Insieme agli interventi dei relatori Mantica (Pdl) e Tonini (Pd), quello del sottosegretario agli Esteri Marta Dassù, dei senatori Bettamio (Pdl), Micheloni (Pd), Livi Bacci (Pd) e del presidente Dini

ROMA – È proseguito ieri alla Commissione Esteri del Senato l’esame del disegno di legge che rinvia al 2014 il termine per il rinnovo di Comites e CGIE, illustrato dai relatori Alfredo Mantica (Pdl) e Giorgio Tonini (Pd) il 7 giugno scorso. 

Un rinvio che Gianpaolo Bettamio (Pdl) dichiara di condividere, “stante – dice - la delicata congiuntura economica dell’Italia”, segnalando l’urgenza del provvedimento vista la “tempistica per la predisposizione delle consultazioni elettorali per i Comites” – il rinnovo degli attuali organismi di rappresentanza degli italiani all’estero, secondo le disposizioni vigenti, dovrebbe avvenire entro il 2012. Per il senatore è tuttavia “l’intera materia delle politiche per gli italiani all’estero” a dover essere “rimeditata”, attraverso “un progetto complessivo di riordino che affronti tutti gli argomenti di interesse, dall’insegnamento della lingua e della cultura alla promozione commerciale alla stampa in lingua italiana”. Bettamio rileva inoltre come la prevista riduzione delle spese per le consultazioni elettorali con modalità informatica, contenuta nel decreto- legge in esame, “non debba rimanere una misura episodica”. Interviene di seguito il presidente della Commissione Esteri, Lamberto Dini, che segnala come il provvedimento d’urgenza riguardi unicamente “il rinvio delle elezioni per i Comites e l’adozione del voto elettronico”, essendo “in corso d’esame presso la Camera dei deputati il disegno di legge già approvato dal Senato di riforma della rappresentanza delle comunità italiane nel mondo”. Prendendo atto dell’avvenuto rinvio delle consultazioni elettorali, Claudio Micheloni, senatore eletto per il Pd nella ripartizione Europa, ritiene però “eccessivo” il termine del 2014 indicato dal presente decreto. “Sarebbe stato preferibile prevedere una data più anticipata, pur consentendo l’individuazione di modalità di voto diverse e più semplici rispetto al voto per corrispondenza – sostiene Micheloni, segnalando come prima dell’adozione di quest’ultimo si votasse in seggi allestiti presso i Consolati. “Gli stanziamenti per le politiche migratorie sono stati più volte pesantemente decurtati e ciò porterà nei prossimi mesi alla chiusura di numerosi corsi di insegnamento della lingua italiana all’estero – aggiunge l’esponente democratico, rilevando come lingua e cultura italiana siano “importante veicolo di promozione del sistema Paese” all’estero. Viene inoltre espressa preoccupazione per “quanto sta avvenendo nella ristrutturazione della rete consolare italiana nel mondo, nonché – aggiunge Micheloni - per le proposte avanzate in Senato nel senso della soppressione della circoscrizione elettorale Estero”. Preannunciando la presentazione di emendamenti al testo del decreto-legge in esame, l’esponente democratico ribadisce come “il mantenimento di una forte connessione tra comunità italiana all’estero e madrepatria sia nell’interesse soprattutto dell’Italia più che di cittadini italiani oramai pienamente integrati nei Paesi esteri di residenza”. Condivide l’esigenza già richiamata di approfondire i diversi aspetti della materia in esame anche il relatore Mantica, che rileva come le ragioni economiche alla base del provvedimento possano essere perseguite anche con “misure alternative a quella del voto elettronico”, ipotizzando, ad esempio, “una definizione della base elettorale includendo solo quei cittadini che abbiano manifestato la volontà di esprimere il voto”. Il relatore suggerisce anche un’audizione di un rappresentante del ministero dell’Interno, “in occasione della quale – spiega - affrontare anche il delicato tema della normativa vigente sul recupero della cittadinanza italiana”. Altro confronto utile proposto quello con il ministero dell’Economia “per analizzare la destinazione dei fondi recuperati sulla base del rinvio delle consultazioni elettorali per i Comites”. “L’esame di questo disegno di legge potrebbe costituire l’occasione per adottare sin d’ora una parte delle riforme più urgenti in materia di assetto e compiti delle rappresentanze delle comunità italiane nel mondo – conclude Mantica, segnalando come l’elezione del CGIE, successiva e conseguente