(foto d'archivio) -ROMA - È toccato ai parlamentari eletti all’estero – Marco Fedi e Fabio Porta (Pd), Renata Bueno (Misto - Maie) e Fucsia Nissoli (Sc) – chiudere i lavori del convegno "Associazionismo e italiani nel mondo: rapporti e prospettive" svolto oggi a Palazzo Marini. Promosso da Nissoli e organizzato in collaborazione con Unaie, Niaf e American University of Rome,

il convegno ha registrato le posizioni di parlamentari, associazioni e Farnesina sul mondo associativo. Un mondo che gli eletti all’estero conoscono bene, perché quasi tutti ne hanno fatto parte. Da giovane eletta in Sud America, RENATA BUENO ha confermato che, sì, "Comites Cgie, associazioni e circoli rappresentano gli italiani, ma serve un rinnovamento". Ci sono, ha aggiunto, "tanti giovani che si interessano alla cultura italiana e alle loro origini in generale. Io rappresento questa generazione: ho ricostruito la storia della mia famiglia emigrata proprio per conoscere meglio questa cultura che ci incanta". Dunque "servono nuovi strumenti per portare i giovani a partecipare", anche "nei Comites, che sono portatori di vecchie esperienze e difendono solo i loro diritti, ma non pensano ai loro doveri" e "nel Cgie". Insomma, "bisogna pensare al futuro" che in questo momento di crisi significa anche che "le associazioni devono cominciare a pensare di fare da sé senza contare sui soldi italiani". Riprendendo le annotazioni del presidente dell’Unaie Narducci, circa la necessità di riformare la legge 383/2000, MARCO FEDI, deputato Pd eletto in Australia alla sua terza Legislatura, ha sostenuto che "se riuscissimo ad approvare la proposta di legge, ma anche a fare una discussione parlamentare su questi temi, sarebbe già un passo avanti. La proposta di legge – ha ricordato – risponde all’esigenza delle associazioni che hanno sede giuridica in Italia", ed è "migliorabile", visto che "esclude dall’iscrizione del registro delle associazioni quelle che sul territorio svolgono funzioni, compiti e servizi nuovi e che hanno un modo nuovo di essere associazione, che non sempre si riflette in quelle "tradizionali" o che hanno sede in Italia". Nel suo intervento, FABIO PORTA, eletto col Pd in Sud America, deputato alla seconda legislatura, ha invece ripreso gli interventi di Monti e del ministro Kyenge per sostenere che "le sfide di questa Legislatura sono integrazione e innovazione. L’integrazione parte da una cittadinanza inclusiva e non escludente. Una cittadinanza che riguarda tanto i nuovi italiani in Italia che gli italiani all’estero che, ad oggi, per motivi diversi non sono parte integrante dell’Italia". In totale circa "10 milioni di persone: un tesoretto che questo Paese non ha messo a frutto", forze "che possono sprigionarsi in tema di internazionalizzazione. E qui non servono risorse, ma intelligenza. Questa è la vera diplomazia della crescita". E in questo "l’associazionismo è fondamentale. Io sono figlio dell’associazionismo cattolico e poi dell’emigrazione. Senza di esso, non c’è futuro per la politica e la presenza politica degli italiani all’estero. Senza persone formate nelle associazioni portiamo in Parlamento degli "alieni" lontani dalla rappresentanza dei nostri interessi". Per Porta "questa Legislatura può diventare costituente per gli italiani nel mondo. la storia dell’emigrazione è nata dalle associazioni, abbiamo esportato nel mondo anche questo modello di solidarietà. Anche i patronati sono figli di questa cultura e fa male vederli attaccati da certe persone e da certa stampa quando sono un baluardo, spesso l’unico, contro la deriva". Concludendo, Porta ha auspicato un iter facile per la riforma della legge sulle associazioni del terzo settore, "una delle poche risposte della ripresa di attenzione verso gli italiani all’estero" con un pensiero ai giovani "che solo con nuove associazioni potranno integrarsi e interagire con le politiche migratorie dell’Italia". Nissoli ha infine ceduto la parola a FERRUCCIO PISONI, che non è stato eletto all’estero, ma che ha presieduto per anni i Trentini nel Mondo ed è stato europarlamentare. Per Pisoni, le associazioni sono "una immensa ricchezza il cui valore non riusciamo a misurare. Per capire cosa fare oggi dobbiamo saper leggere il passato", quindi conoscere il patrimonio di conoscenza accumulato dall’associazionismo. "È vero che le cose cambiano, ma è inutile dirlo se non è chiaro quale cambiamento è avvenuto e il ruolo che dobbiamo svolgere in questo senso". Fondamentale, comunque, non escludere nessuno: "nell’emigrazione non si può prescindere dalle forze vive prestano il loro servizio e che hanno costruito il passato: mancherebbe la base su cui costruire il futuro, lasceremmo per strada forze inutilizzate". (m.c.\aise)