(Roma, 22 novembre 2022) - “Il ritardo di anni nello svolgimento di una procedura amministrativa fissata da una legge dello Stato non solo collide con un fondamentale diritto di cittadinanza e, in particolare, con il diritto del cittadino ad avere per ogni atto amministrativo una risposta certa in tempi definiti,

ma rischia di vanificare lo spirito della Legge 379/2000 volta a reintegrare le prerogative di cittadini sottoposti a dolorose prove storiche e umane”, è quanto affermano nella interrogazione indirizzata ai Ministri degli Esteri e dell’Interno i deputati democratici, Porta e Ferrari. A distanza di anni dalla scadenza della legge 379 del 14 dicembre 2000 (i cui effetti sono stati prorogati al 2010 con il decreto 30 dicembre 2005, n. 273), risulterebbero migliaia le domande ancora pendenti e non processate dagli uffici competenti del Ministero dell’Interno. Un numero significativo di istanze, poi, risulterebbero non pervenute e non registrate, nonostante siano state trasmesse nei termini e con le corrette modalità. “Le preoccupazioni espresse in più sedi dalla rete associativa dei trentini nel mondo, ci hanno spinto a rinnovare la richiesta di un sollecito intervento da parte delle autorità competenti e a chiedere, attraverso l’interrogazione, i dati aggiornati sulle domande tuttora pendenti. Abbiamo ritenuto opportuno, inoltre, ripresentare la proposta di legge che mira a riaprire i termini della legge n. 379, tenendo conto che l’apposizione dei termini per norme finalizzate al riconoscimento della cittadinanza italiana a beneficio di abitanti di territori contesi tra diversi Stati è stata superata da più recenti interventi normativi” - così i deputati democratici a margine del deposito dei due atti parlamentari.