Lo scorso 30 novembre presso i locali del CFS di Saint Gilles sono stati presentati i risultati di uno studio sulle nuove famiglie italiane di Bruxelles. Lo studio é stato realizzato dalle associazioni CASI UO e FILEF Nuova Emigrazione Belgio durante l’anno 2023. Negli ultimi anni, diversi studi e analisi sono stati condotti sui nuovi flussi migratori dall’Italia verso l’estero

che hanno ripreso una dimensione quantitativa considerevole a partire dalla crisi economica del 2008. Il vero e proprio momento di svolta si data ai primi anni della crisi con il repentino incremento del numero delle partenze ma anche con un cambiamento della composizione sociale e professionale del flusso. E da allora che possiamo parlare di “nuova emigrazione italiana” . Queste indagini hanno fornito dati che consentono di superare le narrazioni mediatiche sui “cervelli in fuga” e spostare l’attenzione dalle idee di “invasione” (da alcuni anni ormai il numero di “quelli che se ne vanno” e di chi arriva è sostanzialmente simile) o “sostituzione etnica” a un contesto di impoverimento e desertificazione in alcune parti del nostro Paese. Sia Casi che FILEF hanno approfondito la specificità belga e di Bruxelles, dove operano, legata a questi nuovi flussi. Tra i dati più interessanti emersi dalle nostre ricerche ma confermati per esempio dal Rapporto 2022 Italiani nel Mondo, della Fondazione Migrantes, ne riportiamo due: la rilevanza nei flussi migratori delle fasce di età più giovani e il numero significativo di donne. Dal 2006 al 2022 la mobilità italiana è cresciuta dell’87% in generale, del 94,8% quella femminile, del 75,4% quella dei minori e del 44,6% quella per la sola motivazione “espatrio”. Una mobilità giovanile che cresce sempre più perché l’Italia ristagna nelle sue fragilità; ha definitivamente messo da parte la possibilità per un individuo di migliorare il proprio status durante il corso della propria vita accedendo a un lavoro certo, qualificato e abilitante (ascensore sociale); continua a mantenere i giovani confinati per anni in “riserve di qualità e competenza” a cui poter attingere, ma il momento non arriva mai. Il tempo scorre, le nuove generazioni diventano mature e vengono sostituite da nuove e poi nuovissime altre generazioni, in un circolo vizioso che dura da ormai troppo tempo. In questa situazione, già fortemente compromessa, la pandemia di Covid-19 si è abbattuta con tutta la sua gravità rendendo i giovani italiani una delle categorie più colpite dalle ricadute sociali ed economiche. Questi due fattori hanno spinto a una riflessione su un elemento spesso non indagato a sufficienza: l’impatto dell’esperienza migratoria sulla possibilità di costituire un nucleo familiare e concepire figli e/o figlie. In altre parole, ci siamo chiesti quali siano i problemi che una coppia che intraprende l’esperienza genitoriale deve affrontare in un paese non suo (la scuola, la lingua, i diritti, ecc.), ma anche come il cambiamento di stile di vita, determinato dal diventare genitore, si intreccia con la condizione di ‘espatriato/a’. Foto di Anemone123 da Pixabay

FONTE: https://hub-beit.info/le-nuove-famiglie-italiane-a-bruxelles/