28 Novembre, 2023 - ROMA – Si è svolto online un webinar promosso dal Consiglio Generale per gli Italiani all’estero dedicato al 75° anniversario della Costituzione Italiana. L’evento si è aperto con un video di saluto del Direttore Generale per gli Italiani all’Estero e le Politiche Migratorie del Maeci, Luigi Maria Vignali.
“75 anni sono tanti – ha esordito il Direttore Generale – ma la Costituzione Italiana resta viva, dinamica, in qualche modo meravigliosa. La Costituzione Italiana, ricordo, stabilisce il diritto ad emigrare e la possibilità dei nostri connazionali all’estero di essere rappresentati. Questa è sicuramente la più grande conquista che la nostra Costituzione ha regalato agli italiani residenti all’estero. Ed è particolarmente importante il principio di rappresentatività nel parlamento italiano di così tanti connazionali che sono all’estero, perché riconosce l’impegno, i sacrifici, la storia della nostra migrazione e quanto sia importante per lo Stato Italiano. Sono principi scritti a chiare lettere nella Costituzione che vanno mantenuti ed in qualche modo anche difesi”. Il Direttore Generale ha poi approfondito la tematica della rappresentatività, facendo distinzione tra rappresentatività geografica e numerica ed enucleando le varie questioni collegate. “C’è una rappresentatività geografica che, forse, non è del tutto realizzata oggi, soprattutto nel momento in cui i parlamentari eletti all’estero sono pochi e non tutti i territori nel mondo sono rappresentati in Parlamento. Vi è anche una rappresentatività numerica: un parlamentare eletto in Italia rappresenta circa cento mila elettori mentre un parlamentare eletto all’estero ne rappresenta in media, credo, cinquecento mila. Anche lì, forse, c’è qualche riflessione da fare”. Vignali si è poi soffermato sul voto degli italiani all’estero e sull’esigenza di migliorarlo: “Dobbiamo assicurare la personalità, la segretezza, la libertà del voto ai nostri connazionali e su questo c’è molto lavoro da fare per rendere la nostra Costituzione ancora più attuale”. “Poi vi sono altri principi, altrettanto importanti che sono scritti nella Costituzione, – ha proseguito il Direttore Generale – intanto il diritto al lavoro. Il diritto al lavoro significa anche la possibilità per tanti italiani residenti all’estero che vogliono tornare in Italia, di mantenere dei legami che gli consentano dei percorsi di rientro; che gli consentono di tornare, in condizioni adeguate, a reinvestire in Italia il patrimonio di professionalità, culturale, linguistico, in qualche modo anche affettivo che hanno maturato all’estero. È questo l’impegno che dobbiamo assumerci tutti. Non possiamo lasciare le migliori risorse all’estero senza dar loro delle opportunità anche di rientro”. Per quanto il diritto alla salute Vignali ha rilevato: “La Costituzione garantisce il diritto alla salute e noi dovremmo poterlo garantire, a pari condizioni, anche agli italiani all’estero. Mi riferisco soprattutto ai connazionali iscritti all’AIRE. Non ci devono essere discrasie rispetto a chi risiede in Italia”. Il Direttore Generale, riferendosi al diritto all’istruzione, ha poi ribadito la possibilità e l’opportunità per gli italiani e le nuove generazioni residenti all’estero “di imparare la nostra lingua, di apprendere la nostra cultura, di essere parte della grande storia italiana”. Sulla questione della fiscalità Vignali ha aggiunto: “La Costituzione stabilisce anche il diritto ad una fiscalità equilibrata, ad una fiscalità proporzionale. Anche in questo settore credo ci sia qualcosa da fare. Gli italiani residenti all’estero, in qualche caso hanno delle situazioni che presentano margini di miglioramento, delle situazioni di discrasia”. A conclusione dell’intervento Vignali ha sottolineato come i temi proposti dalla Costituzione meritino ulteriori approfondimenti da parte del Cgie e dell’amministrazione. Giulio Prosperetti (Professore di diritto del lavoro presso l’Università Tor Vergata e giudice della Corte costituzionale) ha rilevato come in passato gli emigrati siano stati un po’ trascurati dall’Italia. Il Forum Ambrosetti ha dedicato una sua sessione a questo fenomeno sottolineando l’importanza di recuperare il rapporto con gli italiani all’estero. Ne è scaturito il messaggio per cui anche i cosiddetti italo-discendenti devono essere considerati come facenti parte di una Nazione estesa. Prosperetti spera che venga riproposto in questa legislatura il disegno di legge avanzato nella scorsa legislatura volto a creare una Commissione interparlamentare per gli italiani nel mondo. Questa Commissione dovrebbe occuparsi di varie questioni: dalla cosiddetta fuga dei cervelli al contrasto degli stati di emarginazione che possono vivere gli emigrati passando per l’attenzione alle comunità di imprenditori e la promozione della lingua italiana, approdando infine alla messa in sicurezza delle modalità di voto per