La Commissione Continentale America Latina si è riunita a Montevideo dal 15 al 17 aprile 2011, presieduta dal Vice Segretario Generale Francisco Nardelli, assistito dal Capo della Segretaria Esecutiva Stefano Verrecchia. Erano presenti i Consiglieri Araldi, Arona, Buttazzi, Canepa, Coletta, Collevecchio, Di Martino, M. Gazzola, Laspro, Narducci, Palermo, Petruzziello,
Piazzi, Pieroni, Pinto, Romanello, Salvarezza, Siena e Toniut. Assenti giustificati i Consiglieri Castellani e Pallaro. Ha partecipato ai lavori la delegazione ufficiale del Senato della Repubblica composta dai Senatori Claudio Micheloni e Raffaele Fantetti, dalla Senatrice Mirella Giai, accompagnati dalla dott.ssa E. Salustri; presente anche l’On. Porta. Ha altresì partecipato ai lavori il vice Presidente del Comites di Montevideo, Franco Magno. In apertura dei lavori, il Segretario Generale alla Presidenza dell’Uruguay Alberto Breccia, il Ministro del Turismo uruguayano Hector Lescano e l’Ambasciatore d’Italia a Montevideo Massimo Andrea Leggeri hanno rivolto un saluto all’assemblea. La Commissione, dopo l’analisi dei punti all’ordine del giorno svolta dal Vicesegretario Generale, seguita da un approfondito dibattito, è pervenuta alle conclusioni qui di seguito riportate. “La Commissione ha considerato l’importante ruolo delle collettività italiane all’estero non solo durante il Risorgimento e nel processo di unificazione del Paese, ma anche nella successiva ricostruzione dell’Italia devastata dalle guerre.†Dalla valorizzazione di queste realtà storiche, i Consiglieri hanno svolto una profonda riflessione sul ruolo che hanno oggi le collettività italiane all’estero nei confronti della madre patria e sul futuro di questo rapporto. In questo senso, la Commissione considera indispensabile, per salvaguardare il futuro legame di queste collettività con l’Italia, definire una vera e propria specifica politica che prenda atto delle nuove caratteristiche di queste realtà . Inoltre, la Commissione ha ritenuto importante, in questo momento storico, avviare un lungo e approfondito dibattito sull’attribuzione della cittadinanza italiana, ricordando il percorso storico ma guardando soprattutto al futuro. La trasmissione della cittadinanza per i nostri connazionali all’estero è un atto che rafforza l’appartenenza alla madre patria. Dopo aver comparato le situazioni che si sono create a causa dell’emanazione di differenti leggi che ne hanno regolato la materia, la Commissione ritiene doveroso che sia sanata la disparità di trattamento che ha portato alla mancata attribuzione della cittadinanza italiana a tante persone che effettivamente ne avrebbero diritto. Pertanto, la Commissione auspica che vengano in particolare sanate le seguenti situazioni: “impossibilità delle donne di trasmettere la cittadinanza ai propri figli nati prima del 1948; la possibilità di riacquisto della cittadinanza italiana per chi l’ha persa per motivi di lavoro o di matrimonio, con la conseguente trasmissione ai propri figli seppur maggiorenni. La riapertura dei termini della legge 379/2000 per il riconoscimento della cittadinanza italiana per le persone nate e già residenti nei territori appartenuti all’Impero Austro Ungarico nonché ai loro discendenti. Durante il dibattito è emersa anche la necessità che le Istituzioni tengano conto, nella prossima legge sulla cittadinanza, del fatto che vivono sul territorio nazionale circa 5 milioni di immigrati. Infatti, la Commissione ritiene che il legislatore, sebbene possa adottare il principio del “ius solis†deve altresì tener conto che l’abbandono dello “ius sanguinis†comporterebbe la rottura del rapporto con la realtà italiana all’estero. Nel caso che venisse approvata una nuova legislazione in materia, la Commissione chiede si tenga conto di quei connazionali che già hanno fatto richiesta di riconoscimento della loro cittadinanza italiana e se vedono negato il diritto per un problema di insufficienza di risorse, organica e finanziaria dei diversi consolati. La Commissione America Latina ribadisce ancora una volta l’indispensabilità di procedere al più presto al rinnovo dei Comites e del CGIE. Pertanto chiede ancora una volta