mercoledì 28 dicembre 2022 Il MAIE e l’emendamento all'articolo 129 della Legge di Bilancio Il MAIE è l’”unico partito non romano che si batte a favore degli italiani all’estero” dicono i suoi aderenti quando sono alla ricerca del voto. E questo è già un vero e proprio millantamento.
Di fatto il suo presidente Ricardo Merlo è stato sottosegretario agli esteri per tre anni e in tale periodo tante cose sono cambiate…, in peggio! Omini alla ricerca di una “pagnotta” dal mondo della politica, che non parlano decentemente l’italiano e che cercano di mettersi in mostra davanti a un elettorato di oriundi non in grado di cogliere la falsità dei loro vanti. Per il MAIE, il millantamento è all'ordine del giorno, fa parte del suo DNA. C’è sempre però la goccia che fa traboccare il vaso. Dal parlamento piovono le critiche verso il Movimento. L’emendamento all’articolo 129 della Legge di Bilancio è stato firmato da nove deputati di diversi partiti: PD, Lega, M5S, FdI, Forza Italia, SVP e Noi Moderati. Prima firma, Toni Ricciardi del PD, Franco Tirelli, il deputato del MAIE, che rivendica di essere il primo firmatario, non figura da nessuna parte. Lo si è visto solo nella comunicazione all’elettorato sudamericano diffusa dal senatore MAIE Mario Borghese dove si dice che: Grazie al lavoro del MAIE, 520 nuovi impiegati per la rete consolare Continuiamo a lavorare per gli italiani nel mondo Un’altra vittoria del MAIE. Più di 520 nuovi impiegati verranno assunti nel ministero per essere destinati alla rete consolare mondiale. “L’emendamento, a prima firma Franco Tirelli, ha proseguito il parlamentare del MAIE, è stato sostenuto da tutto il nostro gruppo parlamentare e del governo che ha riconosciuto il valore strategico di rafforzare le risorse del MAECI per la protezione degli interessi italiani nel mondo”. C’è da dire che il MAIE con l’etica non va d’accordo, questo è poco ma sicuro. Ricordiamo il senatore rimosso Adriano Cario, che nonostante fosse accusato di clamorosi brogli, è stato accolto nel partito immediatamente alla fine delle elezioni del 2018. Teniamo presente, inoltre, che Franco Tirelli ha superato per una manciata di voti il suo collega di partito, Claudio Zin, ex-senatore, a Rosario dove ha votato il 70% degli aventi diritto. Un caso più unico che raro visto che la media della ripartizione America Meridionale non supera il 20%. Non per niente Claudio Zin ha denunciato il fatto alla competente commissione. Forti critiche sono state rivolte al MAIE e al senatore Mario Borghese da parte dei parlamentari. Fabio Porta addirittura ha proposto l’istituzione di una commissione etica adibita all’accertamento delle informazioni fasulle dei parlamentari e all’istituzioni di sanzioni al riguardo. Comunque non cambia niente, anche se viene scoperta e resa pubblica la loro natura millantatrice, si tratta di soggetti che per così poco non si smuovono nemmeno. Hanno come si suole dire il pelo sullo stomaco. Sono d'accordo, quindi, con chi sostiene che non dovrebbero esistere partiti che non hanno la sede in Italia. Questi, infatti, rappresentano anche interessi importanti a livello locale e godono di relazioni che potenzialmente finiscono per agevolare brogli e altri comportamenti illeciti. La riforma del voto all’estero dovrebbe partire proprio da questo, dall’esclusione dei partiti “non romani” dalle elezioni politiche italiane.
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