l’estero. Un altro aspetto segnalato da Prosperetti riguarderebbe infine il riconoscimento della cittadinanza italiana, che dovrebbe essere non solo formale ma dovrebbe sposarsi con la conoscenza della Costituzione e dell’ordinamento italiano. Emanuela Navarretta (Professoressa di diritto privato presso l’Università di Pisa e Giudice della Corte costituzionale) ha ricordato come a 75 anni dall’entrata in vigore ancora oggi la Costituzione mostri la capacità di vedere lontano nonché l’attitudine ad abbracciare le esigenze di tutti: “tra questi tutti ci sono gli italiani residenti all’estero”, ha evidenziato Navarretta riflettendo per esempio sulla tutela del lavoro italiano all’estero ma anche sul diritto alla salute e su quanto questo diritto possa ritenersi pienamente compiuto nei casi di un rientro temporaneo in Italia. Navarretta ha poi avanzato il concetto di una migrazione che non sia a senso unico ma che possa prevedere anche la possibilità di un ritorno; si è inoltre fatto riferimento a quanto oggi sia possibile mantenere un’interconnessione con l’Italia più forte e assidua rispetto a quanto avveniva in passato. Salvatore De Meo (presidente Commissione Affari costituzionali all’Europarlamento) ha parlato della Costituzione come di uno strumento illuminato in grado di dare spazio a vari diritti tra i quali quello ad emigrare. De Meo ha sottolineato come ci siano delle oggettive difficoltà, a cominciare dal diritto di voto. “Tutti sappiamo che c’è bisogno di un processo riformatore e mi auguro che questa legislatura voglia considerare le difficoltà e le criticità che ci sono state, affinché si possa dare una rappresentanza reale agli italiani all’estero”, ha spiegato De Meo auspicando che gli italiani all’estero possano ritenersi compiutamente come tali pur vivendo fuori dai confini nazionali. “Ho sempre riconosciuto il valore aggiunto della nostra comunità nel mondo che però a volte incontra difficoltà a vedersi riconosciuti una carta d’identità o un passaporto”, ha sottolineato De Meo ricordando tuttavia come anche in Italia non sempre questi servizi alla cittadinanza siano ottimali. Toni Ricciardi (Deputato del Pd eletto nella ripartizione Europa , Consigliere del Cgie e docente all’Università di Ginevra) ha parlato di “una Repubblica fondata sul lavoro all’estero” sottolineando come non si tratti di un’affermazione provocatoria bensì della constatazione storica di una realtà. Ricciardi ha ad esempio ricordato l’accordo stipulato tra Italia e Belgio in fatto di migrazione di lavoratori italiani, evidenziando come siamo di fronte a “una delle pochissime Costituzioni nel mondo che ha vissuto la necessità di dover legiferare il diritto alla libertà di emigrazione”. Anche sul diritto alla rappresentanza, Ricciardi ha fatto riferimento in un excursus storico alle prime rivendicazioni in tal senso risalenti agli albori del secolo scorso quando già c’erano comunità italiane oltreconfine. Tuttavia, come ha sottolineato Ricciardi, è servito quasi un secolo per vedere la prima concretizzazione costituzionale di tale diritto ossia del voto degli italiani all’estero. Edith Pichler (professoressa di sociologia presso l’Università di Potsdam in Germania e già Consigliera Cgie) ha menzionato tre articoli della Costituzione partendo dall’art.3 che fa riferimento all’onere dello Stato di rimuovere gli ostacoli di tipo economico e sociale limitativi dell’uguaglianza dei cittadini. Si è passati quindi all’art.4 che afferma l’impegno da parte dei cittadini a svolgere, in base alle proprie attitudini, un’attività che concorra al progresso della società: spesso nel caso degli italiani all’estero questa partecipazione al progresso, materiale o spirituale, si è concretizzato nella società d’accoglienza facendo conoscere agli altri parte dell’identità culturale italiana. Quindi si è arrivati all’art.35 dove si parla della promozione della libertà dell’emigrazione e della tutela del lavoro italiano all’estero. Alfredo Soto (Professore di diritto internazionale presso l’Università di Rosario in Argentina) ha ricordato come, secondo la Costituzione, la Repubblica italiana sia fondata sul lavoro non soltanto dal punto di vista economico ma anche sociale. Soto ha evidenziato poi l’adattamento dell’ordinamento interno al diritto comunitario di tipo sovranazionale che è quello dell’UE. “La Costituzione italiana è ancora viva e ha una grande importanza per lo sviluppo degli italiani nel mondo”, ha precisato Soto. Silvana Mangione (Vicesegretaria del Cgie per i Paesi Anglofoni extraeuropei) ha ribadito la bellezza di una Costituzione che aveva previsto già all’epoca, nei suoi primi dodici articoli, alcuni tra i principi fondamentali universalmente riconosciuti in seguito anche altrove. Mangione ha ricordato la celebrazione dell’anniversario della Costituzione del 1988 che vide una lectio magistralis di Oscar Luigi Scalfaro; al contempo Mangione