alle istituzioni preposte di indire al più presto le necessarie elezioni. La Commissione ringrazia i Senatori presenti che hanno illustrato alla Commissione lo stato di avanzamento dell’iter parlamentare della Riforma nonché l’On. Porta per il suo contributo al dibattito. Tuttavia non ritiene che il testo unificato di legge del relatore Sen. Tofani sia riuscito a cogliere le sollecitazioni pervenute dai Comites e dal CGIE. In considerazione dei numerosi emendamenti al testo (alcuni dei quali tra loro contrastanti) che non lasciano intravedere il nuovo quadro normativo che dovrebbe emergere, la Commissione chiede di rivedere ancora una volta il testo per integrarlo con le proposte avanzate dai Comites e CGIE. La Commissione ha largamente dibattuto sullo stato della rete consolare, la quale, alla luce del processo di ristrutturazione che la sta riguardando, gestisce con difficoltà i servizi richiesti della comunità italiana sempre più numerosa. La Commissione chiede che vengano chiariti il ruolo ed i meccanismi di designazione dei consoli e degli agenti onorari; sottolinea inoltre la grave situazione nella quale versa la rete consolare onoraria i cui finanziamenti sono quasi azzerati. Nel frattempo la Commissione auspica l’applicazione della legge per regolare l’attività dei patronati, affinché possa essere valorizzato l’importante lavoro che svolgono nell’area latinoamericana attraverso un’ampia rete di sportelli. La Commissione ha ascoltato la relazione del Responsabile delle Convenzioni internazionali dell’Inps, dott. Salvatore Ponticelli, il quale ha illustrato lo sviluppo del nuovo contratto con la City Bank per il pagamento delle pensioni Inps all´estero. Il dott. Ponticelli ha allertato la Commissione sulla necessità di aggiornare gli elenchi dell´Istituto con l´invio periodico del certificato di esistenza in vita dei pensionati per evitare eventuali sospensioni delle prestazioni. La Commissione auspica che possano essere evitati i problemi creatisi con la precedente aggiudicataria, che non aveva garantito un effettivo ed adeguato servizio. I Consiglieri hanno nuovamente sollevato la problematica degli indebiti delle pensioni sollecitando ai Parlamentari una nuova sanatoria. La Commissione ha manifestato la sua preoccupazione sulle nuove norme che regolano il recupero coatto degli indebiti. Sull’assistenza sociale e sanitaria è stata nuovamente ribadita la preoccupazione per le conseguenze che gli ulteriori tagli provocano nella popolazione più vulnerabile. La revoca delle polizze sanitarie ha lasciato migliaia di persone senza adeguata copertura, evidenziando come il sistema in atto non garantisca né uguaglianza di trattamento né la possibilità di una tempestiva assistenza. La Commissione ha verificato con preoccupazione che le disponibilità finanziarie assegnate a questo capitolo di spesa nella legge di stabilità sono circa il 30% inferiori a quelle erogati nell’anno precedente, pertanto assolutamente insufficienti a coprire un’adeguata assistenza. Conseguentemente, chiede il ripristino dei fondi del capitolo almeno ai livelli del 2010. Per le varie ed eventuali sono state affrontate tre tematiche. Il Consigliere Canepa ha esposto l’attuale situazione circa la restituzione della proprietà della Scuola Raimondi da parte dello Stato Italiano alla collettività italiana in Cile, chiedendo aiuto all’On. Angeli e ai Parlamentari presenti per sollecitare la questione. I consiglieri del Cile hanno espresso la loro preoccupazione riguardo alla mancata ratifica della convenzione previdenziale sottoscritta da oltre 10 anni tra Cile e Italia, auspicando che il Governo dia in breve tempo il relativo via libera. Infine è stato trattato il tema sulla riapertura dei termini, scaduti il 10 dicembre 2010, della legge 379/00 per l’acquisto della cittadinanza italiana dagli emigrati dai territori allora appartenenti all’Impero Austroungarico e i loro discendenti. La Commissione ritiene che ciò costituisca una discriminazione poiché è l’unica regione d’Italia a cui viene rifiutato il diritto ad acquisire la cittadinanza, senza motivazioni di tipo economico, affermando che non deve essere posto un termine legale.