Le Commissioni riunite Affari costituzionali e Bilancio della Camera dei deputati hanno approvato, con alcune modifiche, il disegno di legge di conversione del decreto legge n. 216 del 2011 che proroga alcuni termini previsti da disposizioni legislative. Il provvedimento (Ddl 4865), conosciuto anche come “Milleproroghe†è ora all'esame dell'Assemblea.
Nell’ambito della discussione generale sul provvedimento iniziata oggi, l’On. Fediè intervenuto per richiamare l’attenzione del governo sulle criticità relative a una serie di questioni ancora aperte per gli italiani nel mondo. Riportiamo di seguito il testo dell’intervento dell’On. Marco Fedi. “Alla vigilia della discussione parlamentare sul decreto liberalizzazioni, questo provvedimento di proroga termini rappresenta un’opportunità per riflettere sull’azione del Governo. Dopo la manovra di austerità “salva Italiaâ€, in vista del “cresci Italiaâ€, abbiamo un “mille proroghe†di stabilizzazione che arriva dopo un graduale e costante recupero di credibilità internazionale. Il sostegno al Governo Monti deve essere pieno e deve essere coerente con il nostro voto di fiducia, con la consapevolezza di dover insieme “salvare l’Italiaâ€, di stabilizzare e aprire la nostra economia. Apriamo l’economia ma non chiudiamo la democrazia. Lo ricordavano nei loro interventi l’On. Giulietti, a proposito dell’editoria, e l’On. Damiano, a proposito delle pensioni. E a questo proposito il nostro sostegno è anche carico di nostre proposte e di nostre idee. Il decreto mille proroghe unisce questi passaggi legando le misure di austerità alle liberalizzazioni attraverso importanti modifiche e miglioramenti di norme in scadenza. In una nota rivolta al Governo – ha ricordato Fedi - abbiamo già indicato le criticità relative ad una serie di questioni ancora aperte per gli italiani nel mondo. Il tema delle detrazioni fiscali per carichi di famiglia – lo dico con estrema franchezza – rappresenta per noi un elemento centrale di equità per quanto concerne il regime fiscale. Equità e parità di trattamento per le quali ci impegneremo anche in vista della riforma fiscale. Chi produce un reddito imponibile in Italia – ancor di più quando si tratta di dipendenti di pubbliche amministrazioni dello Stato italiano – deve poter usufruire di analoghe detrazioni fiscali. Sul piano fiscale, in altre parole, deve esservi pieno riconoscimento della pari dignità dei lavoratori italiani ovunque vivano e lavorino, a condizione che, localmente, non godano già di tali detrazioni. Credo sia necessario superare definitivamente un’ingiusta condizione di subalternità degli italiani nel mondo. L’emendamento del collega Di Biagio, del gruppo di Futuro e Libertà , che prevede la proroga di un anno, è comunque un importante risultato e desidero ribadire, in questa sede, quanto sia necessaria l’azione convergente dei parlamentari e delle forze politiche che tradizionalmente si battono per vedere affermati i diritti degli italiani all’estero e per vedere affermati i principi della parità di trattamento. Abbiamo sottoscritto l’emendamento Di Biagio, che ringrazio per il suo impegno personale come ringrazio anche i colleghi Duilio e Narducci e tutti i deputati PD eletti all’estero. In questa sede dobbiamo ricordare la condizione di vera e propria emergenza, dopo i drastici tagli alle dotazioni di bilancio del Ministero degli Affari Esteri, sia per quanto concerne la cooperazione allo sviluppo che le politiche per le comunità italiane nel mondo. Per gli italiani nel mondo abbiamo registrato, dal 2008 a oggi, un taglio complessivo del 78% delle risorse. Nei tre anni del Governo Berlusconi, nel solo settore della scuola, siamo passati da 32 a6 milioni di euro. Abbiamo indicato al Governo l’esigenza di recuperare risorse anche per Rai Internazionale. Per la Rai nel mondo abbiamo perso l’82% dello stanziamento con il taglio più consistente nel 2012 e la Convenzione con la Presidenza del Consiglio dei ministri che passa a soli 6 milioni di euro: meno 70%. A ciò si aggiunge la drammatica situazione dell’editoria di lingua italiana nel mondo, anch’essa colpita dai tagli, e già in crisi da anni per le incertezze e le lentezze nella erogazione dei contributi. E in questo settore registriamo già le prime conseguenze negative. Il quotidiano storico dell’emigrazione italiana in Australia, Il Globo, quotidiano dal 2000, torna oggi a essere periodico. Una perdita netta per gli italiani in Australia e per l’Italia nel mondo. Al Governo abbiamo ricordato anche alcune criticità nel settore delle pensioni, come ad esempio il calcolo con il sistema contributivo e le conseguenze sui meccanismi di totalizzazione previsti dalle Convenzioni internazionali. Si tratta di un’esigenza di allineamento dei sistemi di calcolo per evitare brutte sorprese o cattive interpretazioni. Crediamo sia indispensabile aggiornare il regime internazionale, sia fiscale che di sicurezza sociale. Regime internazionale che langue, in attesa che vi sia un ritorno di attenzione nei confronti del mondo dei migranti. Quel mondo dei migranti costituito oggi dai cinque milioni di cittadini italiani residenti all’estero e da vaste comunità di italo-discendenti; dagli immigrati, i nuovi italiani, che giungono in Italia e che, con il loro lavoro, maturano diritti previdenziali e prestazioni che debbono poter trasferire; dalle nuove mobilità , che riguardano tanti giovani che si muovono nel mondo in una fase di ripresa dei flussi in uscita anche dall’Italia. Giovani che avranno bisogno di tutela previdenziale. Abbiamo, in sostanza, da parte dei migranti una domanda insistente di identità e radici, diritti e partecipazione, Abbiamo segnalato il tema della cittadinanza, con tutta la sua forza politico-culturale, grande tema dell’integrazione, raggiunta e sofferta all’estero e ancora da raggiungere in Italia per i nuovi italiani. Recuperare con l’emigrazione il divario della storia, superando la discriminazione nei confronti delle donne, sancita anche dalla Corte di Cassazione, riaprendo i termini per il riacquisto della cittadinanza e riformando una sfera dei diritti della persona che rende ancora più forte il processo d’integrazione. Il tema della presenza italiana nel mondo è profondamente legato al futuro della nostra rete diplomatico-consolare. Siamo convinti che la spending review possa consegnarci una nuova base di lavoro segnata da logiche di servizio e di efficacia della spesa. In questo momento le comunità italiane nel mondo meritano una forte azione riformatrice per valorizzare pienamente il patrimonio di intelligenze di questa nostra presenza all’estero. Credo opportuno, infine, segnalare due temi che sono all’attenzione dell’iniziativa parlamentare e sui quali il Governo dovrebbe intervenire. Il primo tema è quello relativo alle prerogative sindacali, cioè alla possibilità per il personale a contratto della rete diplomatico-consolare di partecipare al rinnovo delle RSU. Vicenda nota e ora all’attenzione del Senato, dopo il passaggio positivo alla Camera con l’approvazione in sede legislativa. Il secondo tema riguarda il riesame dei trattamenti economici del personale diplomatico. Anche su questa questione la Farnesina è chiamata a uno sforzo per evitare che le riduzioni di bilancio pesino soltanto ed esclusivamente sulla rete, sui servizi, sulla cooperazione allo sviluppo e sui capitoli degli italiani nel mondoâ€. (On. Marco FEDI)