(Roma, 26 settembre 2023) - Una risposta evasiva e insoddisfacente quella di questo Governo alla mia interrogazione sull’opportunità e sulla necessità di rinnovare la Convenzione di sicurezza sociale con il Brasile. Se da una parte infatti la sottosegretaria Maria Tripodi del Ministero degli Affari Esteri afferma nella sua risposta che il governo è perfettamente consapevole dell’importanza di assicurare una adeguata tutela previdenziale ai cittadini italiani residenti all’estero,
dall’altra sostiene – in evidente contraddizione con le premesse – che l’aggiornamento dell’accordo, con l’eventuale estensione delle tutele previdenziali a nuove categorie (avevo sottolineato l’importanza di assicurare anche i dipendenti pubblici e i liberi professionisti attualmente esclusi dall’accordo) e la totalizzazione dei contributi versati nei Paesi terzi, “rappresenta una sfida complessa”. Mentre io ritengo invece che non si tratti di una sfida ma di un atto doveroso da parte di un Paese democratico e civile garantire gli stessi diritti a tutti i lavoratori. Inoltre, secondo la sottosegretaria – alla quale comunque bisogna dare atto di avere gentilmente risposto ad una importante interrogazione – “non sono poche le difficoltà legate alla quantificazione e alla copertura degli oneri finanziari”. Nella mia interrogazione avevo chiesto al Governo se alla luce della evoluzione dei sistemi previdenziali italiano e brasiliano dal 1977 (data dell’entrata in vigore dell’accordo) ad oggi, della presenza delle moderne mobilità internazionali di nuovi soggetti postulanti tutele e diritti, delle carenze dell’Accordo di sicurezza sociale attualmente in vigore tra Italia e Brasile in materia di soggetti e rischi tutelati, nei settori previdenziale, assistenziale e sanitario, della impellente necessità di includere nel campo di applicazione soggettivo dell’Accordo i dipendenti pubblici e i liberi professionisti finora esclusi e privati quindi di diritti elementari – non fosse assolutamente necessario l’avvio dei negoziati per la realizzazione del rinnovo dell’Accordo tra Italia e Brasile che contempli il necessario aggiornamento normativo e assicurativo. In conclusione della sua risposta la sottosegretaria Tripodi ha comunque garantito che la Farnesina è in contatto con il competente Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali per approfondire le implicazioni di natura giuridica e finanziaria, al fine di valutare la fattibilità di un riavvio dei negoziati con le Autorità brasiliane. Auspico le massime serietà e responsabilità.
QUI DI SEGUITO IL RESTO DELL’INTERROGAZIONE
ATTO CAMERA
INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/01186
Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 19
Seduta di annuncio: 123 del 21/06/2023
Firmatari Primo firmatario:
PORTA FABIO Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO - ITALIA DEMOCRATICA E PROGRESSISTA
Data firma: 20/06/2023
Destinatari Ministero destinatario:
• MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI E DELLA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE
• MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI
• MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI E DELLA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE delegato in data 20/06/2023
Stato iter: IN CORSO
Atto Camera
Interrogazione a risposta scritta 4-01186
presentato da PORTA Fabio
testo di Mercoledì 21 giugno 2023, seduta n. 123
PORTA. — Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali, al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:
con la stipula di numerose convenzioni multilaterali e bilaterali di sicurezza sociale lo Stato italiano ha garantito, a partire dagli anni ’50 del secolo scorso e fino agli anni 2000, un buon livello di tutela previdenziale a favore dei lavoratori italiani emigrati all'estero;
nonostante la ripresa dei flussi migratori in entrata e in uscita, è sostanzialmente sospesa l'attività dello Stato italiano per garantire ai cittadini italiani residenti – o che si recano – all'estero e agli stranieri che immigrano in Italia una adeguata tutela socio-previdenziale in regime internazionale;
la maggioranza delle convenzioni sono state stipulate, tranne alcune eccezioni, negli anni Settanta e Ottanta del secolo scorso, come ad esempio quella con il Brasile che risale al 1977, quella con l'Argentina al 1984, con l'Uruguay al 1985, con il Venezuela al 1991, con gli USA al 1978, con il Québec al 1979, con la ex Jugoslavia addirittura al 1961. Si tratta di convenzioni obsolete nello spirito, nei contenuti e nella forma, che non tutelano più adeguatamente diritti e interessi o doveri dei futuri pensionati perché non tengono conto delle evoluzioni, talvolta radicali, delle legislazioni e dei sistemi previdenziali dei Paesi contraenti;
con la presente interrogazione si intende rilevare, in particolare, che l'Accordo di emigrazione tra l'Italia e il Brasile è entrato in vigore il 26 febbraio 1965, mentre il protocollo aggiuntivo, che regolamenta gli aspetti della sicurezza sociale previsti dagli articoli da 37 a 43 dell'Accordo di emigrazione, è entrato in vigore il 3 agosto 1977. Si tratta di un accordo obsoleto che non è stato ancora rinnovato, nonostante i negoziati tra i due Paesi avvenuti negli anni '90 per realizzare il necessario aggiornamento;
l'Accordo bilaterale in vigore tra l'Italia e il Brasile esclude dal campo di applicazione soggettivo, e quindi da ogni tutela previdenziale, sia i dipendenti pubblici che i liberi professionisti i quali, tra l'altro, non possono totalizzare i periodi di contribuzione versati nei due Paesi al fine di maturare un diritto previdenziale, creando così una disparità di trattamento con i dipendenti privati – che è stata invece sanata dai regolamenti comunitari di sicurezza sociale;
'Accordo non prevede la totalizzazione multipla, cioè la possibilità di totalizzare i contributi versati in Paesi terzi; non contempla nel campo di applicazione ratione materiae i trattamenti di disoccupazione e le prestazioni familiari; è un accordo disorganico e a volte ambiguo per quanto riguarda l'applicabilità della tutela sanitaria, mentre servirebbero disposizioni più complete e chiare in materia di assistenza medica, farmaceutica, protesica, odontoiatrica, ambulatoriale e ospedaliera;
sono ripetute le proteste da parte di gruppi di professori universitari e di liberi professionisti italiani in Brasile e brasiliani in Italia i quali segnalano il problema alle autorità competenti dei due Paesi, evidenziando come l'esclusione dei dipendenti pubblici e dei liberi professionisti rappresenti una violazione di elementari diritti sociali e una disparità di trattamento rispetto agli altri lavoratori e un deterrente alla mobilità e allo scambio scientifico e professionale tra i due Paesi –:
se i Ministri interrogati non ritengano improcrastinabile – alla luce della evoluzione dei sistemi previdenziali italiano e brasiliano dal 1977 a oggi, dello sviluppo di nuove mobilità internazionali, delle carenze dell'Accordo di sicurezza sociale in vigore in materia di soggetti e rischi tutelati, nei settori previdenziale, assistenziale e sanitario, della necessità di includere nel campo di applicazione soggettivo dell'Accordo i dipendenti pubblici e i liberi professionisti – l'avvio dei negoziati per il rinnovo dell'Accordo di sicurezza sociale tra Italia e Brasile che contempli il necessario aggiornamento normativo e assicurativo e la copertura previdenziale dei dipendenti pubblici e dei liberi professionisti. (4-01186)
Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione): s
icurezza sociale
accordo bilaterale
libera professione