TRENTO – Il Consiglio dell’Associazione Trentini nel mondo ha approvato un documento che illustra la posizione dell’associazione in merito al Decreto Legge 28 marzo 2025, n. 36, “Disposizioni urgenti in materia di cittadinanza”. Nel testo si esprime rammarico e perplessità sia per il contenuto del Decreto Legge che introduce nuove e stringenti restrizioni alla trasmissione della cittadinanza italiana per discendenza (in particolare per chi è nato all’estero da genitori italiani),
sia per le modalità con cui è stato presentato. “Il provvedimento, che modifica la legge 5 febbraio 1992, n. 91 – si legge nel testo – limita la cittadinanza automatica alla seconda generazione e impone di dimostrare ‘legame effettivo’ con la Repubblica Italiana. Il provvedimento del Governo non si limita ad arginare le richieste di riconoscimento della cittadinanza Iure Sanguinis per quanti non ne hanno ancora fatto richiesta, ma ostacola la trasmissione della cittadinanza italiana per chi nasce all’estero da genitori italiani. Si tratta di un provvedimento che la Trentini nel mondo ritiene non condivisibile”. “ La Costituzione italiana (articolo 77) – continua il documento – prevede che i decreti di urgenza siano consentiti solo in presenza di una reale e comprovata necessità, che nel caso specifico non sembra sussistere. Il provvedimento limita, con esecutività immediata, un diritto fondamentale come quello della cittadinanza, introducendo ex novo principi giuridici quali il ‘legame effettivo’ finora mai considerati nel nostro ordinamento sulla cittadinanza. Il provvedimento introduce quindi una riforma senza precedenti dei principi fondamentali che hanno plasmato la cittadinanza italiana per generazioni” . Nel testo si ricorda inoltre che il 24 giugno prossimo la Corte Costituzionale dovrà esaminare “la costituzionalità dell’articolo 1 della Legge 5 febbraio 1992, n° 91(«Nuove norme sulla cittadinanza»), che attribuisce la cittadinanza, Iure Sanguinis, ai figli di cittadini residenti all’estero, senza che sia previsto alcun limite temporale o generazionale”, che la “Costituzione non prevede alcun obbligo di residenza per l’esercizio dei diritti, ma anzi stabilisce esplicitamente il diritto di uscire dal territorio della Repubblica e di rientrarvi (articolo 16) e riconosce la libertà di emigrazione (articolo 35)”. Nel documento si fa poi notare come, secondo la Trentini nel Mondo “la conseguenza più evidente del decreto sarà una significativa riduzione del numero degli italiani residenti all’estero” e “in prospettiva, il definitivo allontanamento dall’Italia delle comunità di oriundi che in tutto il mondo promuovono e coltivano vincoli effettivi ed affettivi con il nostro Paese”. Rilevato inoltre come grazie i connazionali all’estero “L’Italia sia un Paese conosciuto, rispettato e amato in tutti i continenti. Lo stile di vita italiano è riconosciuto e apprezzato, i nostri prodotti sono considerati sinonimo di qualità e buon vivere. L’Associazione Trentini nel mondo, attiva dal 1957, – si legge ancora nel testo – è testimone del legame identitario e culturale indissolubile che esiste tra il Paese di origine degli avi e quello di residenza dei loro discendenti, che si manifesta attraverso l’impegno di singoli e dei Circoli nell’allacciare, mantenere e ravvivare relazioni tra i luoghi di emigrazione e il Paese di origine”. Alla luce di questa riflessione “la Trentini nel mondo, sostiene la richiesta fatta da UNAIE (Unione Nazionale Associazioni di Immigrazione ed Emigrazione) di avere un incontro con il Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale per un confronto sulle modifiche da apportare durante l’iter di approvazione del decreto da parte del Parlamento”. In particolare l’associazione sottolinea la necessità “che il diritto all’ottenimento automatico della cittadinanza sia riconosciuto fino ai discendenti di terzo grado, senza il vincolo dell’essere nato in Italia e, per i discendenti oltre la terza generazione, che il riconoscimento della cittadinanza italiana sia subordinato all’esistenza di un “legame effettivo” che prescinde dalla residenza (come ad esempio la conoscenza degli elementi di base della cultura italiana, il possesso di un titolo di studio italiano ancorché conseguito all’estero, la proprietà di immobili e beni mobili in Italia, soggiornare frequentemente per periodi anche inferiori all’anno in Italia). Si chiede inoltre l’introduzione di maggiori controlli per evitare il riconoscimento di cittadinanze fittizie e l’inasprimento delle sanzioni per coloro che presentano documentazioni non veritiere”. (Inform venerdì, 11 Aprile, 2025)