto è andato come doveva”. Vice segretario per l’America Latina, Gazzola (Argentina) ha ringraziato i colleghi “per lo spirito di unità” che ha animato i lavori della continentale. “Non veniamo al Cgie per contrapporci a nessuno, ma per costruire un vero e proprio sistema italiano nel mondo”. Quanto alle assemblee, “da qualcuno c’è stato un eccesso di zelo nella loro gestione; sono private, ma non segrete. A cinque giorni dal voto le ambasciate ancora non dicono come sono andate”. Si potrebbero “almeno dare i risultati provvisori…non sono stati eletti membri di una loggia massonica”. Papandrea (Australia) ha chiesto più rigore nel rispetto delle scadenze per la nomina dei membri “governativi” e di risollevare la commissione anglofona “distrutta dall’interno del Ministero 7 anni fa” e ora composta da soli 4 consiglieri. Da rivedere gli albi delle associazioni che, ha denunciato, in alcuni casi sono gestiti con una visione troppo personalistica dai consolati. Secondo Brullo (Germania) le politiche per gli italiani all’estero dovrebbero essere gestite dalla Presidenza del Consiglio, non dalla Farnesina, mentre per Mancuso (Germania) bisogna pensare a rappresentare nel Cgie anche le comunità escluse magari “associandole al Paese vicino”. Tra i meriti del Cgie uscente, per Billè (Uk) c’è stato il lavoro di assistenza alle istituzioni sui rimpatri dei connazionali ad inizio pandemia e il supporto agli italiani nel Regno Unito alle prese con la Brexit. Le assemblea paese “sono l’ultimo passaggio di una procedura elettorale viziata sin dai Comites”, ha concluso riferendosi alla inversione dell’opzione. “Più trasparenza” delle assemblee è stata richiesta anche da Alciati (Brasile) secondo cui “nella riforma si potrebbe valutare l’elezione diretta del Cgie insieme ai Comites”. Quanto ai temi su cui concentrarsi, la consigliera ha indicato quello della naturalizzazione, anche alla luce della pronuncia della cassazione attesa il 12 luglio. Per la vice segretario per i paesi anglofoni Mangione (Usa) bisogna trovare una soluzione alla mancata rappresentanza dell’Africa, ma anche dell’Asia così come del Centro America, che dal 2003 non è più nel Cgie. “Bisogna dire ad alta voce che la tabella che distribuisce i consiglieri è prerogativa unica del presidente del Cgie, cioè del Ministro degli esteri, che non è intervenuto a sanare lo sciagurato decreto che ha legato il numero dei consiglieri solo al dato Aire. C’è altro”, ha ribadito, “come essere un Paese membro del G7 o del G20”. Tra i prossimi incontri tematici uno dovrebbe riguardare le proposte di riforma presentate alla Camera, una a firma Nissoli, l’altra Quartapelle: “riesaminiamo le proposte di legge per attualizzarle e fare pressioni alle Camere perché passino prima della fine legislatura”, ha concluso. Intervenuto dal Cile, Gargiulo si è concentrato sulla situazione nel suo Paese: “dopo un paio di anni scollegati, sia Comites che Cgie hanno ridato vita alle associazioni”. Si è detto preoccupato, però, per la sua rielezione, poiché era praticamente candidato unico al Cgie. “Dobbiamo potenziare i Comites e visitare le associazioni, facendole diventare soggetti di congiunzione tra comunità e istituzioni”. Questo periodo infatti è stato necessario “capire come prendere contatti, anche con l’associazionismo storico dell’emigrazione italiana”. Per Lodetti (Italia) questione centrale è che mentre prima “la politica era parte dell’esperienza migratoria, la conosceva perché l’aveva vissuta”, ora “non è più così”. Quindi un obiettivo del Consiglio deve continuare ad essere “quello di rinnovare il rapporto con le istituzioni per incidere sul fronte politico e far conoscere gli italiani all’estero”. Anche se in prorogatio “dobbiamo