Leggiamo ogni giorno le imprese del Governo in carica, la sua proiezione nazionale, il vantato legame con gli USA, la fedeltà dichiarata alla NATO – forse un po’ meno all’Unione Europea – ma non sentiamo una parola né leggiamo uno scritto sugli italiani all’estero.

Attraverso Alleanza Nazionale, Fratelli d’Italia discende in linea retta, dal Movimento Sociale Italiano di Almirante, maestro in tutto e per tutto dell’attuale Presidente del Consiglio, On. Giorgia Meloni. La linea politica del MSI ha sempre contenuto un grande rilievo dato agli emigrati di allora, associati anche nei Comitati Tricolori degli Italiani nel Mondo, creati da Mirko Tremaglia, che aveva fatto degli italiani all’estero il suo amore e la sua bandiera. I 6 milioni e mezzo di cittadini registrati all’AIRE – Anagrafe degli Italiani Residenti all’Estero, istituita con legge 27 ottobre 1988, n.470 – più almeno un milione di non iscritti e 150 milioni di italo discendenti, di qualunque fede politica siano che, in questo, il nuovo Governo avrebbe avuto un occhio di particolare attenzione. Agli incontri annuali convocati dalle Ambasciate con i Consoli, i Consiglieri del CGIE e i Presidenti dei Com.It.Es., cui sono invitati i parlamentari eletti nelle rispettive circoscrizioni, si è sollevato il coro comune delle richieste. Poche, semplici, che non costano molto, ma che rendono, attraverso i nostri contributi, cifre che mantengono in equilibrio o addirittura in positivo la bilancia dei pagamenti italiana. Nel 1988, la legge che indiceva la II Conferenza Nazionale dell’Emigrazione inseriva fra i temi da discutere: “La valorizzazione del ruolo e dell’influenza economico-culturale che le comunità italiane all’estero hanno nelle società d’accoglimento e dell’apporto che può venirne alla comunità nazionale anche nei riflessi di carattere economico”. Chiedemmo, allora, al Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro di fare un calcolo di quell’apporto e della percentuale di quell’ammontare che veniva spesa dallo Stato per gli italiani fuori d’Italia. La somma del nostro contributo comprendeva le rimesse, il mercato diretto dei prodotti italiani, il mercato indiretto della italianizzazione di gusti e abitudini nei Paesi di residenza, le esportazioni, il turismo e l’imprenditoria chiavi in mano. Il gran totale per il triennio 1986 – 1988 era di 69.000 miliardi di lire, a fronte dei quali la Farnesina spendeva 26,7 miliardi, vale a dire lo 0, 00043% del nostro sostegno economico, mentre la legge di bilancio destinava ai provvedimenti a favore delle nostre comunità poco più dello 0,02%. Attraverso un accordo di collaborazione con il Consiglio Generale degli Italiani all’Estero, il CNEL dovrebbe replicare la stessa analisi per quanto riguarda il quadro attuale. Mi azzardo a dire che saremmo quasi lieti di avere ancora almeno quelle cifre nelle leggi finanziarie attuali. In realtà non chiediamo molto. È necessario garantire la puntualità nell’erogazione dei servizi consolari, anche attraverso la messa a regime del personale diplomatico e amministrativo, consentendo la ritenuta in loco di una maggiore percentuale delle percezioni consolari. Bisogna proteggere pensioni e assistenza diretta e indiretta alle fasce più deboli e anziane delle comunità. È urgentissimo capire che il principale volano del Sistema Italia è costituito dall’investimento nelle assegnazioni ai giornali e ai media per gli italiani all’estero, unito alla promozione dell’insegnamento di lingua e cultura, insieme allo snellimento di procedure bizantine che ne impediscono la fioritura. Prima di tutto, però, bisogna ristabilire il rapporto di reciproco rispetto e collaborazione paritaria fra l’Italia e i suoi figli fuori dai confini, soprattutto rafforzando il dialogo fra le rappresentanze ufficiali della Repubblica e le rappresentanze elettive e associative delle comunità, il che non succede ovunque in giro per il mondo. Recentemente si sono verificate due cose che ci fanno ben sperare. La prima è la nomina dell’Ambasciatore Francesco Genuardi a Capo di Gabinetto del Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale (nonché Vice Presidente del Consiglio dei Ministri), On. Antonio Tajani. Nei suoi ultimi incarichi, Genuardi è stato Console Generale a New York e Ambasciatore d’Italia in Belgio. In ambedue le posizioni ha mantenuto uno stretto contatto di presenza, dialogo, coinvolgimento e consultazione con le collettività locali e, appunto, “ne ha valorizzato il contributo”. I compiti del Ministro Tajani sono molti e non facili, specie in questo momento storico di criticità in Europa e nel mondo. Ma siamo certi che l’Ambasciatore Genuardi saprà mettere concretamente a disposizione del Ministro la sua conoscenza capillare di tutti noi, del nostro apporto e delle nostre esigenze, sollecitando gli interventi irrinviabili e una maggiore apertura da parte della rete diplomatico–consolare. L’altro avvenimento che ci riguarda direttamente è la doppia elezione, prima al Senato poi alla Presidenza della 4a Commissione Permanente, Politiche dell’Unione Europea, di Giuliomaria Terzi di Sant’Agata, che ha percorso una fulgida carriera diplomatica, ed è stato, fra l’altro, Rappresentante permanente della Missione italiana alle Nazioni Unite, quindi Ambasciatore d’Italia negli Stati Uniti, poi Ministro degli Esteri con il Governo Monti dal novembre 2011 al marzo 2013. Ricordiamo tutti che rassegnò le dimissioni, per una questione di principio, nel corso di una riunione parlamentare in cui si stava discutendo del rinvio dei due marò in India, dove erano accusati di omicidio, prima che l’UNCLOS, vale a dire la Convenzione ONU sulla legge del mare, decidesse un eventuale non luogo a procedere. Come Ambasciatore in USA, Terzi si impegnò anche nella diffusione dell’insegnamento della nostra lingua, creando l’Osservatorio nazionale per la lingua italiana, ancora operativo, formato da Consoli, Dirigenti scolastici, Consiglieri del CGIE, Presidenti degli enti gestori e docenti. Con queste sensibilità, inclusività e conoscenze degli italiani all’estero, e non solo, ci aspettiamo da parte dei due Ambasciatori, nei loro nuovi ruoli, un radicale cambiamento dell’apprezzamento e del dialogo fra l’Italia e tutti i cittadini italiani e di origine italiana nel mondo. Ci congratuliamo per le nomine e auguriamo a tutti e due, con sincero affetto, Buon Lavoro! (FONTE: Gente d’Italia - SILVANA MANGIONE)