Questo 2023 ci lascia, carico di inquietudini e sofferenza: alla guerra in Ucraina si è aggiunta quella in Medio Oriente, in un mondo sempre più contrassegnato da conflitti locali che danno purtroppo sostanza a quella che Papa Francesco ha già definito come “la terza guerra mondiale a pezzetti”. Anche per questo l’anno che arriva si carica di speranze e aspettative forse superiori a quelle che solitamente accompagnano questo passaggio cronologico.
Alle tante amiche e ai tanti amici che da anni mi seguono grazie a questa newsletter voglio fare arrivare il mio abbraccio fraterno e affettuoso, un abbraccio che estendo ovviamente alle vostre famiglie e alle vostre comunità. La grande comunità degli italiani nel mondo, e in maniera particolare quella che vive in Sudamerica, è ormai divenuta per me l’estensione della mia famiglia e ho imparato a convivere con le gioie e le preoccupazioni quotidiane di ognuno di voi. Come potrete vedere da questa ultima newsletter dell’anno, il lavoro in Parlamento e all’interno delle nostre collettività non si è indebolito nel corso di questi ultimi mesi; al contrario: le iniziative e i progetti si sono moltiplicati e a tutto ciò ha corrisposto un aumento del mio impegno e del mio entusiasmo. Se da un lato non ci sono novità positive sul fronte dell’impegno del governo italiano a sostegno dei programmi che riguardano le nostre comunità nel mondo (lingua e cultura, camere di commercio, servizi consolari, sistema di rappresentanza, stampa e informazione), sul versante parlamentare salutiamo positivamente l’avvio dell’iter parlamentare di ben tre proposte di legge da me presentate. La prima, della quale sono il primo firmatario, riguarda l’insegnamento della storia dell’emigrazione nelle scuole italiane nell’ambito delle migrazioni contemporanee; una legge importantissima, che restituirebbe dignità storica e culturale ai milioni di italiani che per oltre un secolo hanno fatto onore al nostro Paese con il loro impegno in tutti gli ancoli del pianeta. Le altre due, delle quali sono co-firmatario, riguardano il trasferimento di una quota di quanto incassato dai consolati sui passaporti a favore del miglioramento dei servizi e del sistema “prenot@mi” e la riduzione dell’imposizione fiscale sulle case in Italia possedute dai residenti all’estero. Sono segnali importanti di attenzione del Parlamento a tre delle principali rivendicazioni delle nostre collettività all’estero e spero fortemente che questa volta potremo ottenere un risultato che renderebbe giustizia non a una parte politica ma a tutti gli italiani nel mondo. Ma il 2024 sarà anche l’anno del “turismo delle radici”; si tratta di una iniziativa importante che risponde ad una sollecitazione e a proposte che già in passato avevamo avanzato a tutti i livelli della rappresentanza degli italiani all’estero. Chiediamo però al governo italiano un impegno maggiore e più risorse a favore dei nostri connazionali residenti all’estero, ai quali vanno offerte occasioni concrete per realizzare il “viaggio delle radici”, in un contesto internazionale purtroppo segnato da un forte incremento del costo dei viaggi aerei che spesso rende impossibile la pianificazione di uno spostamento in Italia, soprattutto per un nucleo familiare. Per quanto mi riguarda, lo sapete, non mancherò di rispondere alle tante aspettative e richieste che mi provengono da ciascuno di voi con altrettanto impegno e lavoro, nella motivata speranza di riuscire a “portare a casa” qualche risultato importante e significativo, valorizzando in maniera adeguata i tanti italiani e i loro discendenti che dall’estero potrebbero in questo modo restituire tanto ad un’Italia sempre più “vecchia” e quindi più bisognosa di nuove energie e risorse umane. Noi ci siamo e ci saremo! FONTE: la voce d’Italia https://lavoceditalia.com/2023/12/31/705854/messaggio-dellon-fabio-porta-con-speranza-e-ottimismo-verso-un-2024-carico-di-aspettative-e-impegni/