So di correre il rischio di essere ripetitivo e noioso, ma per me i diritti dei nostri pensionati residenti all’estero - che ho l’onore di rappresentare - sono più importanti del giudizio sulle mie battaglie e sui miei comunicati. Ancora una volta quindi (rassicuro però l’Inps, il Ministero del Lavoro e i Patronati, che questa è l’ultima)

parlerò dell’importo aggiuntivo e di una ingiustizia vergognosa che, incredibilmente e subdolamente, viene perpetrata e obliata. Mi sono sinceramente stancato di lottare contro i mulini a vento, di parlare a muri di gomma, di denunciare abusi e iniquità, inascoltato da istituzioni che non vogliono o non sanno rispondere (perché presumo siano consapevoli di avere torto) o da enti che, talvolta, si distraggono. Un recente messaggio dell’Inps ci informa, come accade tutti gli anni, che con la rata di pensione del mese di dicembre verrà disposto il pagamento dell’importo aggiuntivo di 154 euro per l’anno 2012. L’importo aggiuntivo, introdotto a partire dal 2001 dall’articolo 70 della legge n. 388 (Finanziaria per il 2001), è corrisposto ai titolari di pensione italiana, anche in convenzione, il cui importo complessivo non superi il trattamento minimo e i cui redditi soddisfino le condizioni previste. Sono migliaia i nostri connazionali che potrebbero avere (e hanno) diritto a tale importo (154 euro rappresenterebbero un bel regalo di Natale per pensionati che vivono condizioni di disagio economico, soprattutto in America Latina) ma che da oltre dieci anni si vedono negati tale diritto. E, badate bene, che non si tratta di una generosa concessione ma di un diritto sancito dalla legge. L’Inps, come da tempo rilevo, ha stabilito, sbagliando!!!!, che l’importo aggiuntivo non deve essere corrisposto alle pensioni detassate per le convenzioni contro le doppie imposizioni fiscali (sottolineo che quasi tutte le convenzioni stipulate dall’Italia prevedono la detassazione alla fonte). Nelle mie interrogazioni, lettere, comunicati, denunce alla magistratura, ho spiegato l’errore dell’Inps ma non ho mai ricevuto risposte argomentate, motivate e convincenti. E non ho mai avuto il piacere del conforto (ma nemmeno quello del dissenso) di coloro i quali sono istituzionalmente preposti alla tutela di lavoratori e pensionati emigrati. Si calcola che gli aventi diritto potrebbero essere tra gli otto e i ventimila. Ma se fosse anche un solo pensionato varrebbe comunque la pena di impegnarsi. Sono anni che mi batto (inutilmente!!!) e ora mi sono convinto di aver perso la battaglia. Ho la convinzione di avere fatto il mio dovere. Gli altri dovrebbero vergognarsi.