ROMA – Nel 2023 riparte il Programma Interscambi giovanili della Provincia Autonoma di Trento. Ad annunciarlo è l’Associazione Trentini nel Mondo ricordando che il progetto, attivo dal 1999, vuole favorire la conoscenza tra giovani nati e vissuti all’estero, da famiglia di origine trentina,
ed i loro coetanei che vivono in Trentino. I giovani discendenti trentini residenti all'estero sono ospitati dai giovani trentini residenti in Trentino per 2 settimane (dal 15 al 30 luglio 2023) e l'anno successivo saranno loro ad ospitare i partner trentini nei rispettivi paesi di residenza per 2 settimane (il periodo in questo caso viene concordato tra i partner). I posti a disposizione sono 20: 10 per giovani discendenti trentini residenti all'estero e 10 per giovani residenti in Trentino. Possono presentare domanda di partecipazione i giovani compresi tra i 18 e i 35 anni, di origine trentina e nati e residenti all'estero, oppure residenti in Trentino. La presentazione delle domande deve avvenire nel periodo dal 1 gennaio al 28 febbraio 2023, seguendo le specifiche istruzioni pubblicate nel sito istituzionale Mondotrentino.net dove sono presenti anche le informazioni in dettaglio in inglese, spagnolo e portoghese. Una ricerca per capire e documentare il ruolo che occupa la lingua piemontese nella vita culturale delle comunità argentine con molti discendenti dove più forte è stata la prima immigrazione dalla terra sabauda. Questo l'obiettivo del progetto Pilar, acronimo di "Piedmontese Language in Argentina". “Ha un nome inglese perché è stato approvato nel gennaio 2022 dalla "Societas Linguistica Europaea", che ha l’inglese come lingua di comunicazione, ma le sue lingue di lavoro sono principalmente l’italiano e lo spagnolo, oltre ovviamente al piemontese come lingua oggetto dello studio - spiega Eugenio Goria, 33 anni, ricercatore in Linguistica all’Università di Torino -. Il progetto vuole raccogliere una documentazione audio e video della lingua e della cultura piemontese in Argentina, dall’inizio della migrazione fino ai giorni nostri. Le domande a cui si cerca di rispondere sono: chi parla ancora il piemontese in Argentina? Come si è evoluta la lingua in questo contesto? Che azioni sono state intraprese per il suo mantenimento?”. Per questo, Goria e Fabio Gasparini, assegnista di ricerca presso l'Università di Torino, sono volati in Argentina, armati di taccuino, macchine fotografiche e telecamere. Per un mese hanno incontrato le comunità locali, a Buenos Aires e nelle province di Córdoba e Santa Fé, grazie all'aiuto della Fapa; Federazione delle Associazioni di Piemontesi in Argentina. I materiali audiovisivi raccolti, saranno inseriti nel sito in costruzione www.pilar.unito.it con interviste in piemontese, storie familiari, racconto di testimonianze, racconti. Poi momenti di ritrovo dei gruppi e delle associazioni legate alla cultura piemontese, come feste del Piemonte, celebrazioni dei gemellaggi, incontri delle associazioni, gruppi di conversazione, corsi di lingua piemontese, oltre ad eventi artistici e culturali legati al Piemonte: dalla musica al canto corale, dal teatro alla cucina. “I piemontesi cominciarono ad arrivare numerosi in Argentina verso la fine dell'Ottocento, periodo in cui il governo argentino incoraggia l'arrivo di manodopera italiana, per migliorare lo sfruttamento agricolo delle pianure, tra Cordoba e Santa Fé, quella che diventerà la Pampa Gringa - spiegano Goria e Gasparini -. Qui i piemontesi rappresentano la maggioranza della popolazione: trovandosi isolati rispetto ai grandi centri urbani, hanno la possibilità di conservare più a lungo la loro lingua di uso quotidiano, il piemontese. Lo scopo della nostra ricerca è capire che ruolo occupa il piemontese nella vita culturale di queste comunità, in cui ci sono molti discendenti della prima migrazione piemontese”. Sarà Sedico, terra che ha visto generazioni di concittadini emigrare in ogni angolo del mondo, ad ospitare la XXII edizione del Premio Internazionale “Bellunesi che hanno onorato la provincia in Italia e nel Mondo” sabato prossimo, 26 novembre, a partire dalle 9.30 nella Chiesa di Santa Maria Annunziata. Il Premio, organizzato da Provincia di Belluno, Associazione Bellunesi nel Mondo e i Rotary Club di Belluno, Feltre, Cadore-Cortina prevede tre riconoscimenti principali riservati ai Bellunesi emigrati in Italia e nel mondo e ai loro discendenti, che mantengono vivo il legame con la terra delle radici e assegnato a personalità che si sono distinte in tre settori: economico, imprenditoriale e professionale; istituzioni