Il suo modo, sempre cordiale, sempre calmo. Una serenità che sebbene abbia l’immagine di un costante equilibrio, non smette, nemmeno un’attimo, di dimostrare di essere un’uomo combattivo. Approfittandolo in uno spazio tranquillo, senza il rumore delle conferenze, delle camere fotografiche, sottratti della velocità che cerca il giornalismo per ottenere risposte che ne hanno bisogno di una riflessione, in queste circostanze abbiamo potuto godere di un Fabio Porta profondo,

che ha lasciato ragionamenti da ripensare nel futuro delle nostre comunità italiane all’estero. “Se noi non modifichiamo seriamente e radicalmente il voto, il rischio è che poi, nelle prossime elezioni con le inchieste su caselli, diranno “questo voto non è sostenibile” ha detto con la sincera preoccupazione di rendere il voto degli italiani all’estero una brutta esperienza per la democrazia italiana. Propriamente, sulle votazioni più appariscenti al mondo, c’è stato il caso del Senatore PDL Juan Esteban Caselli, del cui pensa: “Bastava essere quí in Argentina per percepire che nessuno lo votava, e gli ultimi giorni hanno ingressato una grandissima quantità di buste”. Ed ha anche caricato contro l’azionare del Consolato dell’allora Console Giancarlo Curcio, “In Buenos Aires è successo una cosa che non era possibile, per quello dico che si deve intervenire con un altro sistema”. “Noi siamo stato l’unico partito che ha presentato una proposta alla camera ed anche al senato firmata dai capigruppi del partito” ha sottolineato. Sulla stessa proposta di legge, ormai consegnata al parlamento, assicura che “la proposta prevede diversi cambiamenti del sistema attualle”. Questo cambiamento è presentato propriamente dal PD, non solo per l’importante presenza del Deputato italo-brasiliano, altrimenti perchè il PD è stato uno dei partiti più svantaggiati nelle ultime elezioni in Argentina per lo “scuro” lavoro svolto dal Consolato Generale di Buenos Aires. Malgrado i cambiamenti, sarebbe da studiare come si strumentalizza senza affettare la rappresentatività degli italiani all’estero, giacchè se viene istallato il sistema che prevede la proposta di legge presentata alle camere dal PD verrà sicuramente ridotto il numero dei votanti nella circoscrizione estero. Ma secondo Porta “Sulla questione del numero, voteranno un terzo rispetto a quelli che votano adesso. All’estero abbiamo un numero di parlamentari molto inferiore a quanto corrisponde ai parlamentari italiani, noi abbiamo 12 deputati rispetto a 4 milioni di elettori, se avessimo la stessa percentuale italiana dovremmo avere 3 o 4 volte questo nummero di deputati” ha chiarito. Comunque, nel difendere la loro proposta, immagina che “sicuramente queste persone che votino per il proprio interesse, saranno i più informati, i più sensibili, e i più attenti alla realtà dei connazionali”. Unitamente al riordinamento delle liste, c’è anche incluso un sistema che, secondo Porta, aiuterà a controllare più efficentemente il ruolo di tutte le persone coinvolte nelle elezioni. “Nella proposta c’è la creazione di commissioni elettoriali di controllo obligatorie e permanenti durante il processo elettorale, tutte le liste devono indicare ai consolati i componenti che poi ha la totale libertà di muoversi dentro e fuori il consolato per controllare” ha spiegato. Mentre la riunione trascorreva, l’On.Porta, sempre con la stessa calma caratterista in lui, lasciava ad ogni passo il suo pensiero con chiara vissione al futuro su tutti i punti cruciali da risolvere per gli italiani all’estero se non vogliamo essere visti con sfiducia. Dopo parlare sulle votazioni, è stato il turno di toccare temi sempre importanti come i COMITES ed il CGIE, due strumenti strategici di potere a mano dei connazionali che dopo tanti anni senza votazioni interne, è venuta persa la loro rappresentatività. Comunque, Porta