Riportiamo qui di seguito, una serie di spunti che saranno alla base del convegno che nel mese di dicembre terrà a Roma la Consulta Nazionale dell’Emigrazione.
1. La fase che viviamo e i cambiamenti in atto a livello mondiale sono segnati dai processi di globalizzazione economica e finanziaria che stanno determinando una diffusa disuguaglianza ed una conseguente crescita delle povertà in tutti i Paesi.
v 2. I mercati finanziari accumulano ricchezza a discapito dei sistemi produttivi che vedono restringersi sempre più il loro campo d’azione innescando nuova disoccupazione e nuova precarietà.
v 3. Il benessere sociale ed economico delle persone e delle famiglie diminuisce insieme alla difesa della tutela dei diritti.
v 4. A tali tendenze in atto è doveroso rispondere con misure che perseguono una generale ridistribuzione delle ricchezze, seguite da azioni ed iniziative volte al recupero di un ampia condivisione delle responsabilità, attraverso la partecipazione attiva e la moltiplicazione positiva dei momenti di rappresentanza; contrastando il rinchiudersi nell’individualismo localista e la crescente disperazione di larghe fasce di popolazione.
v 5. In questo contesto indotto in modo preponderante da una crisi sistemica, economica, finanziaria e sociale, torna a crescere il fenomeno emigratorio e della mobilità delle persone che rivendicano e ricercano lavoro, tutele e un welfare pubblico e più solidale; grandi masse di persone si muovono da un paese all’altro, rafforzando lo sviluppo dei paesi più ricchi e riducendo le possibilità di sviluppo dei paesi lasciati a margine dello sviluppo e della ricchezza; ciò accade anche in Europa.
v 6. L’Italia è di nuovo un paese che alimenta significativi flussi di emigrazione giovanile.
v 7. L’associazionismo degli italiani nel mondo, con la sua storia e le sue esperienze, pur avendo in parte perduto forza ed incisività, riassume una rinnovata centralità nello sviluppo dei processi di socializzazione e di inclusione che devono garantire: la promozione educativa e sociale; la responsabilità collettiva per una società più accogliente; la crescita della cosciente partecipazione alla vita democratica.
v 8. In Italia, in Europa, nel mondo, le società degli uomini cambiano. L’associazionismo può contribuire alla identificazione di momenti, iniziative e misure in grado di contrastare il deterioramento delle condizioni socio economiche delle comunità e a far sprigionare da esse energie positive di relazioni interculturali e di azioni sussidiarie, per rivalorizzare il protagonismo dei cittadini migranti in un ottica di cambiamento del paradigma produttivo e di organizzazione sociale attualmente in crisi.
v 9. L’Associazionismo ha un grande ruolo di responsabilità e per questo intende impegnarsi per riconquistare una centralità delle persone e della loro crescita materiale e culturale attraverso la vita propria delle associazioni: condivisione, solidarietà, capacità di progettualità comune. In particolare tutto ciò è significativo per quelle associazioni insediate all’estero che hanno operato storicamente sulla base di valori positivi della solidarietà, della giustizia sociale, della partecipazione attiva nelle comunità italiana, verso le altre comunità emigrate e verso la madre patria.
v 10. L’associazionismo di oggi è e vuole essere una realtà proattiva dello stare insieme tra persone diverse, l’opportunità per affermare valori culturali capaci di allargare, allo stesso tempo, l’area della conoscenza della italianità e il coinvolgimento delle comunità italiana nel suo ruolo di ponte, di mediazione e di interazione tra paese di origine e paese di accoglienza e , all’interno del paese d’accoglienza, tra le diverse comunità migranti e le popolazioni autoctone.
v 11. L’associazionismo esprime da sempre una rappresentanza sociale di interessi e di aspettative emergenti dalle nostre comunità all’estero. Esso è in grado di rappresentare e negoziare, ai diversi livelli, direttamente con i decisori pubblici scelte riguardanti gli italiani all’estero. Nell’attuale contesto di nuova mobilità delle forze lavoro in Europa e verso altri continenti, esso costituisce l’interlocutore fondamentale affinché il patrimonio rappresentato dai giovani in ripartenza dal nostro paese, non vada irrimediabilmente perduto.
v 12. Il ruolo della rappresentanza sociale va riconosciuta ai Comites e al Cgie, nell’auspicio che siano meglio precisati gli ambiti di rappresentanza in modo coerente e distinto dagli altri momenti istit uzionali. Un contributo importante in questo senso potrà venire dall’approvazione in Parlamento della proposta di legge che riconosce il ruolo dell’associazionismo di p romoz ione sociale che ope ra all’estero.
v 13. In considerazione di quanto sopra, la CNE intende aprire una nuova fase costituente in grado di realizzare assetti organizzativi comuni che ne rafforzino la necessaria autonomia e indispensabile soggettività, il portato culturale derivante dall a storia d el mon do associa tivo, c ontribuendo così a completare e a legittimare in forma coeren te la rappresentanza sociale pur se diversificata da quella politica propria dei partiti o di movimenti similari il cui sbocco naturale è il voto e la rappresentanza parlamentare. Si tratta allora di una fase costituente capace di delineare e aggiornare la funzione della Consulta Nazionale dell’Emigrazione alla luce dei nuovi scenari, per individuare nuovi elementi di progettualità e di azione per i prossimi decenni. Am bedu e costituiscono oggetto di forte attenzione nell’attuale fase processuale che la CNE ha aperto al suo interno e che intende proseguire per defini rli in modo analit ico e con la n ecessaria concretezza, attivamente ricercando la condivisione con gli altri soggetti dell’associazionismo, in tempi certi e ravvicinati ed in sedi di confronto in grado di favorire il contributo plurale e la massima partecipazione.