(Roma, 4 dicembre 2023) - Rispondendo ad una mia dettagliata e circoscritta interrogazione, presentata a seguito della protesta di centinaia di concittadini italiani residenti in Uruguay e di ripetute manifestazioni organizzate a Montevideo dai rappresentanti della nostra grande collettività, il Ministero degli Affari Esteri ha risposto che il quadro che emerge da questo consolato “è positivo e che si osserva un incremento dei servizi erogati a beneficio della collettività”.
Prendiamo atto dell’autorevole risposta e ci scusiamo con i tanti italiani che, probabilmente presi da allucinazioni o animati da uno sterile e inutile animo polemico, hanno voluto manifestare in più modi la loro insofferenza verso le lunghe attese, il malfunzionamento del servizio prenotami e il moltiplicarsi di faccendieri che si approfitterebbero di tutto ciò vendendo “turni” e lucrando sulla buona fede dei nostri connazionali. Manifestazioni riprese dai maggiori quotidiani locali, che hanno dedicato intere pagine a tale malcontento, facendo eco anch’essi a tale persistente disagio. Nulla di tutto questo, per i funzionari del MAECI o per l’ineffabile Ambasciatore Iannuzzi (che proprio in questi giorni riceve una visita ispettiva inviata proprio dai suoi superiori della Farnesina): secondo la risposta del governo la sede consolare di Montevideo ha migliorato la propria “funzionalità organizzativa” ed è una delle sedi al mondo con maggiore personale. Quindi, perché lamentarsi? Dalla nostra amministrazione pubblica non ci aspetteremmo una semplice “difesa d’ufficio” delle sue strutture, e questo proprio perché vogliamo aiutarla a migliorare le sue performance soprattutto quando si trovano a confronto con situazioni complesse; in questo senso avremmo compreso una risposta che, pur indicando alcuni elementi di positività, avesse avuto il buon senso di non nascondere la testa sotto la sabbia o – peggio ancora – ignorare la pacifica protesta dei concittadini o le libere segnalazioni dei mass media. Purtroppo a Montevideo vige ancora la “legge di Iannuzzi”: censura e occhi chiusi, sempre e comunque.