Oltre dieci anni fa abbiamo formato il CAS - Coordinamento Associazioni Siciliane di cui sono diventato primo coordinatore. In questo mio breve intervento voglio riflettere sul passato per contribuire (spero) all’elaborazione di una visione che possa guidarci nel futuro. Il CAS non era (e non e’) un’associazione come le altre. Uno dei motivi alla base della formazione di associazioni pesane nel nostro paese di emigrazione era quello di incontrarsi e stare assieme fra amici e conoscenti e celebrare tradizioni ed usi del passato.

Queste iniziative di aggregazione sociale sono state (e continuano ad essere) importanti ed hanno contribuito a costruire un grande patrimonio umano e sociale. Le cose pero’ cambiano in maniera sempre piu’ veloce. Le nuove generazioni (ed anche le prime) hanno conseguito un altissimo livello di integrazione sociale in Australia, a tutti i livelli. Pur sempre orgogliosi delle proprie radici, sono diventati necessari momenti di aggregazione, scoperta ed arricchimento culturali nuovi, all’interno del tessuto sociale dove operiamo tutti i giorni, che le single associazioni non possono soddisfare. Quindi l’esigenza di un coordinamento delle associazioni siciliane in grado, in parole povere, di arrivare dove le singole associazioni non potevano. Ovviamente la mancanza di risorse (sia uname che finanziarie) ci costringe a cominciare dalle piccole cose. In questi anni abbiamo organizzato visite di gruppo da e nei nostri paesi natii, visite e scambi di studenti di scuola media superiore ed universitari, spettacoli, il premio letterario e abbiamo con immensi sacrifici di tempo e risorse (grazie a Sam Mugavero) continuato a pubblicare Il Ficodindia. Circa dieci anni fa scrivevo che occorreva un salto di qualita’. In parte va riconosciuto che e’ stato fatto ma molto rimane da fare. Occorre un cambiamento del nostro modo di pensare che peró stenta a trasformarsi in realtá concreta. E questo e’ logico perche’ quando le risorse sono scarse e’ facile cadere nella trappola di ripetere quanto e’ stato fatto nel passato anziché; avventurarsi nelle incognite di nuove iniziative. Se vogliamo diventare protagonisti del futuro non possiamo piu’ rimandare. Cosí come nelle intenzioni originarie, occorre operare unitariamente su nuove iniziative in grado di coinvolgere la piú ampia partecipazione e garantirci un ruolo da protagonisti nel futuro. Operare unitariamente significa mettere da parte personalismi e piccole gelosie personali. L’unitá contribuisce a creare una piú chiara identitá e permette di mettere assieme le risorse necessarie per un programma di attivitá di successo. Questo era e rimane uno degli scopi del CAS. L’unitá si puó realizzare anche rispettando le idee altrui. Nel rispetto reciproco é possibile realizzare sogni in comune. Ció é possible se si abbandonano i personalismi e si attuano due principi fondamentali: condividere una chiara visione per il futuro ed evitare lo spreco di risorse. Ed é su questi due temi che pensiamo associazioni, enti ed organismi istituzionali devono confrontarsi. Abbiamo ancora tanto da fare! A questo riguardo il CAS si é dato regole molte importanti. Il CAS é l’organismo che rappresenta tutti, senza personalismi e campanalismi. I dirigenti sono i rappresentanti di tutte le associazioni aderenti e quanti non facendo parte di una singola associazione vogliono contribuire alle varie attivitá. Il coordinatore non deve essere eletto (per evitare maggioranze e minoranze), rimane in carica per un periodo limitato e non puó ricoprire la carica di presidente di una delle associazioni aderenti. Anzi (per quanto possible) va identificato all’esterno delle associazioni fra persone che possano garantire un alto livello di aggregazione. Finora il CAS é stato in grado di realizzare questi principi. Unita’ significa anche accesso a risorse che permettano di organizzare attivitá diverse da quelle tradizionalmente promosse dalle singole associazioni. Putrtroppo, a mio avviso, il bilancio di questi anni dimostra che