Il sottosegretario per l’Interno Wanda Ferro ha risposto ad un’interrogazione dei deputati Pd Ferrari e Porta sulle pratiche per il riconoscimento della cittadinanza italiana alle persone nate e già residenti nei territori appartenuti all’impero austro-ungarico e ai loro discendenti: assicurato l’impegno per giungere con rapidità al loro esaurimento domenica,

19 Febbraio, 2023 ROMA – Il sottosegretario di Stato per l’Interno Wanda Ferro ha risposto all’interrogazione dei deputati del Partito democratico Sara Ferrari e Fabio Porta (eletto nella ripartizione America meridionale) sul riconoscimento della cittadinanza italiana alle persone nate e già residenti nei territori appartenuti all’impero austro-ungarico e ai loro discendenti. I due esponenti democratici chiedevano in particolare di conoscere i dati aggiornati delle pratiche esaminate, di quelle valutate e di quelle ancora in giacenza presso le rappresentanze italiane all’estero e una stima dei tempi sul completo trattamento di queste ultime, alla luce dell’andamento amministrativo consolidato nel tempo. Ferro ricorda che l’esame delle istanze oggetto dell’interrogazione rientra tra le competenze istituzionali della Direzione centrale per i diritti civili, la cittadinanza e le minoranze del Ministero dell’Interno e che per l’acquisizione della cittadinanza gli interessati hanno reso dichiarazioni agli ufficiali di stato civile dei comuni di residenza oppure, se residenti all’estero, alle autorità diplomatico-consolari, producendo a corredo una corposa documentazione. “Dal 2003 al 2022 risultano definite 40.137 domande e sono ancora in istruttoria circa 400 pratiche, corrispondenti a circa 2.200 richiedenti, cui vanno aggiunte anche le istanze pervenute dalle rappresentanze consolari a mezzo posta elettronica certificata e non ancora registrate al sistema informatico – segnala il Sottosegretario, che ricorda anche come “ciascuna pratica è collegata al capostipite familiare emigrato e può comprendere la documentazione relativa a un numero variabile di richiedenti discendenti, talora anche oltre 100, in assenza di limitazioni al grado di parentela”. Si tratta dunque di “istanze molto articolate, che presuppongono un altrettanto complessa istruttoria e un’elevata specializzazione da parte dell’Ufficio”. Inoltre – prosegue Ferro, – “l’epidemia da COVID-19, unitamente alla diminuzione costante delle unità lavorative in seguito al passaggio in stato di quiescenza e al blocco del turn over, ha determinato nel corso del biennio 2020/2021 un rallentamento della trattazione delle pratiche in giacenza”. Tuttavia, “al fine di risolvere più sollecitamente le criticità che hanno limitato lo svolgimento procedimentale ordinario, è stato promosso un più elevato coinvolgimento della commissione interministeriale istituita presso la predetta Direzione centrale e incaricata dell’esame congiunto delle istanze complesse – assicura il Sottosegretario. “L’impegno profuso dal Ministero dell’Interno – conclude Ferro – consentirà di giungere con rapidità all’esaurimento delle pratiche da trattare, che sono già notevolmente diminuite negli ultimi tempi. Recentemente, infatti, i tempi di trattazione si sono notevolmente ridotti, con la definizione di oltre 1.000 istanze in quattro mesi”. (Inform)