ROMA - Perché il CGIE non si è ancora riunito e quando si intende procedere con la nomina dei 20 componenti di nomina governativa? A chiederlo sono i tre senatori Pd eletti all’estero, Crisanti, La Marca e Giacobbe in una interrogazione al Ministro degli Esteri Antonio Tajani.

Nella lunga premessa, i tre senatori ricordano che “il Consiglio generale degli italiani all'estero (CGIE), istituito con legge n. 368 del 1989, modificata da ultimo dal decreto-legge n. 66 del 2014, e disciplinato dal regolamento attuativo di cui al decreto del Presidente della Repubblica n. 329 del 1998, è organo di consulenza del Governo e del Parlamento sui grandi temi di interesse per gli italiani all'estero; come da definizione della stessa Farnesina, esso deriva la sua legittimità rappresentativa dall'elezione diretta da parte dei componenti dei COMITES nel mondo e rappresenta un importante passo nel processo di sviluppo della partecipazione attiva alla vita politica del Paese da parte delle collettività italiane nel mondo, e allo stesso tempo costituisce l'organismo essenziale per il loro collegamento permanente con l'Italia e le sue istituzioni”. “I Comites – annotano Crisanti, La Marca e Giacobbe – sono stati rinnovati attraverso il voto del 3 dicembre 2021 in 110 circoscrizioni consolari; il CGIE è presieduto dal Ministro degli affari esteri e, a seguito delle modifiche introdotte dalla legge n. 89 del 2014, si compone di 63 consiglieri, di cui 43 in rappresentanza delle comunità italiane all'estero e 20 di nomina governativa. Di questi: 7 su indicazione delle associazioni nazionali dell'emigrazione; 4 su indicazione dei partiti che hanno rappresentanza parlamentare; 6 su indicazione delle confederazioni sindacali e dai patronati maggiormente rappresentativi sul piano nazionale, e che siano rappresentati nel CNEL; uno su indicazione della Federazione nazionale della stampa; uno su indicazione della Federazione unitaria della stampa italiana all'estero; uno su indicazione dell'organizzazione più rappresentativa dei lavoratori frontalieri. A questi si aggiungono numerosi invitati permanenti, senza diritto di voto, tra cui i parlamentari eletti nella circoscrizione estero; il segretario generale convoca l'assemblea plenaria e il comitato di presidenza ne dirige i lavori e dà esecuzione alle decisioni assunte”. “Le procedure per il rinnovo del CGIE, avviate con l'elezione dei membri territoriali il 9 e 10 aprile 2022, sono tuttora in via di completamento e non sono ancora stati designati i 20 consiglieri di nomina governativa”, spiegano i parlamentari. “Tra le sue funzioni consultive, il CGIE formula pareri indirizzati al Governo sugli stanziamenti sui vari capitoli del bilancio dello Stato in favore delle comunità italiane all'estero; sui programmi pluriennali e relativi finanziamenti per la politica scolastica, la formazione professionale e la tutela sociale, assistenziale e previdenziale; sui criteri per l'erogazione di contributi ad associazioni nazionali, patronati, enti di formazione scolastica e professionale, organi di stampa, di divulgazione e di informazione che svolgano concreta attività di sostegno e di promozione economica, sociale, culturale e civile delle comunità italiane all'estero; sulle informazioni e programmi radiotelevisivi e informatizzati per le comunità italiane all'estero; sulle linee di riforma dei servizi consolari, scolastici e sociali”. I parlamentari, poi, ricordano che “il 9,8 per cento dei cittadini italiani risiede all'estero. Sono oltre 5,8 milioni i nostri connazionali residenti in Paesi stranieri (rapporto "Italiani nel mondo 2022" della fondazione "Migrantes", presentato l'8 novembre 2022), dato destinato a crescere del 5 per cento ogni anno. Basti pensare che dal 2006 al 2022 la mobilità italiana è cresciuta dell'87 per cento e dunque la presenza degli italiani all'estero è progressivamente aumentata passando da 3,1 milioni ai suddetti 5,8 milioni; la comunità degli oltre 6 milioni di connazionali che risiedono all'estero rappresenta dal punto di vista numerico, amministrativo e sociale una popolazione paragonabile a quelle delle più grandi regioni italiane; tra chi risiede all'estero, la componente di giovani è considerevole. Sempre stando al rapporto Migrantes 2022, l'attuale comunità italiana all'estero è costituita da oltre 841.000 minori (il 14,5 per cento dei connazionali complessivamente iscritti all'AIRE) ai quali occorre aggiungere gli oltre 1,2 milioni di giovani tra i 18 e i 34 anni (il 21,8 per cento della popolazione complessiva AIRE). Ci sono poi i "giovani adulti" (il 23,2 per cento ha tra i 35 ei 49 anni). Il 19,4 per cento ha tra i 50 e i 64 anni; il 21 per cento ha più di 65 anni, ma di questi l'11,4 per cento ha più di 75 anni; una precedente interrogazione (4-00026) presentata dal senatore Menia al Ministro in indirizzo sullo stesso tema non ha ancora ricevuto risposta”. Dopo aver sottolineato che il CGIE “rappresenta e ha il dovere imprescindibile di rappresentare politicamente ed elettoralmente questi quasi 6 milioni di italiani ovvero di rappresentare le loro istanze presso il nostro Governo e la nostra amministrazione” e che “detiene un ruolo chiave sia dal punto di vista amministrativo quanto da quello sociale, dato che il numero di italiani all'estero che rappresenta equivale quello della seconda regione più popolosa del nostro Paese, il Lazio, con 5.898.124 milioni di abitanti”, i senatori sottolineano che “non si può lasciare tale comunità senza rappresentanza, in quanto non è pensabile che i cittadini residenti all'estero godano di minore rappresentatività rispetto a quelli residenti in Italia, configurando così una disuguaglianza al limite della costituzionalità”. Per questo, chiedono al Ministro “di sapere quale sia il motivo per cui il CGIE non si sia ancora riunito, quando si intenda procedere con la nomina dei 20 componenti e provvedere a sanare questo grave ritardo, che mina il principio costituzionale di rappresentatività”. (14/12/2022 aise)