c’é ancora molto da fare. Le risorse istituzionali (regione, stato, ecc.) non sono arrivate e le associazioni aderenti non hanno certo grande disponibilitá. E’ stato l’impegno personale che ci ha permesso di sopravvivere. Molto rimane anche da fare riguardo ad iniziative di interesse generale che non trovano la piena partecipazione di tutte le associazioni aderenti. E qui mi riferisco ad iniziative promosse dal CAS o da una singola associazione. E veniamo ora alla visione per il futuro. Se vogliamo continurare abbiamo bisogno di un fondamentale cambio di direzione. IL CAS non puo’ e non deve replicare (o sostituire) le attivitá delle singole associazioni. Ha un ruolo molto diverso che con il passare del tempo ci indica una chiara e semplice direzione: operare all’interno della societa’ australiana per realizzare attivitá in grado di coinvolgere tutti. E per tutti intendo i soci delle associazioni aderenti, le nuove generazioni, chi parla italiano (o siciliano) e chi non lo parla, persone non di origine siciliana, la comunitá in generale. Occorre operare all’interno (non ai margini) della nostra societá. Occorre operare nel cosiddetto “mainstream”. Ovviamente una tale visione non é facile da realizzare. Nel passato ci abbiamo tentato con piccoli successi. Due esempi: le visite e scambi di studenti ed il concorso letterario. Il progetto di ricerca del Liceo Scientifico di Giarre (sull’emigrazione dalla zona ionico etnea), ha dato dei risultati fantastici. Per citarne alcuni, le storie dei nostri corregionali in Australia sono ora esposte e conservate nel museo dell’emigrazione di quel paese, gli studenti del liceo scientifico continuano a guardare all’Australia con rinnovato interesse, giovani australiani sono stati ospitati dal liceo e simili progetti di ricerca sono stati intrapresi da altre scuole superiori in Sicilia. Siamo riusciti a realizzare diverse edizioni del concorso letterario con ampia partecipazione anche da parte di persone non di origine siciliana. Io penso che dobbiamo continuare su questa strada ma occorrono nuove idee in grado di coinvolgere risorse umane e finanziarie. Al fine di incoraggiare una riflessione a questo riguardo ne propongo due. La prima riguarda le nuove generazioni in genere assenti dalle nostre attivitá. Possiamo contribuire all’attuazione di accordi formali fra scuole ed universitá australiane e siciliane. Diverse scuole australiane mandano i loro studenti in Italia per esperienze di approfondimento della lingua italiana. Vanno tutti al nord Italia, nessuna scuola australiana, che io sappia, ha contatti e/o accordi con le scuole siciliane. Molte delle universitá siciliane invece hanno accordi formali di scambio con le nostre universitá ma il numero di studenti che si avvantaggia di questi accordi é minimo, forse zero (oltre 50 studenti all’anno invece vengono in Australia dall’universitá Bocconi). Facilitare lo scambio di studenti fra i due paesi potrebbe permetterci un aggancio con le nuove generazioni. La seconda riguarda iniziative culturali su temi che possano coinvolgere anche la comunitá australiana. Ovviamenti i temi sono tanti e ne cito solo alcuni sulla letteratura siciliana. Pirandello e Camilleri sono solo due dei tantissimi autori siciliani molto conosciuti in Australia. Il Commissario Montalbano e’ forse uno dei personaggi della letteratura contemporanea siciliana piu’ apprezzato dai giovani australiani. Universita’, scuole superiori, mezzi di informazione e tanti australiani sono sicuro farebbero la fila per partecipare (ed anche organizzare) iniziative su questi autori e/o personaggi. Perché non cominciare organizzare il prossimo concorso letterario su uno di questi temi? Queste mie riflessioni forse potrebbero sembrare provocatorie. Infatti lo sono nel senso che intendono avviare un confronto sereno e costruttivo sul nostro futuro. Al minimo potrebbero fornire occasione per chiarire il nostro ruolo e quindi la motivazione a continuare con rinnovato interesse. Comm. Dr. Francesco Giacobbe, PhD