13 Gennaio 2023 È stato definito “L’uomo che ha bucato il mondo”. Così si intitola la biografia che racconta la sua storia di successo professionale. Ancor più significativo, però, il sottotitolo dell’opera (di Eugenia Scarino, Il Calamaio, 2016): “storia di orgoglio italiano”.

Canada luglio 1993. La talpa meccanica ed il suo inventore Riccardo Lovat, in basso (a sinistra)

E, aggiungiamo noi, di orgoglio bellunese. Perché stiamo parlando di Riccardo Lovat, nato a Sedico nel 1928, inventore ed esportatore in tutto il mondo della talpa meccanica, la fresa che permette la meccanizzazione completa dello scavo dei tunnel. Dopo aver lavorato sia come minatore che come elettricista, poco più che ventenne Riccardo emigra in Canada, dove con diversi incarichi è alle dipendenze di un impresario di Toronto specializzato in opere sotterranee. Proprio qui diviene presto responsabile dei lavori e nel frattempo inizia i suoi studi per lo sviluppo di metodi innovativi per lo scavo, progettando e fabbricando attrezzatura con cui affrontare le difficili condizioni delle gallerie. Ecco che nel 1963 crea l’impresa “Richard Machinery and Repair Ltd”: riparazioni di macchinari pesanti e costruzione su misura di attrezzatura da galleria. È la fase ideale per mettere alla prova le sue intuizioni sulle macchine da scavo, e per affinare la sua tecnologia per la costruzione di “tunnel boring machines”, frese scudate per lo scavo di gallerie. Nasce così (anno 1972) la “Lovat Tunnel Equipment Inc.” per rispondere alla crescente richiesta di macchine sempre più efficienti per la costruzione di gallerie. Lovat sviluppa e brevetta procedure e metodi per aumentare la produttività e al tempo stesso accrescere la sicurezza dei minatori in galleria, e la sua azienda concorre alla realizzazione di progetti rilevanti. Alcuni esempi? Le metropolitane di Washington e Caracas, miniere di carbone e gallerie di drenaggio in Canada, sistemi idraulici nel Regno Unito, condotte forzate in Svizzera, i tunnel di servizio sotto l’aeroporto Barrajas di Madrid, acceleratori di particelle in Russia e i sistemi di drenaggio che scorrono sotto la Città del Vaticano. È proprio il caso di dirlo: una storia di orgoglio italiano, e bellunese, nel mondo.