crede che continuano ad essere validi, “ma devono agiustarsi e adeguarsi, ed è tanto valido che viene copiato da altri paesi con comunità in paesi stranieri, sia il voto all’estero, sia il CGIE ei COMITES” ha specificato. “Con la rappresentaza che abbiamo raggiunto non si sono risolti tutti i nostri problemi, ad essempio, l’inchiesta su caselli ha indebbolito tutto il sistema di rappresentanza per l’immagine che lasciano queste persone, ed al contrario, nessuno parla di quei che lavoriamo con chiarezza” ha detto con visibile malessere. Nel mondo dell’Italia all’estero già si parla sulla proposta di modificare il sistema interno del COMITES, sul cui ha riflessionato, “Pratticamente vuole semplificare il sistema, la lista che vince prende la maggioranza, e chi vince diventa automaticamente consigliere del CGIE”. Ma questo non è senza dubbio il più importante della modifica, giacchè secondo l’onorevole “ i potentati hanno più potere con questa legge, così, con questo sistema maggioritario, si sta eliminando la partecipazione dei giovani”. Sebbene sia molto critico della politica verso gli italiani all’estero del Governo Berlusconi, Porta considera che i connazionali all’estero sono una grande oportunità per l’italia per riuscire alla crescita, ma non senza fare un serio cambio generazionale. “Io credo che il futuro dell’emigrazione è quella che ho visto questi giorni in un Congresso molto interessante che ho presenziato a Mendoza con una cinquantina di giovani di Cordoba, Rosario, Parana, da tuta l’Argentina ed anche dal cile” ha detto con speranza, ma non è solo l’età di quello che parla Porta, si riferisce soprattutto a “che non hanno nessuna necessita, nessun bisogno di vedere l’italia di un punto di vista assistenziale, non chiedono contributi, nè aiuti, chiedono attenzione, formazione, più possibilità di poter studiare in italia ecc”. “I progetti fatti dal ministeri del lavoro, andavano nella direzione giusta, dare la possibilità ai giovani italo-argentini, venezuelani, brasiliani di studiare, o un’opportunità commerciale,ecc.” ha ripensato. E sul tema dei giovani, l’On. Porta mette grande attenzione e responsabilità al lavoro dei COMITES, che secondo lui “Se COMITES e CGIE avrebbero una più forte rappresntaza, dovrebbero essere la voce per essere il rapporto per protagizzare lo scambio di giovani e non i parlamentari, per questo i COMITES e CGIE devono avere una più grande forza per occuparsi di queste cose e non lasciare tutto il peso ai consoli oppure ai parlamentari”. “Nei COMITES, in questo momento siamo bloccati e dobbiamo mettere tutto il nostro sforzo. Dovremmo far possibile che un numero maggiore di nuove persone e più giovani compongano i COMITES per dare un salto di qualità” ha chiesto. Per ultimo, ha lasciato le sue considerazioni sul pericoloso fatto che, almeno in Argentina, un piccolo gruppo di persone abbia preso il potere nelle più grandi, importanti e centenarie istituzioni, e stiano rovinando, e distruggendo patrimoni dell’italianità così importanti. E quì è dove ha trovato un’altro punto d’intervenzione diretta dai COMITES: “Se le associazioni queste ricevono soldi dall’Italia, il presidente del COMITES deve fare un controllo per sapere come si usano”, ha chiesto, ed ha anche cercato una soluzione al cercare d’introdurre i patronati in queste istituzioni, affinchè possano aiutare a sostenerle economicamente e si salvaguardi la vita e le attività dell’associazione. Insomma, il piacere di parlare con un parlamentare della rilevanza di Fabio Porta è la sensazione di sentire in un semplice caffè, in soltanto 40 minuti, aver parlato con una persona che vede al di là del domani, di avere l’impressione di aver ripensato la vita degli italiani all’estero di faccia alle nuove esigenze di un futuro ogni volta più pesimista. Alessandro Cario