Nella discussione in commissione sul disegno di legge di conversione del decreto Destinazione Italia è stato accolto un emendamento da me presentato, assieme ai deputati Gianni Farina, Marco Fedi, Laura Garavini e Fabio Porta, sull’impegno di coinvolgere le nostre comunità, attraverso i loro legittimi rappresentanti dei COMITES e del CGIE,
e il mondo associativo, nei programmi pubblici di internazionalizzazione delle imprese e dei prodotti italiani. E’ la prima volta che in una legge strategica, quale Destinazione Italia, il riconoscimento del ruolo che le comunità italiane nel mondo e le loro rappresentanze svolgono viene fatto in forme così esplicite e dirette. L’emendamento accolto, infatti, recita testualmente: “Nei progetti e attività di sostegno all'internazionalizzazione delle imprese italiane e di promozione dell'immagine del prodotto italiano nel mondo, adottati dai Ministeri competenti per materia e attuati dalle strutture decentrate dello Stato, nonché dagli enti pubblici operanti nel campo della commercializzazione e del turismo, ai fini di una più ampia promozione delle iniziative, si prevede, ove possibile, il coinvolgimento delle comunità d'origine italiana presenti all'estero e, in particolare, degli organismi di rappresentanza previsti dalla legge 23 ottobre 2003, n. 286, in materia di regolamento del funzionamento dei COMITES, e dalla legge 6 novembre 1989, n. 368, e successive modificazioni, sull'istituzione e il funzionamento del Consiglio generale degli italiani all'estero (CGIE)”. Il disegno di legge ora è all’esame dell’Assemblea e tutto lascia sperare che il testo che la Camera a breve approverà sancisca con forza di legge questo impegno. In questo modo, si raccoglie un’istanza che in molte occasioni i rappresentanti dei COMITES e del CGIE e quelli del mondo associativo hanno avanzato, non per puro senso di protagonismo ma per sostenere in modo concreto la ripresa dell’Italia e il consolidamento del suo ruolo nel mondo. A nome mio e degli altri colleghi del PD esprimo, naturalmente, grande soddisfazione. Ci sono tuttavia altri passi da fare: a breve la definitiva approvazione della legge alla Camera e al Senato e, in prospettiva, la verifica che quanto in essa è previsto sia effettivamente applicato nei programmi di internazionalizzazione del Governo e degli enti pubblici operanti nel campo della commercializzazione e del turismo. E’ giusto fare, comunque, un passo per volta per arrivare veramente al giusto riconoscimento del ruolo degli italiani nel mondo”.