venerdì, 17 Marzo, 2023 - ROMA – “Scoprirsi italiani – I viaggi delle radici in Italia”, questo il titolo della ricerca presentata ieri alla Camera dei Deputati (vedi Inform Presentata alla Camera dei Deputati la ricerca “Scoprirsi italiani – I viaggi delle radici in Italia” | www.comunicazioneinform.it)

e intorno alla quale si è dibattuto con gli interventi degli autori del volume presenti all’evento: Riccardo Giumelli, Delfina Licata e Giuseppe Sommario. Fra i vari interventi segnaliamo quello Stefania Schifani (Unaie) che ha rimarcato come il numero di italiani nel mondo sia ormai così rilevante da dover riconsiderare la perdita di quel capitale umano che va via dall’Italia. “Se riusciremo a ribaltare questa perdita in una valorizzazione, allora il progetto si potrà dire vincente”, ha rilevato Schifani. La professoressa Carmen Bizzarri ha rimarcato come “il turismo delle radici abbia un senso quando va a rigenerare i territori, quindi quando diventa turismo rigenerativo”, ha spiegato la professoressa tirando in ballo il problema dello spopolamento e dell’abbandono, non solo umano ma anche ambientale. “La rigenerazione deve passare dalla geografia fisica a quella umana”, ha aggiunto Bizzarri. Il ricercatore Giuseppe Sommario ha ricordato come il lavoro di ricerca per la realizzazione del volume sia durato circa tre anni in una visione quanto più plurale. “Questo lavoro parte da lontano, dalla passione comune per gli italiani all’estero”, ha aggiunto Sommario evidenziando anche l’esperienza dell’Osservatorio delle Radici che vede tra i protagonisti principali l’Associazione AsSud. Sommario ha spiegato che la ricerca ha utilizzato un questionario online registrando in oltre due anni: 35mila visite da ogni parte del mondo con oltre 20mila ingressi materiali nel questionario e oltre 10mila persone che hanno di fatto completato il questionario. Il ricercatore ha poi ricordato le dirette social per approfondire alcune tematiche: in particolare dalle Americhe, dall’Australia e dall’Europa. “Abbiamo riscontrato una sete enorme di Italia: c’è tanta voglia di Italia, con un legame con gli italo-discendenti mai sopito”, ha spiegato Sommario illustrando l’immagine plastica di quello che provoca un’emigrazione di massa come quella cui si continua ad assistere in Italia. “Pezzi interi di paesi si svuotano pronti a duplicarsi a migliaia di chilometri di distanza: da quel momento si vive sotto il segno dell’ossimoro, ossia del paradosso, perché chi parte pensa continuamente al giorno del suo ritorno. Non è solo nostalgia, ma un sentimento di dolore per non essere a casa. Tuttavia partire e restare sono parte di un’unica storia”, ha spiegato Sommario narrando questa eterna attesa dei ricongiungimenti, che spesso però non si avvereranno mai. La ricercatrice Delfina Licata (Fondazione Migrantes) ha ricordato quale sia il punto di base fondamentale per la ricerca: un supporto teorico solido. “Ci eravamo resi conto di aver bisogno di ulteriori indagini”, ha spiegato Licata evidenziando come gli studi già esistenti evidentemente non erano sufficienti. “E’ stato fondamentale per noi partire dal capire chi è il turista delle radici, per descrivere chi sono i protagonisti di questo viaggio”, ha aggiunto Licata sottolineando come si tratti di un fenomeno che rientra tanto nel concetto più generico di turismo quanto in quello della mobilità umana. Licata ha ricordato che le persone raggiunte dalla ricerca sono state oltre 20mila e che si è indagato anche sulle ragioni che non hanno ancora consentito a questi connazionali di effettuare un viaggio di ritorno. Secondo i risultati, c’è una percentuale consistente che ha parlato di difficoltà economiche, mentre una percentuale minoritaria ha dichiarato di non aver mai visto crearsi l’occasione giusta. Il ricercatore Riccardo Giumelli ha ricordato come Paesi quali Scozia, Irlanda, Ucraina e Israele si siano già occupati del tema del rientro dei propri cittadini nel mondo: “noi in Italia abbiamo questo patrimonio immenso ma ci è sempre sfuggito di mano”, ha commentato Giumelli delineando chi sono i turisti delle radici raggiunti dalla ricerca. Si tratta di una fascia di popolazione compresa per lo più tra i 30 e i 60 anni: soltanto un 15% degli intervistati è under 30 e qui si fa riferimento alle cosiddette terze o quarte generazioni. Più della metà delle persone raggiunte ha una laurea. Sono dati di cui tenere conto, come ha spiegato lo stesso Giumelli, anche per offrire esperienze diversificate a seconda delle diverse esigenze. Ha concluso il dibattito il deputato del Pd, eletto nella Ripartizione America Meridionale, Fabio Porta parlando delle ‘radici tricolore’ partendo da uno spunto di riflessione giornalistico. “Le radici sono un qualcosa di mutante e di non fisso: tutti questi ragionamenti sono inutili se poi l’italo-discendente viene guardato come fosse un alieno o bloccato dalla polizia di frontiera in aeroporto perché qualcuno non sa che quella persona può chiedere anche a un Comune italiano il riconoscimento della propria cittadinanza”, ha rilevato Porta evidenziando come questi problemi possano sorgere per mancanza di conoscenza. (Inform)