BILANCIO 2023, CONFSAL-UNSA ESTERI, MAECI GIANO BIFRONTE, MENTRE PROMETTE INTERVENTI A TUTELA IMPIEGATI, LI AFFONDA CON EMENDAMENTI FARSA CHE OFFENDONO DIGNITA’. RISCHIO BLOCCO SEDI ESTERE
Roma 2 dicembre 2022 – A poche ore dall’avvio della sessione di bilancio alla Camera dei Deputati,
che quest’anno appare densa di limiti e vincoli, visti anche i tempi ristretti per l’approvazione del disegno di legge, invece che operare un fronte comune con le sigle sindacali nella comune direzione di tutelare anche il personale più fragile della rete estera del MAECI, l’Amministrazione predilige la solita strada del gioco su più tavoli, rassicurando da un lato e proponendo l’esatto contrario dall’altro. Lo dichiara in una nota Iris Lauriola, Segretario Nazionale della Confsal-Unsa esteri. “Malgrado la rassicurazione pervenuta dal MAECI di voler definire, in accordo con le istanze sindacali, proposte emendative che si collochino nella condivisa prospettiva di prevedere un incremento del fondo per il riadeguamento stipendiale del personale a contratto che – ai sensi della legge deve inderogabilmente essere destinatario di incrementi con il mutare delle variabili economico-sociali locali – spiega Lauriola – abbiamo assistito proprio nelle ultime ore ad una azione di indietreggiamento della Farnesina. L’Amministrazione si è resa fautrice di proposte emendative che vanno nella ormai classica direzione di tutelare solo una parte del personale in servizio, e di crearne delle altre, ad esempio con l’incremento dei fondi ai consoli onorari, i quali – come noto – non sono assolutamente funzionali alla massimizzazione dei servizi consolari”. “Mentre in sede di bilancio sono stati previsti più di 20 milioni per interventi migliorativi per una parte del personale– sottolinea Lauriola – ai circa 3000 impiegati a contratto che, allo stato attuale, reggono le sorti delle sedi estere, vista la drammatica penuria di personale di ruolo che si protrae da anni, sono state lasciate “peanuts”, noccioline: appena 500mila euro che, qualora dovessero essere ridistribuiti tra il personale, sarebbero appena 100 euro annui, praticamente meno di 10 euro mensili.!!! Una “attenzione” che offende la dignità di migliaia di lavoratori che aspettano un aumento retributivo anche da 10 anni, i quali sono sottopagati e costantemente sovramansionati e i cui diritti sono qualcosa di etero e raramente tutelato”. Lauriola conclude: “Speravamo di esorcizzare le proteste nelle nostre sedi con un’azione di mediazione con l’Amministrazione che credevamo, stando alle premesse, potesse realizzarsi. Ma allo stato attuale, se in sede parlamentare non si dovesse correggere il tiro sugli emendamenti, il rischio di blocco delle sedi è molto elevato, con personale in stato di agitazione, con la conseguenza di una vera e propria debacle delle sedi in uno dei momenti più drammatici e complessi della storia recente. Chiediamo chiarezza, trasparenza e coerenza, finora rimaste inapplicate”. R
oma, 2 dicembre 2022 CONFSAL UNSA COORDINAMENTO ESTERI