Nell'indifferenza delle autorità italiane i pensionati argentini vedono decurtate le loro pensioni Ancora una volta ci si trova di fronte all’ennesimo grave problema per gli emigrati italiani in Argentina, senza alcun preavviso e senza comunicazione ufficiale o intervento delle autorità locali italiane e tantomeno del Ministero Affari Esteri, che dovrebbero tutelare in modo adeguato, di fronte al governo argentino
(come dovrebbe essere norma per la diplomazia), i diritti acquisiti dai pensionati italiani, i quali si trovano nuovamente di fronte alla necessità di doversi appellare alla giustizia per la difesa di un diritto acquisito da decenni. Un poco di storia: è costato anni di lotta ottenere che le banche chiudessero con la ingiusta prassi, molto redditizia per loro e molto sfavorevole per i pensionati italiani che, a quell’epoca perdevano molti soldi della loro pensione a causa dei cambi ai quali era sottomesso il pagamento delle pensioni, trasformate dalla moneta di origine, Euro, in Dollari. La storia si ripete ciclicamente: sui vetri del Banco ITAU di Quilmes (che opera per conto di City Bank) è appeso bene in mostra in questi giorni un avviso che informava che in base alla Circolare BCRA n.A 5318 (Banco Centrale della Repubblica Argentina), a partire dal 6 luglio 2012, le pensioni sono pagate in moneta locale (Pesos Argentini). Migliaia di anziani apprendevano improvvisamente che le loro pensioni erano state “pesificate†e cercavano di ottenere informazioni dagli impiegati, senza alcun risultato. Le loro facce lasciavano trasparire ancora una volta indignazione e impotenza. Il Difensore della Terza Età , sig. Eugenio Seminio, ha dichiarato: “Quello che sta accadendo implica nella pratica la perdita di una parte degli importi, in considerazione dello spread tra la quotazione ufficiale e quella parallela della divisa esteraâ€. La trasformazione degli importi in pesos, si realizza sulla base del cambio ufficiale nelle stesse banche che emettono il pagamento delle pensioni, che, in questo caso, non contemplano l’intervento della Anses. Ieri, mentre l’Euro aveva chiuso al valore di 5,67 Pesos argentini nel mercato ufficiale, il suo valore sul mercato parallelo era di 7,20 Pesos, mentre il Dollaro USA aveva un valore di 4,56 nel mercato ufficiale e di 6,71 in quello parallelo. Dalla Banca Centrale argentina affermavano che non c’è una normativa speciale su questo tema dei pagamenti delle pensioni, così che si applicano le regole generali in vigore per il mercato di cambio. “Quello che accadeva prima dell’introduzione della Circolare citata era che le pensioni straniere entravano nel mercato cambiario, veniano convertite in Pesos, però, su richiesta del beneficiario, la banca erogatrice poteva subito riconvertirla in moneta stranieraâ€, ha spiegato un portavoce della Banca Centrale. La Filef di Buenos Aires, con il sostegno della Filef Nazionale sostiene che, tenendo conto che si tratta di pensioni erogate da uno Stato estero, in questo caso non si tratta affatto di acquisto di Dollari Usa, ma di rimesse in Euro di un governo straniero. Sollecitano quindi il necessario intervento verso lo Stato Argentino degli organismi italiani competenti, affinché in questo ambito si giunga ad una deroga alla nuova normativa cambiaria recentemente varata, evitando di penalizzare una delle frangie più deboli della collettività italiana residente in questo paese. Allo stesso tempo, ci appelliamo alla collettività residente nel paese per esercitare il proprio diritto di richiedere la revisione della misura, inviando i propri dati all’indirizzo: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. (Amelia Rossi -Filef Buenos Aires)