Nata nel lontano 1991, per iniziativa dell’allora Sindaco di Ragusa Franco Antoci, con il compito precipuo di curare i rapporti con le comunità dei conterranei iblei in ogni parte del Mondo, non vi è alcun dubbio che negli anni l’attività dell’Associazione è cresciuta,

fino al punto di porsi come una delle più riconosciute espressioni culturali operanti nel territorio ibleo. La sua punta di diamante è sicuramente rappresentata dal Premio Ragusani nel Mondo, ma notevole è stata l’azione di promozione della cultura, del turismo, dello sviluppo delle relazioni interpersonali, portata avanti in ogni parte del Mondo, soprattutto in quelle zone dove maggiormente si è radicata l’emigrazione iblea. Attività pero’ troppo spesso disconosciute dai responsabili della cosa pubblica. Trent’anni di attività senza soluzione di continuità, con un palmares di assoluto riguardo e prestigio, che pongono l’Associazione Ragusani nel Mondo al vertice del movimento associazionistico d’emigrazione nell’intera penisola. Traguardi plurimi che sono fonte di orgoglio e soddisfazione per i dirigenti dell’associazione, ma che lasciano una punta di amarezza, segnata dal rapporto freddo, a volte distaccato e/o fonte di qualche incomprensione, con le pubbliche Istituzioni, segnando una differenza netta con quanto avviene in altre parti d’Italia. L’Associazione è da tempo collegata a organismi federali che raggruppano altri movimenti legati alle tematiche dell’emigrazione, come il CARSE ( in Sicilia ) e l’UNAIE ( in Italia ). E se con le colleghe consorelle del CARSE si vive un amaro destino comune, legato alla scarsa considerazione della Regione verso le Associazioni d’emigrazione, con il mancato rinnovo della L. 55/80 e il taglio dei fondi che sostenevano precedentemente le attività socio culturali a beneficio delle comunità siciliane all’estero, invece con l’UNAIE la differenza è ben marcata. Realtà come i Trentini, i Bellunesi, i Lucchesi, i Giuliani nel Mondo, ed altre consorelle consociate, hanno nei confronti del settore pubblico un rapporto sinergico molto più sostenuto, e sovente sono accreditati come bracci operativi della Pubblica Istituzione nel portare avanti progetti di cooperazione su vasta scala con le comunità dei propri conterranei all’estero, a beneficio dello sviluppo dei commerci, del turismo, dell’integrazione e scambio dei giovani, della cultura, della promozione in generale dell’area di appartenenza. Qui da noi invero il rapporto è molto più sfumato, direi distaccato, e spesso non viene riconosciuto il ruolo che una Associazione come la nostra potrebbe avere, al pari delle consorelle italiane, nell’utilizzare a pieno regime quella importante risorsa che è data dalla presenza e dall’operosità di tante comunità siciliane e ragusane all’estero, convogliandola verso politiche virtuose e di potenziale sviluppo su ampia scala. La colpa? Di nessuno e di tutti, forse della oramai cronica scomparsa degli Enti Intermedi( su tutte la Camera di Commercio ), del ridimensionamento di altri ( Vedi ex Provincia), ma in particolare della proverbiale e atavica incapacità del territorio di fare rete, privilegiando un esasperato individualismo e la corsa allo scavalco alla necessità di mettere insieme tutte le forze e capacità operative espresse dalle varie componenti sociali. E’ il cono d’ombra che un po’ oscura l’entusiasmo per i numerosi risultati conseguiti nella nostra attività sociale, mitigato dalla speranza che subentri una classe dirigente piu’ interattiva al Comune e di pensiero più agile delle precedenti, nonchè dalle timide recenti aperture che le Autorità Regionali Siciliane hanno manifestato verso le tematiche dell’emigrazione, sotto la spinta delle pressioni da tempo portate avanti dai dirigenti del CARSE.