ha evidenziato la centralità di altre pubblicazioni storiche date alla luce per celebrare tale evento e che meriterebbero di essere ripubblicate. Mangione ha infine proposto al Cgie di esprimersi al più presto su una questione: “che ovunque nel mondo venga insegnato italiano, all’interno di questo insegnamento venga inserita anche la Costituzione italiana”, ha precisato Mangione riferendosi al ruolo fondamentale dell’educazione civica. Tommaso Conte (Comitato di Presidenza Cgie) ha parlato di un’emigrazione che per definizione viene collocata lontana geograficamente “ma non certo lontana con il cuore e con lo spirito”. Conte ha rilevato come la questione migratoria italiana sia più antica rispetto alla nascita della Repubblica. “Nel corso degli anni anche il fascismo dovette riconoscere che l’emigrazione era una vera e propria emorragia che indeboliva l’organismo della nostra società”, ha evidenziato Conte sottolineando come molti emigrati chiedevano ai Paesi nei quali risiedevano di non confondere la loro italianità con il regime fascista. Un fermento tra le comunità italiane all’estero, volto ad una ricostruzione democratica del nostro Paese, già presente prima della nascita dell’Italia repubblicana. Mariano Gazzola (Vicesegretario del Cgie per l’America Latina) ha parlato di una Costituzione che sancisce la libertà di emigrare nell’art.35 riconoscendo tale diritto quale superamento dell’idea dell’emigrazione come un qualcosa di associato semplicemente all’andarsene o al partire rinunciando così alla propria Nazione. “Non è solo libertà di andarsene, ed il lavoro non è solamente un concetto economico, è un valore e un elemento fondante della Repubblica”, ha spiegato Gazzola sottolineando come la Costituzione vada letta anche tenendo conto degli accadimenti storici del momento nel quale fu scritta: un mondo appena uscito da un conflitto mondiale, dove le frontiere non avrebbero più dovuto dividere. L’auspicio di Gazzola è che l’Italia venga chiamata ad essere “una potenza culturale” presente in ogni parte del globo. Gazzola ha infine voluto avanzare l’idea per cui organismi quali Comites e Consiglio Generale lavorino per l’attuazione di questo art.35 definito dal Consigliere come “l’articolo più importante della nostra Costituzione”. Gianluca Lodetti (Vicesegretario del Cgie di Nomina governativa) ha sollevato due questioni riguardanti la dimensione sostanziale della Costituzione: quella dei nuovi cittadini e quella della nuova emigrazione. Sui nuovi cittadini, Lodetti ha ricordato un passaggio di un discorso del Capo dello Stato che ha detto “la Repubblica siete anche voi”. Nell’art.54 c’è la prescrizione rivolta ai cittadini per l’osservanza delle leggi e la fedeltà allo Stato; tuttavia Lodetti si è domandato cosa abbia fatto fino ad oggi lo Stato per rendere effettiva questa cittadinanza presa all’estero al di là dell’attribuzione di un passaporto. “È mancata fino ad oggi una strategia culturale che, ripartendo dalla nostra Costituzione, imprimesse i suoi valori nei nuovi cittadini”, ha rilevato Lodetti segnalando la mancanza di conoscenza della storia dell’emigrazione italiana nelle nostre scuole. Sulle nuove emigrazioni Lodetti ha anche rilevato come non ci sia soltanto la mobilità altamente scolarizzata che sceglie la strada per l’estero, e come vi siano vari borghi italiani ormai spopolati e intere zone con scarsa popolazione. Dal canto suo, in conclusione dell’evento, il Segretario Generale del Cgie Michele Schiavone ha rilevato come proprio il fatto che la Costituzione italiana non venga applicate in tante occasioni rappresenti un motivo in più “per un organismo di rappresentanza quale è il Cgie per promuovere iniziative volte ad avvicinare i nostri connazionali alle istituzioni e per renderli protagonisti a pieno titolo di un paese che in questo campo è tra più avanzati nel mondo”. Schiavone ha inoltre sottolineato sia l’importanza della Costituzione, il delicato passaggio della modifica costituzionale per l’introduzione a inizio 2000 del voto all’estero rappresentò un punto di svolta, sia la necessità di avvicinare i principi costituzionali ai cittadini anche attraverso il cambiamento di alcuni passaggi. Un percorso che consentirebbe anche di ridurre la distanza fra cittadini e istituzioni. Schiavone ha anche ricordato i riferimenti sull’emigrazione inseriti nella Costituzione, un sogno antico di trasferirsi all’estero che oggi come allora risponde alla necessità di trovare una vita migliore, ma anche ad altre motivazioni. Dopo aver segnalato la proposta del Presidente del Comites di Tel Aviv volta a regalare una copia della costituzione ad ogni nuovo cittadino, Schiavone ha annunciato che proporrà al Comitato di Presidenza del Cgie di trascrivere gli esiti del webinar per farne una pubblicazione arricchita anche dai contributi dei consiglieri che non hanno potuto prendere parte alla discussione. (Inform)