a quella dei Comites, avvenga “con costi significativi, mediante la convocazione di un’assemblea dei componenti dei Comites e dei rappresentanti delle associazioni”. Per Massimo Livi Bacci (Pd) “l’esigenza di ridurre i costi delle consultazioni elettorali è strettamente connessa alla riforma della disciplina della titolarità e del recupero della cittadinanza italiana”, mentre Mantica ribadisce la necessità di intervenire sul rischio della dispersione dei voti all’estero, dispersione che “potrebbe essere limitata con un sistema di voto a domanda – suggerisce, ricordando come oggi il fenomeno sia consistente anche per un mancato costante aggiornamento dell’Anagrafe dei cittadini italiani residenti all’estero, gestita dal ministero dell’Interno. Interviene di seguito anche il relatore Tonini per osservare come il provvedimento finisca per incidere “significativamente sulla vita delle collettività italiane nel mondo, andandosi ad aggiungere alle già previste decurtazioni dei fondi per le politiche migratorie”. Tra le tematiche di fondo che egli ritiene indispensabile affrontare “la definizione di un sistema di voto dei rappresentanti delle comunità italiane all’estero che non risulti eccessivamente costoso e che venga introdotto con gradualità”. “Occorre garantire che almeno una parte dei fondi appostati per lo svolgimento delle elezioni ora rinviate venga veicolato per il finanziamento delle politiche per gli italiani all’estero – aggiunge Tonini, evidenziando come “ulteriori fondi potrebbero essere rinvenuti anche chiedendo un contributo economico in caso di richiesta di riconoscimento della cittadinanza italiana all’estero”. “Le stesse comunità sudamericane sembrerebbero manifestare una disponibilità in tal senso – afferma il relatore del Pd, condividendo la proposta di apportare alcune modifiche “già nel provvedimento in discorso al sistema di rappresentanza delle comunità italiane all’estero”. Mentre il presidente Dini propone l’audizione di un rappresentante del ministero dell’Interno, nell’ambito dell’indagine conoscitiva già avviata dalle Commissioni Affari costituzionali e Affari esteri sul voto dei cittadini italiani all’estero, e l’intervento di un rappresentante del ministero dell’economia per fornire i ragguagli richiesti, Mantica tiene però a rilevare come “in assenza di un accordo sui contenuti, la Commissione potrebbe proporre la non conversione del provvedimento”. Ribadisce la disponibilità del governo al confronto con la Commissione in materia il sottosegretario del Mae Marta Dassù, rassicurando in merito all’attenzione dell’esecutivo, evidenziata dallo stesso ministro degli Esteri, Giulio Terzi, nel corso dell’incontro avuto il 4 giugno scorso con il Comitato di presidenza del CGIE stesso. “L’esigenza di risparmio economico è senz’altro primaria e la fissazione del termine per le elezioni dei Comites al 2014 risponde alla necessità di disporre del tempo sufficiente per predisporre lo strumento informatico per le consultazioni – sottolinea il sottosegretario Dassù, che ribadisce la destinazione dei fondi già stanziati per le elezioni del 2012 al “recupero di somme per le politiche migratorie e in particolare per l’operatività dei Comites già eletti”. Un collegamento, quello tra rinvio delle elezioni e recupero di fondi,già stabilito dal ministro per i Rapporti con il Parlamento, Piero Giarda, rispondendo ad un’interrogazione formulata in proposito al Parlamento il 9 maggio scorso. Pur riaffermando la necessità di “un recupero almeno parziale dei fondi risparmiati con il rinvio delle elezioni per le politiche migratorie”, Micheloni tiene a ribadire come i parlamentari eletti nella circoscrizione Estero non abbiano “in alcun modo sollecitato o avallato la decisione di rinviare le elezioni per i Comites e “che sul contenuto del decreto non vi è stata preventiva concertazione” . Sui fondi non più destinati alle elezioni dei Comites nel 2012, “6,7 milioni di euro – precisa Mantica – che si trovavano nel bilancio di competenza del Mae, ma in un capitolo distinto da quello per l’attuazione delle politiche migratorie”, il sottosegretario Dassù ribadisce ancora una volta la disponibilità del governo a confrontarsi “su disponibilità e uso”, mentre Tonini auspica che tale disponibilità “trovi concreto riscontro”. Il seguito dell’esame è stato quindi rinviato ad altra seduta. (Inform)