Tra le principali questioni in attesa di risposte: gravi ritardi sulle pratiche di cittadinanza, accordi bilaterali e sostegno ai corsi di lingua italiana. Con una “Lettera Aperta” indirizzata all’Ambasciatore d’Italia in Brasile, Gherardo La Francesca, il deputato italiano eletto in America Meridionale Fabio Porta mette in evidenza alcune questioni urgenti che da alcuni anni attendono una risposta da parte delle nostre istituzioni.

Si riporta di seguito il testo integrale della lettera:

“Caro Ambasciatore,

siamo entrati in quello che prevedibilmente è l’ultimo anno di legislatura e sento l’esigenza, anzi il dovere, di fare con Lei, che è il più alto e diretto interlocutore istituzionale in Brasile, una messa a punto dei problemi che maggiormente interessano i nostri connazionali. Lo faccio con quello spirito di collaborazione e di amicizia di cui tante volte abbiamo dato reciprocamente prova e con la consapevolezza delle impegnative responsabilità che ineriscono al Suo ruolo in un momento di così seria difficoltà per il nostro Paese. Non posso tacerLe, tuttavia, la preoccupazione che molti problemi si stiano accumulando e che la situazione delle nostre comunità in Brasile possa subire un’involuzione dovuta sia al più faticoso andamento della presenza dell’Italia nel mondo e alla drastica riduzione delle cosiddette politiche emigratorie che alla lentezza di alcuni percorsi diplomatici e amministrativi. Senza la pretesa di fare un’elencazione esaustiva delle tante cose da fare, ricordo, a titolo di esempio, che la caduta del sostegno ai corsi di lingua e cultura italiane e, in particolare l’eliminazione del finanziamento dei corsi per adulti, sta disperdendo un patrimonio di legami culturali che è particolarmente preoccupante nella circoscrizioni consolari brasiliane. Se a questo si aggiungono le difficoltà, più volte richiamate, dei nostri istituti di cultura, è lecito paventare un ridimensionamento dell’offerta culturale del nostro paese in Brasile. Tutto cio’ nonostante gli indiscussi sforzi e i successi del MIB-Momento Italia-Brasile, rispetto al quale Lei si è tanto prodigato, che meriterebbero una contesto positivo per continuare ad alimentare la nostra presenza culturale in questo grande Paese. Per quanto mi riguarda, ho più volte sollecitato con atti parlamentari, e proprio in questi giorni con un’ulteriore interrogazione al Governo, l’urgenza di un provvedimento integrativo volto a riportare l’intervento culturale almeno ai livelli dello scorso anno. Credo che anche da parte Sua una rappresentazione della drammaticità della situazione e una richiesta di una maggiore flessibilità dell’intervento per gli adulti potrebbe concorrere ad evitare le conseguenze più temibili. Sui ritardi per l’assorbimento delle pratiche di cittadinanza il Brasile continua ad essere un caso particolare non solo a livello mondiale, ma anche sudamericano. Mentre per altre situazioni, come quella argentina, l’applicazione delle famose task force promosse negli anni passati ha avuto effetti praticamente risolutivi, da noi questo non è avvenuto. Credo che, nonostante le difficoltà di ordine finanziario, si debba insistere con il Ministero per l’adozione di strumenti straordinari e, nello stesso tempo, per un rafforzamento operativo della Commissione che esamina presso il Ministero dell’Interno le richieste dei discendenti degli abitanti dell’ex Impero austro-ungarico, in modo da accelerarne l’attività. A questo proposito, notevole giovamento potrebbero arrecare un maggiore coordinamento e omogeneizzazione (magari basata sulle ‘best practise’) tra i vari Consolati, come anche la promozione di un accordo bilaterale, spesso evocato, sulla semplificazione del riconoscimento dei documenti di stato civile, così come si è già fatto in numerosi altri casi. Diversi problemi, caro Ambasciatore, sono aperti da molti anni sul piano delle relazioni diplomatiche tra i nostri due Paesi e meriterebbero quindi un impegno più diretto e risolutivo. Mi riferisco, ad esempio, all’accordo volto ad evitare le doppie imposizioni fiscali, che viene applicato in maniera punitiva soprattutto per i pensionati che risiedono in Brasile; all’accordo per il reciproco riconoscimento delle patenti, che toglierebbe da un ricorrente disagio una molteplicità di persone residenti sia in Italia che in Brasile; alla ratifica dell’accordo, già oggetto di una lunga preparazione, sul trasferimento delle persone condannate nei rispettivi paesi; al certamente più complesso ma non meno necessario aggiornamento dell’accordo bilaterale di sicurezza sociale, ormai inadeguato ad una seria tutela dei nostri connazionali in Brasile e, infine, al più semplice (ma sempre ritardato) accordo amministrativo INSS-INPS per il pagamento in Italia delle pensioni brasiliane. Mi rendo conto, caro Ambasciatore, che i tempi delle relazioni diplomatiche non sono brevi e che in questi tempi i rapporti con il Ministero non sono facili. Converrà con me, tuttavia, che i diritti e le attese dei nostri concittadini non possono essere sempre subordinati alle difficoltà della situazione politica e alla lentezza delle procedure amministrative. Diverse cose, per altro, si possono fare tenendo conto dei vincoli di ordine finanziario, che pure esistono e pesano. Sono a Sua disposizione per esaminare puntualmente le specifiche questioni richiamate e per coordinare nel modo migliore il nostro lavoro, in modo che i nostri concittadini in Brasile abbiano la concreta percezione del nostro impegno. Intanto, la ringrazio per l’attenzione e La saluto con cordialità.”