Ritengo indispensabile ricollocare la discussione politica sull’esercizio in loco del diritto di voto nelle nostre comunità nel mondo, dalla rete associativa fino ai Comites e al CGIE – oltre che nelle sedi parlamentari dove dobbiamo cogliere tutte le opportunità forniteci in questi giorni dai Comitati e dalle Commissioni di Camera e Senato.

La soluzione politica e parlamentare della circoscrizione estero – ha continuato l’On. Fedi nel suo intervento alla Farnesina durante la seconda giornata della plenaria del CGIE – nasceva, infatti, come risposta al tema centrale dell’effettiva partecipazione politica dei cittadini italiani al voto. Nel documento dei saggi, come in alcune delle proposte di riforma avanzate da alcuni gruppi, non è stata ancora data una risposta efficace, sul piano costituzionale, in alternativa alla Circoscrizione Estero. Credo che l’impegno comune di tutti, anche in sede parlamentare, debba essere quello di assicurare ai cittadini italiani che risiedono all’estero la possibilità di esercitare un diritto fondamentale di cittadinanza, qual è il voto politico, senza dover rientrare in Italia. Per questa ragione credo possa essere utile ripartire dalla nostra storia, coinvolgendo la nostra gente, ascoltandola e facendola partecipare. Sulle chiusure consolari ricordo quanto già detto: la Farnesina è chiamata ad affrontare la questione dell’organizzazione della nostra rete diplomatico-consolare nel mondo. Siamo convinti che sia possibile farlo continuando ad assicurare i servizi – ma in maniera seria, parlando della realtà e non di un futuro che può essere costruito solo con progetti, prospettive e risorse. E questa strategia, che può prevedere anche delle chiusure mirate, deve essere condivisa con il Parlamento. Il confronto politico deve avvenire nelle sedi Parlamentari e nel CGIE. Ogni altro tentativo, che non avvenga in maniera trasparente e nelle sedi competenti, deve essere respinto. Evidente, infine, che tutti siamo tenuti a rispettare le leggi. Desidero ricordare che le decisioni amministrative, con scelta di priorità dalle amministrazioni dello Stato, non rappresentano “applicazione puntuale di norme” ma decisioni amministrative che possono essere legittimamente criticate. Per questa ragione la revisione della spesa deve trasformarsi in obblighi precisi, in decisioni da adottare, non può più rappresentare una delega alle singole amministrazioni sulla scelta delle priorità. Sul voto elettronico per il rinnovo dei Comites auspico che il CGIE prenda una posizione che arrivi alle Commissioni parlamentari e che – comunque – la Farnesina fornisca tutti i dati sul come, dove e quando e con quali risorse e sicurezza si vuole adottare, in forma non ancora sperimentata, una soluzione che tecnicamente è auspicabile ma che nei fatti non ci è ancora stata presentata se non con norme e regolamenti. L’informatica, anche quando applicata alla politica, è altra cosa! Sui temi centrali alla vita delle nostre comunità – ricorda Fedi – dall’IMU alle detrazioni fiscali per carichi di famiglia, passando per le coperture sanitarie, la politica della Farnesina è stata distante dagli italiani nel mondo. La nostra storia e il nostro futuro, con i tanti giovani che lasciano l’Italia, meritano maggiore attenzione dal Governo.