(SA) – Non v’è dubbio che da tempo si è posto il problema della grande patrimonio edoilizio che le associazioni più antiche hanno messo assieme, ad uso della comunità. Alcuni di grande pregio architettonico, come è il caso dell’edifico dell’Unione Operai sito in Calle Sarmiento 1300 a Buenos Aires*, di proprietà della società “Unione e Benevolenza”.

Un edificio che racchiude la un pezzo importnate di storia dell’emigrazione italiana in Argentina, unitamente ad altri edifici che per lunghi annisono stati punti di riferimento della comunità italiana, che dentro quelle mura ha saputo portare avanti una grande politica sociali, di assistenza, di mutuo soccorso, ma anche e principalmente di conservazione delle tradizioni della cultura. Luoghi dove la cultuta ha subito un importante processo di arricchimento, di contaminazione, aiutando non solo le nostre comunità ad integrarsi, ma anche ad arricchire culturalmente lo stesso èprocesso di integrazione ed in uno lo stesso bagaglio culturale individuale e collettivo. Da tempo si chiede uj intervento dello stato per consentire la conservazione e la valorizzazione di questi edifici, ma mai come ora att0rno a questi problemi c’è stata indifferenza, incomprensione, per non parlare di un saduco sentimento di distruzione, di cancellazione che si sta da tempo addensando sulla storia della nostra emigrazione, quasi non facesse parte della storia d’Italia ora, in questo momento che si celebra il 150° dell’unità della nazione. Non è certo nostra intenzione aprire una sterile polemica, per cui ci limitiamo a riportare qui di seguito quanto sta succedendo a Buenos Aires a danno della comunità italiana e della sua storia. Quello che possiamo dire è che noi ci schieriamo dalla parte della storia e che cercheremo nel nostro piccolo di difenderla, difendendo anche i luoghi che ce la ricordano e che sono ancora oggi intrisi dei sacrifici di tante persone, sacrifici che oggi si tenta da cancellare, di fare scomparire.

QUESTI GLI ESTREMI DELLA POLEMICA O DEL CONFRONTO SE SI VUOLE, che volentieri sottoponiamo alla riflessione dei nostri lettori

Carissimi amici, quello che era un presentimento avuto si e' trasformato purtroppo in bieca realta': la Unione e Benevolenza ha messo in vendita l'edificio che sta in Calle Sarmiento al 1300 dell'Unione Operai!!!! E' un atto indefinibile, questo edificio rappresenta la storia degli Italiani in Argentina ed a Buenos Aires in particolare. E' stato forse uno dei piu' grandi progetti dell'architetto Virgilio Colombo, Italiano eccellente. L'edificio e' anche stato posto sotto tutela storica dalla Municipalita' diu Buenos Aires, e' catalogato come patrimonio storico culturale della citta'. Con quale autorita' lo mettono in vendita? perche' non hanno informato tutta la collettivita' di questo insano propostio? Noi tutti abbiamo l'obbligo di intervenire su questo tema, dobbiamo almeno per una volta dimenticare le rivalita'. le gelosie, gli odii e unirci in un proposito di orgoglio ed idendita' storica della collettivita'. Ognuno di noi deve dare il suo contributo per far si che questo edificio possa tornare ad essere il palcoscenico della collettivita' tutta. Possiamo tutti insieme creare un progetto per salvarlo da questo ignobile destino che amministratori irresponsabili gli vogliono dare. Nessuno puo' sfruttare questo evento per fini propri, serve lumilta' dei grandi! Propongo di riunirci a breve in una della sedi piu' grandi ed elaborare un progetto unitario. Possiamo chiedere alle nostre regioni di finanziare l'operazione che divisa tra tutte le regioni sarebbe fattibilissimo e creare il Palazzo delle regioni Italiane in Argentina, dove srebbero allocate tutte le rappresentanze in modo unitario. Siamo chiamati a dare un segno di Italianita', ne siamo capaci e lo dimostreremo di fronte a tutta l'opinione pubblica. Coordiniamoci per riunirci per esempio a fine maggio nella sede del COMITES presso il consolato generale a Buenos Aires. Un appello all'amico Gianni Pittella, Vice Presidente del Parlamento Europeo, che sempre ha tenuto a cuore la storia e la condizione degli Italiani in asud America ed in Argentina in particolare, affinche' si faccia promotore e portavoce verso gli enti che possono aiutarci in questa opera. Attendo vostre notizie invitandovi anche a leggere sulle pagine dell'Italiano articoli inerenti.

