“La Costituzione è la Cappella Sistina della Repubblica e questo premierato la vandalizza”. Il Senatore del Pd Francesco Giacobbe, nel suo intervento in aula a Palazzo Madama, ha così criticato la riforma costituzionale proposta dal governo. “La nostra Costituzione è nata attraverso una discussione che ha coinvolto tutto l’arco costituzionale perché la democrazia è confronto,
è mediazione, è condivisione, in particolare di quelli che sono i pilastri chiamati a reggere tutto l’impianto democratico – ha detto-. Oggi, invece, si propone di cambiare quello stesso impianto, senza che vi sia stato alcun confronto, condiviso ed essenziale, per un’eventuale modifica così incisiva e stravolgente del nostro sistema politico istituzionale”. Il Senatore ha ricordato come lo stesso ex braccio destro di Berlusconi, Gianni Letta, abbia sottolineato che “questa modifica costituzionale ridurrebbe i poteri del Presidente della Repubblica perché la forza che deriva dalla investitura popolare è certamente maggiore di quella che deriva dal Parlamento. E ciò porterebbe squilibrio in quella che è oggi la dialettica istituzionale”. Squilibrio che, secondo il rappresentante del Pd, ci sarebbe anche nella distribuzione dei seggi: “Un eventuale bonus di maggioranza – spiega Giacobbe - potrebbe essere assegnato a chi in realtà rappresenterebbe una piccola minoranza degli aventi diritto al voto. E una percentuale ancor minore se si considera la fetta della popolazione che non ha acquisito ancora il diritto di voto, come i nostri ragazzi non ancora maggiorenni ma già parte attiva della vita civile del Paese”. “Bisogna accantonare questa riforma dannosa e vandalica per il Paese e avviare un confronto bipartisan che parta dall’esigenza prioritaria di coinvolgere un numero maggiore di cittadini nella scelta del governo. E solo dopo sarà possibile esplorare cambiamenti alle regole in modo che garantiscano, non la stabilità di un Governo, non la carica di un leader, non la maggioranza di un partito, ma la Stato, le istituzioni e i cittadini”, conclude Giacobbe.