Fra gli eletti all'estero intervenuti alla presentazione del Rapporto Italiani all'estero, il Prof. TONI RICCIARDI (PD/Estero) che si è soffermato su alcuni argomenti al centro del dibattito sull'emigrazione italiana all'estero, ma non solo. Da Ricciardi, innanzitutto, l'invito ad "uscire dal ghetto"
"Dobbiamo essere percepiti come la ventunesima regione: se bisogna affrontare le questioni fiscali, lo si fa nelle commissioni preposte; se bisogna affrontare le questioni dell'assistenza, dell'istruzione, della rappresentanza lo si fa nelle commissioni preposte ed ancor più nelle commissioni ad hoc. Ritengo necessario dare un peso specifico diverso a questa 21esima regione. Se noi affrontiamo delle misure che riguardano le comunità che vivono all'estero, a specchio devono avere delle ricadute nei territori. Quanto alle potenzialità' dello smart working citato come strumento fondamentale per il rientro in Italia, mantenendo il proprio lavoro all'estero il deputato eletto dalla Circoscrizione Estero ha fatto presente "Oggi non abbiamo leggi che consentano di operare in questa nuova modalità in maniera regolare, a partire dalla mancanza di regole fiscali, che ad oggi penalizzano tale scelta . In buona sostanza "Serve la definizione di un nuovo assetto normativo che si adatti alle esigenze delle singole realtà produttive e di una piattaforma di diritti e tutele comune a tutti i lavoratori. Duenque, rispetto a questa questione dobbiamo trovare soluzioni, per aiutare anche i processi di sopravvivenza di tante piccole realtà del Paese. Circa il turismo delle radici , per Ricciardi è una sorta di rimborso postumo alla provincia italiana perché la migrazione da questo Paese è stata soprattutto migrazione della provincia e l'entroterra non è solo una questione meridionale, ma tocca le aree interne del nord e del sud. Sul fronte della rappresentanza "abbiamo bisogno di molte riforme della rappresentanza: servono risorse. Dovremmo trasformare i Comites (Comitati per gli italiani all'estero) in una sorta di consigli comunali: se diamo ai Comites una funzione politica e di rappresentanza, mettendoci anche delle risorse, riusciremo a fare passi avanti. Infine, l'immigrazione, l'altra faccia della medaglia: stigmatizza Ricciardi: "Chi vuole entrare regolarmente in Italia non ha la possibilità di farlo. D'altra parte, "siamo un Paese che discute di problemi migratori, ma che è ancora fermo alla Bossi-Fini. Sul fronte della concretezza, però ci si deve rendere conto che "la migrazione è percezione", ovvero "in Europa esiste una forte discrepanza tra quanto percepito dalle persone e i dati reali. Purtroppo quelli proposti all'opinione pubblica sono spesso ingannevoli e soggetti a strumentalizzazioni. Servirebbe ben altro. Servirebbe affrontare il problema in modo serio, a partire dalla non piu' rinviabile revisione della Bossi-Fini fino all'approvazione dello Ius-culturae.
L'on.ANDREA DI GIUSEPPE (Fratelli d’Italia), eletto ripartizione Nord e Centro America, Presidente di Comites e dell'Intercomites, è partito dalla piena conoscenza dei Comitati per sottolineare l'esigenza di semplificare i complessi passaggi burocratici per l'elezioni dei Comites, al di là dell'impegno che a ciascuno di noi viene richiesto. Per Di Giuseppe, gli eletti all'estero hanno due responsabilità': "un programma politico nazionale ed un programma politico locale, a differenza dei colleghi eletti in Italia. E questa è un'opportunità veramente unica perché gli italiani all'estero rappresentano un ponte che può creare i presupposti perché gli italiani non vadano più' via dall'Italia per raggiungere le loro esigenze ma solo per crescita personale. E, d'all'altra parte, cercare di rendere sempre più rilevanti gli italiani all'estero per la società' italiana e per il sistema Italia, qualora, naturalmente, venissero giustamente indirizzati e coinvolti, significherebbe usufruire di un grado di internazionalizzazione che in Italia non c'è." Altro elemento importante, citato dall'esponente di Fratelli d'Italia, e collegato anche al voto all'estero, la mancata iscrizione di molti italiani all'estero all'AIRE. Bisogna far si’ che si iscrivano”, ha concluso il neo parlamentare. Decisamente sintetico l'intervento dell'on.
CHRISTIAN DI SANZO (deputato Pd eletto nella ripartizione Nord e Centro America e pres. del Comites di Houston, ) che ha sottolineato l'importanza che il Rapporto ha avuto nel suo personale impegno ed attività nell'ambito della comunità italiana. "Una sorta di guida per quanti sono impegnati sulla realtà dell'emigrazione italiana che permette di seguirne anno per anno la sua evoluzione, avendo dedicato questo anni ai Comites. Organismi che Di Sanso ha definito "una bellissima idea da rivitalizzare" attraverso una riflessione comune per comprendere come si vogliano proiettarli per il futuro, a partire dall'utilizzo dei social, giacché la comunicazione è fondamentale, come ha rilevato lo stesso Direttore Generale Vignali, segnalando alcune iniziative già in essere.
FABIO PORTA (deputato Pd eletto nella ripartizione America Meridionale)
ha sottolineato come dal Rapporto emerga la ricchezza e la straordinarietà di una collettività che aumenta in quantità di anno in anno ma si afferma anche dal punto di vista qualitativo. Ed è bello riscoprire anche questa forte unità che esiste nella storia dell'emigrazione tra il vissuto dei nostri emigrati e le vicende sempre attuali degli immigrati. Un impegno che vorrei, insieme ai miei colleghi, eletti all'estero che sono qualificati, e determinati, riprendere anche in Parlamento, perché credo che noi dobbiamo essere anche rappresentanti non soltanto degli italiani all'estero ma anche della mobilità delle migrazioni e portare questa storia, questa cultura - a partire dall'insegnamento nelle scuole italiane - che dovrebbe a livello trasversale essere insegnata con la geografia, la storia, l'economia perché è storia di tutti. E di questa storia anche il museo emigrazione italiana deve diventare parte attiva. Porta è intervenuto anche sul tema della rappresentanza degli italiani all'estero. " Oggi, con la riduzione drastica dei parlamentari anche per gli italiani all'estero, tale riduzione risulta in netta controtendenza rispetto al raddoppio degli elettori all'estero avvenuto tra il 2006 ed il 2022. E, dunque, tale elemento, al di là dell'imperativo che ci induce ad essere incisivi in ambito parlamentare, credo ci debba obbligare a mettere in primo piano il tema della rappresentanza per la sperequazione che esiste nel rapporto con le comunità' all'estero nelle quattro ripartizioni e c'è un problema nella messa in sicurezza del voto. Ma che fa sì che ci sia anche una sperequazione che si collega anche alle politiche degli italiani all'estero, al rapporto fra comunità all'estero ed istituzioni italiane, ecc... Quindi al di là della rappresentanza politica ma va ad incidere sul nostro vissuto. Su questi temi, compreso quello avanzato dal Direttore Generale Vignali, sull'intermodalita' del voto all'estero non soltanto per una questione di costi ma di sicurezza, di serietà' e credibilità delle politiche per gli italiani all'estero.(08/11/2022-ITL/ITNET)