ROMA - “L’obiettivo principale di questa legge dovrebbe essere quello di garantire la stabilità facendo scegliere agli italiani il capo del Governo, ci dice la maggioranza, legando la durata della legislatura con quella dell’esecutivo. È vero che gli italiani potranno scegliere in questo modo direttamente il presidente del Consiglio,
ma a spese del diritto fondamentale che ogni cittadino ha in un Paese democratico, che è quello di controllare l’operato del governo attraverso i propri eletti. Io credo che gli italiani oltre a scegliere abbiamo anche e soprattutto il diritto di controllare continuamente l’operato dell’esecutivo, in modo indipendente e senza condizionamenti”. Così Andrea Crisanti, senatore Pd eletto in Europa, nel suo intervento in Aula durante la discussione sulla riforma del premierato. “Il controllo sull’operato del governo si esercita in aula, anche e soprattutto con il voto di fiducia; si esercita anche e soprattutto – ha sottolineato Crisanti – senza vincolo di mandato e attraverso il contributo di persone autorevoli e indipendenti come i senatori a vita, che questa legge ha avuto premura di “eliminare”, per usare le parole del governo”. “Abbiamo dimostrato nel dibattito in aula e in commissione come questa legge ridimensioni il potere e le prerogative del presidente della Repubblica, ma il vero obiettivo è ridimensionare e svilire il Parlamento”, ha accusato il parlamentare. “Ora, questa legge, alterando il rapporto di pesi e contrappesi, limita in modo drammatico l’indipendenza e il potere di controllo del Parlamento. Il presidente del Consiglio avrà il potere di nominare i ministri; il presidente del avrà il potere di revocare i ministri a suo piacimento; e infine avrà il potere di sciogliere le Camere. Tutto il potere nelle mani di una persona sola”. “Chiedo dunque: stando così le cose, a questo punto, perché rimane la necessità di eleggere i membri del Senato e della Camera? Se ne può fare a meno. L’elezione diretta – ha sostenuto Crisanti – è una cambiale in bianco che si chiede ai nostri cittadini di firmare con il loro voto, privandoli dell’unico potere che hanno attraverso l’indipendenza e l’autonomia del Parlamento di controllare l’operato del presidente del Consiglio. Le vittime saranno proprio quei cittadini ai quali Giorgia vuole dare il potere di scegliere. Giorgia con una mano dà una briciola e con l’altra mano toglie il braccio. La maggioranza ha i numeri per approvare questa legge ma gli italiani – ha concluso il senatore – sapranno scegliere tra quelli che sono i loro diritti e questo imbroglio di nome Giorgia”. (aise 29/05/2024)