Il deputato del PD Gino Bucchino venuto a conoscenza dello sciopero in atto nel servizio postale canadese, che probabilmente determinerà il mancato recapito dei plichi votati per il referendum entro le ore 16 di giovedì 9 giugno, ha inviato al Ministro degli Esteri, On. FrancoFrattini, una lettera in cui sollecita interventi volti a ovviare a questa situazione. Il testo della comunicazione è il seguente:

“Gentile Ministro,

le operazioni di voto sui quesiti referendari sui quali i cittadini italiani all’estero si stanno esprimendo votando per corrispondenza già da qualche settimana stanno conoscendo difficoltà generali per quanto attiene al quesito relativo alla scelta dell’energia nucleare e difficoltà specifiche legate alle condizioni in cui il voto si svolge in determinati paesi. Per ragioni di estrema urgenza, tralascio di soffermarmi sulla questione del voto già espresso sul quesito originario relativo al nucleare. Su di esso mi limito a dire che la decisione definitiva che sarà assunta non potrà non tenere conto del diritto dei cittadini italiani all’estero di vedere riconosciuta la manifestazione della propria volontà, come tutti gli altri cittadini italiani. Nel caso contrario si rischia di trovarsi di fronte al paradosso che l’espressione di volontà sul nucleare sia annullata mentre invece il numero dei votanti sia preso in considerazione ai fini del calcolo del quorum. La cosa sulla quale mi permetto comunque di richiamare la Sua attenzione riguarda il Canada, dove è in atto uno sciopero delle poste che naturalmente ostacolerà la consegna dei plichi votati entro il termine fissato ultimativamente per le ore 16.00 del 9 giugno. Il rischio che un numero considerevole di schede votate possa essere consegnato dopo tale data è evidentemente alto. Per evitare che le circostanze determinatesi in un paese come il Canada, dove c’è un numero consistente di elettori, possano vanificare di fatto il diritto di molti cittadini, Le chiederei di intervenire affinché i plichi utilizzati possano essere consegnati non solo presso gli uffici dei consolati generali, ma anche presso quelli dei viceconsoli onorari, che potrebbero provvedere loro stessi a farli pervenire al consolato. Le dimensioni del paese sono tali da indurre a utilizzare la rete distribuita sul territorio, date le distanze che intercorrono tra le comunità e gli stessi consolati. Naturalmente la tempestività dell’informazione relativamente a questa possibilità sarà decisiva per il buon esito della decisione. Con la speranza che un pronto intervento possa almeno limitare le conseguenze dello sciopero postale in Canada, La saluto cordialmente.

Gino Bucchino”