Quale sarà lo spazio reale degli italiani all’estero nella prospettiva di governo delineata dal Presidente Renzi davanti al Parlamento al momento della fiducia?La risposta a questo interrogativo è stata per noi la motivazione del voto di fiducia che abbiamo espresso e sarà la traccia che guiderà il nostro impegno nei confronti di questo Governo e nel corso di questa legislatura. La nostra valutazione, dunque, è di ordine non formale ma sostanziale. Non siamo tra quelli che auspicano richiami formali, le piccole scappellate di cortesia agli italiani all’estero, puntualmente contraddette poi dalle avare politiche messe in campo dai governi che si sono succeduti dal 2008 in avanti. Ci importano, invece, i passaggi reali nei quali si vedrà se il disegno riformatore e realizzatore avanzato da questo Governo si tramuterà in fatti concreti. Per quanto ci riguarda, daremo tutto il nostro contributo perché ciò avvenga.Intanto, con il nostro voto abbiamo dichiarato di condividere la direzione di marcia, vale a dire la necessità e l’urgenza di riformare l’impianto istituzionale, il sistema e la prassi amministrativa e giudiziaria del nostro Paese, prima che sia troppo tardi. In secondo luogo, con il nostro voto abbiamo condiviso con convinzione il proposito di spostare tutte le energie e le risorse disponibili sulle politiche per la crescita, dal lavoro al sostegno alle imprese, dalla scuola alla promozione dell’internazionalizzazione del nostri sistema produttivo e culturale.Lungo questa strada, se sarà intrapresa con la determinazione che è stata prospettata, ci saranno diversi incroci nei quali ci si dovranno necessariamente intercettare gli italiani all’estero. Così sarà fin dall’imminente discussione della nuova legge elettorale per dire una parola chiara e definitiva sul voto per corrispondenza e sulla sua contestuale riforma sulla base delle opzioni che il gruppo del PD ha già avanzato e che quasi tutte le altre forze hanno dichiarato di condividere. Così sarà per la riforma dell’impianto costituzionale, a partire dal superamento del bicameralismo perfetto, entro la quale si dovrà dire una parola altrettanto chiara sullo spazio di rappresentanza riconosciuto ai cittadini italiani all’estero. Per quanto ci riguarda, non abbiamo alcun dubbio che questo spazio, come affermato in una risoluzione della direzione del PD approvata all’unanimità, debba essere pieno certamente nella Camera che voterà la fiducia al Governo e, aggiungiamo, anche nel Senato della autonomie, nel quale sarà opportuno che prosegua e si valorizzi l’interlocuzione ormai consolidata tra le nostre comunità all’estero e le autonomie regionali e locali.Così sarà anche per la traduzione concreta della priorità che il Governo intende dare alla scuola e alla cultura, che si dovrà allargare dall’importante questione dell’’edilizia scolastica al più in generale rafforzamento del nostro sistema formativo e alla sempre maggiore autorevolezza a livello globale del nostro sistema linguistico-culturale. Si tratterà di misurare, comunque, le intenzioni con l’entità degli investimenti e, più ancora, con l’avanzamento delle riforme necessarie in questo campo, per altro già preannunciate sia da alcune nostre proposte di legge che dai documenti del CGIE.Così sarà, ancora, per il necessario e ulteriore impulso da dare all’internazionalizzazione del sistema economico italiano, che già da tempo si giova del grande sostegno dato dal nostro retroterra emigratorio di decine di milioni di persone d’origine e che dovrà svilupparsi ormai, come di recente riconosciuto nello stesso Piano Destinazione Italia, nell’individuare progetto per progetto il tipo di contributo che ognuna delle nostre comunità potrà dare al radicamento delle iniziative nelle aree prescelte.Così sarà, infine, quando si tratterà di affrontare in sede parlamentare le delicate politiche della cittadinanza e dell’integrazione. Queste politiche dovranno avere la capacità e il respiro ideale ed etico per considerare la comunità italiana in una dimensione globale, sia quando vede emigrare suoi concittadini in altri Paesi, ai quali si chiede il rispetto dei diritti civili e politiche attive di integrazione, che quando deve accogliere cittadini di altri Paesi, ai quali è giusto riconoscere le cose che per noi stessi chiediamo.Il voto di fiducia che abbiamo dato al Governo Renzi, insomma, è il nostro impegno ad essere presenti in questi passaggi nodali e a fare in modo che le risposte siano positive in particolare sui punti che abbiamo ricordato. Lo faremo per fare ancora una volta e fino in fondo il nostro dovere verso il mondo che rappresentiamo e perché siamo certi che le soluzioni positive in questo campo siano uno dei migliori sostegni che si possa dare alla ripresa dell’Italia”.Farina, Fedi, Garavini, La Marca, Porta Camera dei Deputati - I risultati del voto di fiducia al governo Renzi:
378 sì
220 no
1 astenuto
I presenti sono stati 599
I votanti sono stati 598