ROMA - Il Governo dovrebbe “garantire l'incolumità” degli italiani in Ecuador “anche attraverso l'attivazione di canali di comunicazione in grado fornire alla nostra ambasciata un monitoraggio in tempo reale della situazione”. È quanto sostiene il deputato Pd Enzo Amendola che, in una interrogazione a risposta in Commissione indirizzata al Ministro degli esteri Tajani,
chiede all’Esecutivo anche di “sostenere le istituzioni ecuadoregne per fermare gli scontri ed evitare una escalation della situazione anche nei paesi confinanti”. Nella premessa all’interrogazione, sottoscritta anche dai colleghi Porta, Provenzano, Quartapelle e Boldrini, Amendola ricorda che “l'Ecuador sta vivendo giorni di terrore e violenza con attacchi simultanei di gruppi armati in centri commerciali, uffici e persino in una stazione televisiva durante una trasmissione in diretta a Guayaquil. Gli attacchi sono iniziati con l'evasione dal carcere di Adolfo Macìas “Fito”, leader della banda criminale Los Choneros, quando doveva essere trasferito e isolato in una struttura di massima sicurezza. La seconda città del Paese è stata l'epicentro dell'offensiva da parte di commando legati alla criminalità organizzata che le autorità non hanno esitato a definire “terroristi””. “Il presidente Daniel Noboa – riporta Amendola – ha dichiarato, senza mezzi termini, che il suo Paese si trova “in uno stato di guerra” e che le azioni violente degli ultimi giorni sono la risposta dei gruppi criminali alle azioni intraprese dalla sua amministrazione per fermare l'escalation di insicurezza che ha reso l'Ecuador uno dei Paesi più violenti al mondo; per questo, Noboa ha ordinato con un decreto “la mobilitazione e l'intervento delle forze armate e della polizia nazionale” per “garantire la sovranità e l'integrità nazionale contro la criminalità organizzata e i gruppi terroristici””. Noboa, “il più giovane presidente nella storia del paese”, evidenzia il deputato Pd, “è stato eletto pochi mesi fa, al termine di una campagna elettorale segnata dall'uccisione di diversi candidati, tra cui Fernando O Villavicencio. Noboa, ha denunciato l'esistenza di un “conflitto armato interno” nel Paese e ha ordinato alle Forze Armate di considerare i gruppi paramilitari e le gang legate ai narcos come “obiettivo militare”. Tra le prime attività, ha disposto la “neutralizzazione” delle azioni criminali da parte delle bande di cui ha fornito una lista, sottolineando che le forze armate devono agire “nel rispetto dei diritti umani”; questi gruppi armati, la maggior parte dei quali erano semplici bande di strada qualche anno fa, sono diventati i protagonisti del traffico internazionale di droga. In Ecuador è notevolmente cresciuta la violenza dopo essere diventato il principale punto di esportazione della cocaina prodotta nei vicini Perù e Colombia. Gli omicidi sono aumentati dell'800 per cento tra il 2018 e il 2023, passando da 6 a 46 ogni centomila abitanti. Nel 2023 sono stati registrati 7.800 omicidi e sono state sequestrate 220 tonnellate di droga”. Intanto, aggiunge Amendola, “il governo del Perù ha ordinato l'immediato dispiegamento delle forze armate al confine con Ecuador per evitare che l'instabilità si propaghi nel proprio Paese”. Posto che “al momento nessun connazionale è stato coinvolto negli scontri”, il parlamentare chiede a Tajani “quali notizia abbia il Governo in merito alla situazione in Ecuador” e “quali iniziative di competenza stia intraprendendo per garantire l'incolumità dei nostri connazionali presenti nel Paese anche attraverso l'attivazione di canali di comunicazione in grado fornire alla nostra ambasciata un monitoraggio in tempo reale della situazione e sostenere le istituzioni ecuadoregne per fermare gli scontri ed evitare una escalation della situazione anche nei paesi confinanti”. (aise 17/01/2024)