Premesso che: 1) Gli attuali Comites sono stati eletti nel 2004 con il voto per corrispondenza, introdotto dalla Legge del 2001 sul voto all’estero.

2) Il mandato degli attuali Comites già scaduto nel 2009 è stato prorogato una prima volta dal 2009 al 2010 e poi ancora al 2012 ed infine entro la data del 31.12.2014: un vero e proprio vulnus alla democrazia l’aver prorogato

per ben tre volte il rinnovo di un organismo elettivo facendolo durare quasi il doppio del tempo previsto per il suo mandato dando, così, un colpo mortale alla credibilità sia dei Comites che del Cgie.

3) Il Decreto Legge 30 maggio 2012 n. 67, concernente la proroga del rinnovo dei Comites entro la data del 31.12.2014, e la successiva Legge 23 luglio 2012 n. 118 di conversione in legge del citato Decreto n. 67, hanno peraltro introdotto sostanziali modifiche nelle modalità di elezione dei Comites, non tanto per migliorare il sistema vigente del voto per corrispondenza, bensì per il suo notevole costo individuato in ca. 21 milioni di euro e ritenuto insopportabile per la precaria situazione finanziaria attuale dello Stato italiano.

Ciò premesso, le modifiche più significative possono identificarsi nelle seguenti: non più voto per corrispondenza come previsto dalla Legge 27 dicembre 2001 n.459 bensì in seggi da istituire nelle sedi della rete consolare, oppure, in alternativa, attraverso un così detto “voto da remoto” utilizzando internet con un personal computer. Ed il costo totale di questo nuovo sistema di voto è stato fissato e finanziato in 2 milioni di euro. Tutte novità importanti che, peraltro, meritano alcune considerazioni.

Seggi nei consolati – Poiché secondo l’Annuario del MAE del 2013 (dati relativi al 2012) nel mondo vi sono 92 Uffici consolari ai quali va aggiunto un numero imprecisato di Cancellerie consolari che potranno essere sede di seggi unitamente, ad eventuali Uffici consolari onorari presenti in una Circoscrizione consolare, è evidente che i seggi, vista la diffusa dislocazione delle comunità nel territorio delle varie circoscrizioni consolari, saranno comunque insufficienti e molto distanti fisicamente da gran parte dell’elettorato che vi si dovrà recare personalmente per poter votare con perdita di tempo e denaro. Ritengo che, praticamente, voteranno solo coloro che, se interessati, abiteranno molto vicino ai seggi (d’altra parte è immaginabile che in Italia un elettore sia disposto a raggiungere un seggio anche a solo decine di chilometri di distanza? allora perché mai dovrebbe esserlo un emigrato a farsi addirittura centinaia se non migliaia di chilometri per espletare il suo diritto/dovere di voto?). Inoltre nel 2013 ed ancora nel 2014 hanno chiuso e chiuderanno ulteriori Uffici consolari rispetto al 2012 e quindi per molte comunità i seggi si allontaneranno ulteriormente. Da qui l’assoluta necessità di aumentare comunque i seggi nel territorio di una circoscrizione consolare laddove vivono comunità italiane numericamente importanti. La normativa prevede già la possibilità di costituire ulteriori seggi “ove possibile”, e "previa autorizzazione", nell’ambito di una stessa Circoscrizione consolare. Tuttavia questa possibilità è più teorica che pratica per le difficoltà che si creerebbero per la logistica e soprattutto per il costo tenendo conto del tetto di spesa dei due milioni di euro.

Voto “da remoto” – Qui incontriamo altri problemi. Innanzitutto quello che il possesso di un Personal computer è, in generale, essenzialmente circoscritto alle generazioni più giovani. In emigrazione forse ancora di più. Quindi potranno avvalersi di questa modalità di voto, con tecnologia informatica, una minoranza degli aventi diritto al voto proprio tra quella parte di elettori che tradizionalmente sono i più sensibili alla partecipazione alle elezioni di una rappresentanza nei confronti dell’Italia, ovvero gli emigrati e non certamente i loro discendenti, sia pure con passaporto italiano ed scritti all’AIRE. Naturalmente, è immaginabile, che coloro che non possiedono un PC possano ugualmente avvalersi del voto “da remoto” utilizzando una postazione altrui, per esempio, di un figlio/a, di un amico o, magari, una delle diverse strutture di servizio degli italiani all’estero. Se questo fosse possibile potrebbe aumentare il numero dei votanti. In ogni caso con il voto “da remoto” si invertirà un fenomeno conosciuto finora con il voto per corrispondenza dove erano i genitori che sollecitavano o facevano votare i figli ed i nipoti mentre ora, forse, chissà, saranno i figli ed i nipoti a far votare i genitori o i nonni. Nel 2004 i votanti sfiorarono il 34%, vedremo se le sollecitazioni dei figli e nipoti ai genitori e nonni produrranno una maggiore partecipazione al voto o meno! Detto questo resta comunque un grande scetticismo sulla partecipazione al voto sia al seggio che “da remoto”, perché in entrambi i casi ci si dovrà sempre recare personalmente all’Ufficio consolare di riferimento almeno una volta: per votare al seggio gli uni e per il ritiro delle così dette “credenziali” gli altri: una credenziale da ritirare personalmente allo sportello consolare ed una seconda che verrà poi inviata all’interessato per via telematica, entrambe consentiranno di poter votare attraverso un PC, avendo la garanzia della massima segretezza. Ma pure in questo caso ci si deve porre ancora la stessa domanda: quanti saranno mai gli elettori disposti a perdere tempo e denaro per recarsi al consolato per questi adempimenti al fine di poter votare, oltretutto, un organismo che ha unicamente il potere di esprimere dei pareri sia pure su materie che li riguardano? Allora perché non inviare per posta in due diversi plichi le due credenziali come avviene per far recapitare le carte di credito da parte del sistema bancario a tutti coloro che ne facessero richiesta esplicita?.

Finanziamento – Due milioni di euro, questa è la somma disponibile in bilancio per far fronte al rinnovo dei Comites con questo nuovo sistema di voto. Il sottoscritto non ha alcuna esperienza di organizzazione di elezioni tradizionali con i seggi né tantomeno “da remoto”, tuttavia esperti del settore ci dicono che è impensabile organizzare ex novo un tale sistema elettorale duale con solo due milioni di euro e, sia pure da profani, non si fa fatica a credere a quest’ultimi. Altra novità riguarda l’apertura dei seggi per due giorni consecutivi compreso almeno un giorno festivo secondo le usanze locali (con possibilità di prolungare l’apertura dei seggi oltre i due giorni (sempre previa autorizzazione), mentre per le operazioni di voto con il sistema “da remoto” si disporrà di un giorno supplementare. I Comites e quindi il Cgie, presto, potrebbero assumere una valenza ancor superiore se con la Riforma costituzionale, della quale si sta discutendo attualmente nel Paese, si rimetterà in discussione, come sembra, la Circoscrizione Estero. Se ciò avvenisse sarebbe ancora più assurdo voler indebolire la rappresentatività dei Comites e del Cgie con un nuovo sistema elettorale, escogitato unicamente per motivi di risparmio dal legislatore (e dall’Amministrazione del MAE?), che ridurrà ulteriormente la partecipazione al voto rispetto al passato. Dino Nardi, membro Cgie