Un carissimo abbraccio a tutti Pino Russo

QUANTO ERRONEAMENTE AFFERMATO DAL PRESIDENTE CARMELO MENSA E' PRETESTUOSO E FALSO. SANNO DI METIRE E LO FANNO LO STESSO. IL PROBLEMA PERO' NON E' FAR POLEMICA CON NESSUNO, I FATTI SONO ALL'EVIDENZA DI TUTTI: L'EDIFICIO E' STATO MESSO IN VENDITA! COME TRUTTE LE ALTRE PROPRIETA' CHE DA QUALCHE ANNO STANNO VENDENDO PER FAR FRONTE AD UNA CRISI VOLUTA E MAL DIRETTA. L'EDIFICIO DELL'UNIONE OPERAI E' LA STORIA DELL'EMIGRAZIONE ITALIANA IN ARGENTINA, NESSUNO SE NE PUO' ARROGARE IL DIRITTO DI VENDERLO! SONO SICURO CHE CON UN'AZIONE CONGIUNTA SI POSSA SALVARE E RIDARLO ALLA COLLETTIVITA'. IL VOLER AZIONARE STERILI POLEMICHE E' TESO SOLO AD UN UNICO SCOPO, DISTOGLIERE L'ATTENZIONE SUL FATTO GRAVE DELLA VENDITA. LEGGO SEMPRE E QUOTIDIANAMENTE CIO' CHE DICE MANTICA ED ALTRI, QUESTO NON MI ESIME DALL'AZIONARMI PER SALVARE L'EDIFICIO. NON HO PROPOSTO DI CHIEDERE AL GOVERNO ITALIANO SOLDI, PER POI DARLI A CHI? L'EDIFICIO LA UNIONE E BENEVOLENZA LO HA RICEVUTO IN DOTAZIONE DOPO LO SCIOGLIMENTO DELL'UNIONE OPERAI, LO STESSO POTRA' FARE CON LA COLLETTIVITA', RENDERLO AI LEGITTIMI PROPRIETARI. L'AZIONE CHE CHIAMO E' PER RESTAURARLO E RENDERLO SERVIBILE PER LA COLLETTIVITA'. PERTANTO PREGO LA UNIONE E BENEVOLENZA, TRAMITE IL SUO LOQUACE PRESIDENTE, DI UNIRSI A TUTTI NOI PER ELABORARE UN PIANO DI SALVATAGGIO REALE. LA MOBILITAZIONE DI TUTTI PORTERA' A SICURA SOLUZIONE. PER QUEL CHE MI RIGUARDA SONO SEMPRE STATO E SARO' SEMPRE DISPONIBILE A LAVORARE SERIAMENTE SU PROGETTI VERI. SIAMO SOLO AGLI INIZI, CE LA FAREMO UNITI SENZA FARCI DISTOGLIERE DA PRETESTUOSE POLEMICHE. UNA SOLA NOTA DI CHIAREZZA: DURANTE LA MIA PRESENZA COME TESORIERE, HO PIU' VOLTE CERCATO DI FAR CAPIRE AGLI ATTUALI DIRIGENTI CHE SI DOVEVA CAMBIARE RADICALMENTE MODO DI GESTIRE, RICEVENDO COME RISPOSTA L'INVITO AD ANDARMENE. O SACRIFICI DI CUI PARLANO E' LA VENDITA DI PROPRIETA' CHE LA UNIONE E BENEVOLENZA AVEVA, RIFIUTANDOSI SEMPRE DI APREIRE ALLA COLLETTIVITA'.QUANTO DURERA' ANCORA LA SCUOLA? PINO RUSSO 2011/5/24 Unione e Benevolenza SONO PASSATI 40 ANNI E LA COLLETTIVITA’ TUTTA , LE AUTORITÁ CONSOLARI E DIPLOMATICHE, NONCHE I COMPETENTI MINISTERI DEL GOVERNO ITALIANO PIÚ VOLTE INTERPELLATI PER OTTENERE UN CONTRIBUTO FINALIZZATO AL RESTAURO DELL’EDIFICIO OPERAI ITALIANI, COMPRESO L’ON. MIRKO TREMAGLIA, NON HANNO MAI DATO UN SEGNALE DI VOLER CONTRIBUIRE AFFINCHE’ SI POTESSE METTERE IN VALORE L’IMMOBILE PROIETTATO DA VIRGINIO BIANCHI. LO SCRIVENTE SI SAREBBE DOVUTO ATTIVARE CUANDO ERA MEMBRO DELLA COMMISSIONE DIRETTIVA E TESORIERE DELLA “UNIONE E BENEVOLENZA”. LO SCRIVENTE, CHE ADESSO FUNGE DA GIORNALISTA, DOVREBBE AVER LETTO IL RECENTE ARTICOLO PUBBLICATO DA UN ORGANO DELLA LOCALE STAMPA DI COLLETTIVITA’ NEL QUALE L’ON. MANTICA AFFERMA CON ASSOLUTA CHIAREZZA CHE IL GOVERNO ITALIANO NON PUO’ INTERVENIRE NON ESSENDO DI PROPIETA’ DEMANIALE, A SEGUITO DI UNA INTERROGAZIONE DELL’ON. MERLO. E’ EVIDENTE CHE LO SCRIVENTE NASCONDE LA VERA MOTIVAZIONE DI QUESTO DEMAGOGICO E FANTASIOSO INTERVENTO. CI RIVOLGIAMO ALLE PERSONE SERIE PER INFORMARLE CHE l’UNIONE E BENEVOLENZA SOSTIENE –CON ENORMI SACRIFICI- UNA SCUOLA PARITARIA CON 300 ISCRITTI ED UN SERVIZIO ASSISTENZIALE PER 300 AFFILIATI DEI QUALI IL 70 % SUPERA I 65 ANNI. I DIPENDENTI DELLA SOCIETA’ SONO 83, DEI QUALI 65 SI DISIMPEGNANO NELLA SCUOLA EDMONDO DE AMICIS. L’ATTUALE DIRIGENZA E RIUSCITA A SANARE TUTTI I DEBITI E CONTEMPORANEAMENTE SISTEMARE LA SEDE, ESSENDO CIO’ A CONOSCENZA DEI MASSIMI DIRIGENTI DELLA COLLETTIVITA’ E DEL NOSTRO CONSOLE GENERALE. DETTO QUESTO E’ SUPERFLUO AFFERMARE CHE L’UNIONE E BENEVOLENZA NON E’ PURTROPPO IN GRADO DI RESTAURARE IL PALAZZO IN OGGETTO. ORMAI NON C’E’ PIU’ TEMPO DA PERDERE PERCHE’ E’ IN PERICOLO LA STABILITA’ STESSA DELL’IMMOBILE. CARI SIGNORI, A QUESTO PUNTO BISOGNA TAGLIARE UN RAMO PER SALVARE L’ALBERO CHE OVVIAMENTE E’ LA SOCIETA’ STESSA. QUESTA E’ STATA LA DECISIONE RESPONSABILE CHE SIAMO STATI COSTRETTI A PRENDERE, CON L’APPROVAZIONE DELLA ASSEMBLEA STRAORDINARIA DEI SOCI. SIAMO SEMPRE DISPONIBILI AD ASCOLTARE SOLO, RIPETIAMO SOLO, PROPOSTE SERIE ED OPERATIVE E NON SOGNI CAMPATI IN ARIA. DISTINTI SALUTI A TUTTI.

CARMELO MENZA PRESIDENTE

*soci fondatori