Gli interventi dei senatori del Pd De Sena e Micheloni

FRACOFORTE – “E’ necessario ed urgente che all’interno di tutti gli Stati membri dell’UE si parli la stessa lingua nella lotta alla criminalità organizzata. Non è sufficiente, nella lotta alle nuove sfide della criminalità mafiosa, il solo coordinamento tra le polizie europee.

Un’omogeneizzazione del tessuto normativo tra i vari stati della UE che preveda, per i reati legati alla criminalità mafiosa, fattispecie di reati simili, strumenti investigativi e di repressione del fenomeno efficaci, e la possibilità di sequestro e confisca dei beni di provenienza illecita anche in ambito europeo sono l’obbiettivo imprescindibile e prioritario per combattere le mafie. Solo così anche il terzo livello, cioè quello di una forte cooperazione giudiziaria, potrà dare i suoi risultati nella lotta alla criminalità mafiosa in Europa. Giovanni Falcone ce l’ha insegnato: ‘follow the money’, seguite i flussi finanziari, e capirete di più e come si muovono le mafie nel contesto economico e sociale”. Lo ha affermato, secondo quanto riportato in una nota del segretario del Circolo Pd di Francoforte Michele Santoriello, il vicepresidente della Commissione parlamentare antimafia, Luigi De Sena, ospite e relatore sia dell’incontro pubblico sul tema “Ricordando Giovanni Falcone: Le nuove sfide nella lotta alla criminalità organizzata in Italia e in Europa”,organizzato dal Pd di Francoforte sabato 17 novembre all’hotel Savigny, che al seminario di formazione politica di domenica 18 novembre, presso la Haus der Jugend a Francoforte. Una due giorni intensa, ricca di stimoli e di confronto, a cui ha preso parte anche una delegazione dei Giovani democratici venuti dall’Italia insieme al responsabile nazionale Giustizia dei GD, Luigi Di Marco. “La Germania - ha affermato il senatore del Pd De Sena - è un paese pragmatico dove si privilegiano gli interessi economici, ma è uno stato europeo che deve aver maggior coscienza ed attenzione al fenomeno delle organizzazioni mafiose, perché la mafia non ha mai considerato un problema i confini geografici, e alloca risorse finanziarie ingenti ed attività economiche da tempo sul territorio tedesco, oltre ad essere la Germania stessa terra di notevole passaggio di sostanze stupefacenti. La Germania ha un deficit nel campo normativo, si trova ancora in ritardo per quanto riguarda gli strumenti legislativi di contrasto alle mafie, non avendo rivisitato nel suo codice penale i reati associativi, il sistema delle intercettazioni, né quello delle misure di prevenzione legate al controllo di patrimoni collocati sul suo territorio. Certo – ha proseguito De Sena - che le organizzazioni mafiose italiane non hanno lo stesso tipo di forza e controllo del territorio che hanno in Italia, si ‘comportano bene’, i depositi bancari rispettano il limite della legalità formale, non rappresentano una minaccia”. Una percezione, quest’ultima, che per De Sena nasconde il pericolo di sottovalutazione del fenomeno con tutte le sue implicazioni e possibili infiltrazioni a livello istituzionale oltre che economico della criminalità organizzata. De Sena ha inoltre ricordato che questi aspetti sono già state discusse a settembre di quest’anno, quando la Commissione parlamentare antimafia è stata ospite a Berlino del Bundestag ed ha affrontato questi temi sia con la Commissione parlamentare degli interni che con i rappresentanti del governo della cancelliera Merkel. De Sena ha poi svolto una panoramica riassuntiva sulle questioni italiane, accennando ad alcune tematiche cruciali, anche in seguito all’approvazione del nuovo codice delle leggi antimafia di fine ottobre scorso: quali la questione degli imprenditori che denunciano e poi si trovano a dover chiudere le loro attività perché isolati e lasciati soli, mentre dovrebbero, secondo De Sena, essere i primi a essere assegnatari di commesse o lavori pubblici proprio per evitare la perdita economica a seguito della denuncia. Per il senatore del Pd un altro problema è rappresentato sia, dal massimo ribasso nelle gare di appalto pubblico, un metodo che apre la porta a fenomeni di subappalti a ditte legate alle mafie e storture del mercato dei lavori pubblici, sia dalla questione del sequestro e confisca dei beni di provenienza illecita dove ben il 75% dei beni confiscati viene dissequestrata e ritorna ai mafiosi, a cui si collega la questione delle ipoteche sui beni immobili sequestrati. “Le ipoteche bancarie, – ha spiegato De Sena - conseguenze nella maggior parte dei casi di un prestito (garantito da un immobile) concesso dalle banche a un soggetto poi accertato come mafioso, sono infatti le principali ganasce al corso virtuoso della riconversione delle ricchezze malavitose a fini sociali, un freno reale che blocca il passaggio a ‘nuova vita’ dei beni confiscati”. Un problema a cui, secondo il senatore del Pd, bisognerà trovare una soluzione valida per evitare che il lavoro dell’ Agenzia nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata venga depotenziato. De Sena ha concluso la sua riflessione auspicando un radicale cambiamento di mentalità nella lotta alla criminalità organizzata che parta anche da un atteggiamento diverso della politica e delle istituzioni che troppe volte finiscono per subire le infiltrazioni delle organizzazioni mafiose. Le conclusioni di entrambi gli incontri organizzati dal Circolo Pd di Francoforte sono state tenute da Claudio Micheloni il quale, partendo dall’analisi della situazione politica italiana attuale, si è soffermato sui temi della legge elettorale in discussione in questi giorni in parlamento, sottolineando come questa norma, la questione delle preferenze e della governabilità, possano dare vita a un auspicabile cambiamento politico e sociale in Italia. Micheloni si è anche soffermato sulla legge di stabilità, toccando i punti critici delle risorse sempre più scarse per i capitoli di spesa del Mae dedicati agli italiani all’estero. Su questo punto Micheloni ha illustrato le sue proposte emendative volte ad individuare ulteriori risorse, a scapito di sprechi e privilegi. (Inform)