riunirci per tenere alta l’attenzione sui temi che ci riguardano”. Stabile (Spagna) ha lodato l’ambasciata per come ha gestito l’assemblea paese, riconoscendo, come altri colleghi, che occorre dare più tempo ai candidati per farsi conoscere. “Spero che i prossimi consiglieri Cgie possano poter conoscere i candidati agli organi interni con congruo anticipo”. Nel nuovo consiglio “auspico più pluralismo, con logiche diverse, con meno sofismo e più entusiasmo da riversare anche sui Comites”. Secondo Da Costa (Svizzera) quanto proposto da Mangione circa il passaggio della riforma in Parlamento è irrealizzabile perché “mancano sia i tempi tecnici che la volontà politica”. Il nuovo consiglio “affronti subito questo tema, usi il tempo che passerà fino alla nuova Legislatura per prendere fiato e avviare una discussione seria sulla rappresentanza di 6 milioni di italiani all’estero”. Cittadini che compongono una “realtà complessa, che non può essere trattata a compartimenti stagni, né affrontata in modo tecnico, ma politico”. “Più trasparenza e comunicazione” sono stati richiesti da Putrino (Svizzera) secondo cui il tema “centrale” deve essere “riportare la collettività italiana all’estero a votare”. Magotti (Italia) ha ricordato le chiusure delle scuole italiane all’estero e la necessità che le forze politiche “prestino molta più attenzione ai giovani che vanno all’estero”, mentre secondo Di Troilo (Canada) occorre rivedere la distribuzione dei consiglieri per aree e Paesi. Chiamato in causa da Marzo sui ricorsi, il Dg Vignali ha spiegato che verrà valutato caso per caso, una volta ottenuta la pronuncia del Tar. Tante le variabili che potrebbero evitare la riconvocazione di un’assemblea paese (voti di scarto, consiglieri coinvolti, oggetto del contendere). Il Direttore generale ha preso nota della necessità di rivedere la circolare del 2013 sull’albo consolare delle associazioni e ricordato che la distribuzione dei consiglieri eletti è stabilita dalla legge. Così come è la legge a dire che le assemblee paese sono chiuse al pubblico: “non sono logge massoniche, ma ho voluto proteggere il voto dal rischio dei ricorsi”, ha detto Vignali rispondendo a Gazzola. Quanto alla riforma “il Maeci non l’ha distrutta, l’ha anche condivisa, è il Parlamento che l’ha tenuta nel cassetto”, ha precisato Vignali che a Brullo ha replicato sostenendo che “il passaggio alla presidenza del consiglio potrebbe essere un errore, perché chi vi conosce bene, chi vi segue, è la Farnesina e la Dgit in particolare”. Chiudendo i lavori, Schiavone ha assicurato che “questo non è il nostro ultimo incontro, lavoreremo per farci conoscere e far conoscere i nostri progetti”, primo in ordine di tempo uno studio sul voto all’estero. “Abbiamo messo in rilievo le criticità sulla partecipazione; ragionato sulla riforma della rappresentanza per tre anni; gestito con Comites, associazioni e patronati la situazione emergenziale per il covid; io ho l’emigrazione nel dna, ma l’impegno è stato di tutti i consiglieri, sempre all’altezza della situazione”, ha detto Schiavone ringraziando i colleghi che ne avevano lodato la dedizione. “Possiamo essere fieri dei nostri risultati”, ma “resta parecchio da fare. Non chiudiamo i battenti, il prossimo Cgie farà tesoro dell’esperienza fin qui maturata, anche dai consiglieri che non ne faranno più parte”. Ringraziata la segreteria, Nobili e Cavalcaselle, Schiavone ha concluso: “vi ringrazio per la vicinanza, è stata un’esperienza straordinaria. Per aspera ad astra, dicevano i latini: siamo partiti per rinnovare un organismo bloccato, gli abbiamo dato dignità e rappresentatività, ed è merito di tutti, del Cgie e dei Comites che abbiamo coinvolto”. (m.cipollone\aise 14/04/2022)