Roma e Torino, 15 aprile 2009. Due aggressioni razziste, particolarmente brutali, a Roma e Torino. Se fosse accaduto in un altro Paese dell'Unione europea, si sarebbero susseguite dichiarazioni di solidarietà verso le vittime da parte delle più alte cariche dello stato, interrogazioni e inchieste parlamentari,
mentre i media avrebbero stigmatizzato con enorme rilievo le vicende. In Italia, invece, l'odio razziale, il sangue versato per l'intolleranza sono diventati fatti "normali", verso i quali le autorità spendono poche parole di circostanza e i media manifestano la massima indifferenza. A Roma, nella notte fra domenica e lunedì, un ventenne italiano ha spaccato una bottiglia un testa un senegalese di trent'anni, cavandogli un occhio. L'episodio è avvenuto di fronte a un bar di via Mussomeli, di fronte a diversi testimoni. L'aggressore ha gridato alla vittima "Negro di merda," prima di colpirlo. Quando i carabinieri sono sopraggiunti per arrestarlo, il giovane ha sorriso loro con orgoglio, confermando di essere l'autore della violenza. A Torino una donna italo-somala di 39 anni è stata colpita a bastonate da un settantenne italiano, che poi le ha rivolto insulti razziali. La donna stava aspettando l'autobus. Il violento si è dileguato e le autorità lo cercano, basandosi su alcune testimonianze.