arte e cultura; sociale e solidaristico. Per il settore economico, imprenditoriale e professionale, sarà premiato Dario Olivier. Nato a Forno di Zoldo, inizia, giovanissimo, a lavorare nelle gelaterie di famiglia a Witten. La sua propensione e interesse per l’attività artigianale del gelatiere lo porta ad associarsi all’UNITEIS (Associazione dei Gelatieri artigiani in Germania). In UNITEIS si distingue per dinamismo, competenza e passione e ricopre varie cariche tra cui, dal 2012 al 2021, quella di Presidente. Nel 2021 è stato nominato coordinatore della MIG (Mostra Internazionale del Gelato) e dal 2016 fa parte del Consiglio d’Amministrazione dell’Ente Longarone Fiere. La sua predisposizione per l’associazionismo e per le problematiche degli italiani che vivono all’estero lo ha portato ad avvicinarsi all’ABM. Per il settore istituzioni, arte e cultura il premio andrà a Linda Sasset e ad Andrea Da Ronch. Andrea Da Ronch, originario di Sedico, si è laureato in Ingegneria aerospaziale al Politecnico di Milano. Oggi è professore associato in Ingegneria Aeronautica all’Università di Southampton, una delle migliori università del mondo. I contributi di Da Ronch nel campo della ricerca aeronautica sono stati riconosciuti da vari premi, il più importante dei quali è il riconoscimento dell’Associazione Americana di Aeronautica ed Astronautica. Le sue ricerche nel campo industriale hanno permesso di sviluppare metodi di calcolo, ora usati da Airbus, capaci di ridurre il tempo/costo di alcune fasi del progetto dell’80%. Linda Sasset, originaria di Sedico, si è laureata prima in Biotecnologie Sanitarie e, successivamente, in Biotecnologie Mediche. Nel 2015 si è trasferita a New York dove studia il ruolo di una particolare classe di lipidi, gli sfingolipidi, nelle malattie cardiovascolari e nel diabete. I suoi studi stanno aprendo la strada a nuove terapie per l’ipertensione. Per il settore sociale e solidaristico il riconoscimento va a Giuseppe Lauria Pinter. Nato a Belluno, dopo aver conseguito la laurea in Medicina e Chirurgia e la specializzazione in Neurologia, ha trascorso un periodo di formazione e ricerca presso il Dipartimento di Neuroscienze della Johns Hopkins University, Baltimore, USA e successivamente presso il Centro di Elettromiografia e Controllo Motorio del Dipartimento di Neurologia dell’Università di Barcellona. Direttore dell’Unità Operativa Complessa Neurologia 3 dal 2013 e Direttore del Dipartimento di Neuroscienze Cliniche dal 2016, nel dicembre 2021 è stato nominato dal Ministero della Salute Direttore Scientifico della Fondazione IRCCS Istituto Neurologico “Carlo Besta”. È Professore Ordinario di Neurologia dell’Università degli Studi di Milano dal 2018. La sua attività di ricerca è focalizzata sulle patologie del sistema nervoso periferico, dolore neuropatico e SLA. Il Premio Speciale “Barcelloni Corte – De Martin Modolado” viene assegnato alla Famiglia De Bettin. I Fratelli De Bettin (Francesco, Raffaele, Stefano e Daniele) sono i fondatori, nel 1991 a Santo Stefano di Cadore, dello Studio di Ingegneria e Architettura “De Bettin Associati” dal 1993 DBA Group, un’innovativa società di ingegneria. DBA Group ha sviluppato nel tempo metodi, esperienze e know how nella fornitura di servizi d’Ingegneria e di Project & Construction Management in ambito civile, impiantistico ed infrastrutturale. Dal 2005, ai servizi già offerti, ha affiancato quelli di Asset & Lifecycle Management, correlati all’automazione dei processi di gestione del ciclo di vita di opere ed infrastrutture, attraverso lo sviluppo di applicativi e piattaforme software web based. Anche quest'anno saranno ricordate le persone che hanno contribuito notevolmente al mondo dell'emigrazione. Il doveroso riconoscimento alla memoria ricorderà: Giuseppe Deon – Belluno; Marino Bez – Longarone; Luciano Celato – Lucerna; Renato De Paris – Trichiana; Denis John Secco - Seren del Grappa; Franco Sponga – Limana; Anna Coletti – Belluno; Gianni Arboit – Arsié; Debora Geremia - Taibon Agordino; Rino Dal Farra – Alpago; Giuseppe Dal Molin - Santa Giustina; Don Mario Carlin – Sedico; Camillo Moro – Trichiana; e Giovanni Corso – Fonzaso. Alla cerimonia del 26 novembre interverranno il Coro Monti del Sole e il Corpo musicale comunale di Sedico. La cerimonia, presentata da Michela Da Canal e resa possibile grazie alla preziosa collaborazione delle associazioni e del volontariato del Comune, sarà trasmessa sulle onde di Radio ABM - voce delle Dolomiti, la web radio dell’Associazione Bellunesi nel Mondo. (20/11/2022 focus\ aise)