Ritengo che l’abrogazione a partire dal 1° marzo 2022 delle prestazioni familiari per figli a carico (ANF e detrazioni) di cui beneficiavano gli italiani residenti all’estero sia stato un grave errore politico, economico e soprattutto umano.
Per questa ragione, continuo a chiedere il ripristino di tali benefici fiscali e previdenziali a favore dei nostri connazionali, che purtroppo – giova sottolineare - avendo la residenza all’estero non potranno richiedere l’Assegno unico universale (la prestazione è infatti subordinata alla residenza in Italia). In occasione del decreto “Aiuti”, attualmente all’esame della Commissione Bilancio, ho presentato tre emendamenti. Con un emendamento chiedo che ai dipendenti a contratto in servizio presso la rete estera del MAECI siano ripristinate le detrazioni per figli “under 21” a carico che erano state soppresse a partire dal 1° marzo u.s. Con gli altri due emendamenti chiedo di riattivare – solo per gli italiani residenti all’estero i quali non possono beneficiare dell’Assegno unico universale – il pagamento degli assegni familiari per figli a carico a cui hanno diritto e la possibilità di continuare a usufruire delle detrazioni per figli a carico sui loro stipendi o sulle loro pensioni. Si tratta di lavoratori e pensionati il cui reddito è (o è stato) prodotto in Italia e che per questo motivo (per la maggior parte dei casi) pagano le tasse in Italia. Sono insomma contribuenti fiscali italiani a tutti gli effetti anche se vivono all’estero e devono essere quindi protetti da ingiuste discriminazioni fiscali e previdenziali.