Il Presidente del Comitato per gli italiani nel mondo della Camera e per la promozione del Sistema Paese è intervenuto nel dibattito sulla fiducia al Governo Renzi L’on. Fabio Porta è intervenuto nel dibattito sulla fiducia al Governo Renzi a nome dei deputati eletti all’estero del PD e in qualità di Presidente del Comitato della Camera per gli italiani nel mondo e per la promozione del Sistema Paese.
Porta, rivolgendosi al Presidente incaricato, ha affermato che il Governo si presenta come un “Governo nuovo”, non solo come un “nuovo Governo”. Forse un gioco di parole, ma ad opinione del parlamentare, in questo caso del tutto appropriato, soprattutto perché così è percepito dagli italiani, in Italia e nel mondo. “Ho chiesto di intervenire – ha sottolineato l’on. Porta – per far sentire la voce di milioni di italiani che vivono nel mondo e che oggi seguono con grande fiducia e speranza la nascita del governo da Lei guidato”. Porta ha chiesto a tutti i membri dell’esecutivo, ad iniziare dal nuovo Ministro degli Esteri, di “guardare con concreta attenzione a questa realtà, costituita non solo dagli oltre quattro milioni di elettori italiani all’estero ma anche da quello straordinario universo di 100 milioni di italo-discendenti nel mondo. Un’emigrazione antica ma anche una nuova leva di italiani che oggi hanno ripreso a cercare altrove nuove opportunità e spesso un nuovo progetto di vita”. Per il Presidente del Comitato per gli italiani nel mondo, sarebbe auspicabile che questa grande vicenda storica e attuale fosse insegnata in modo interdisciplinare nelle scuole (Porta è tra l’altro il primo firmatario di un disegno di legge in tal senso); in questo modo – ha continuato – “le due compagne di banco – alle quali Lei più di una volta ha fatto riferimento nei suoi discorsi – scoprirebbero così di essere figlie della stessa storia di migrazioni”. Un governo di svolta e di rilancio dell’economia e dell’occupazione “dovrà avere il coraggio e la lungimiranza di abbandonare vecchi cliché sulla presenza degli italiani nel mondo” riconoscendoli come “un potenziale unico e mai adeguatamente utilizzato per l’affermazione del “Made in Italy”, la Promozione del Paese e l’internazionalizzazione dell’economia”. I dodici eletti all’estero presenti alla Camera sono espressione di questo mondo: “Ci ascolti e ci valorizzi, Signor Presidente del Consiglio, orientando le scelte del suo nuovo governo al rafforzamento di tutte le politiche rivolte alla grande comunità degli italiani nel mondo”. Per fare questo, tuttavia, è necessario invertire la rotta rispetto ai governi degli ultimi anni, tornando a investire e non più a penalizzare, traducendo la svolta in gesti e impegni concreti, mettendo da parte frasi e ringraziamenti di circostanza, poi contraddetti dagli atti degli esecutivi che si sono succeduti. “Non ho il tempo di soffermarmi sulle questioni di più profonda sensibilità per gli italiani all’estero”, ha proseguito il parlamentare eletto in Sud America. “Lo hanno fatto altri colleghi e riprenderemo il confronto nelle sedi opportune. Mi limito a ricordare che dovremo discutere seriamente di lingua e cultura italiana, delle rappresentanze democratiche degli italiani all’estero, dell’informazione, dell’assistenza dell’internazionalizzazione, dei diritti di cittadinanza, della stessa riforma del Ministero degli Esteri”. Ci sono aree strategiche che negli ultimi anni sono state abbandonate, con colpevole miopia e qualche accenno di vero e proprio masochismo. Aree che invece meritano una rinnovata attenzione da parte del governo del nostro Paese: gli italiani all’estero sono una di quelle. “Tutti i passaggi riformatori di questo esecutivo ci vedranno attivi, propositivi e in prima linea”, ha affermato Porta. L’importante è che l’esecutivo si convinca che da una diversa politica verso gli italiani all’estero potrà derivare una parte significativa, tangibile di quella svolta che si vuole imprimere all’azione di governo. “Provi a pensare soltanto, Signor Presidente, al potenziale costituito dalla presenza degli italiani nelle “business community” di tutto il mondo come leva per i processi di internazionalizzazione del Paese. Se il governo che nasce in questi giorni avrà il coraggio di comprendere e dare seguito a questa semplice ma rivoluzionaria constatazione – ha concluso Porta - , secondo la quale i quasi 100 milioni di italo-discendenti nel mondo costituiscono di per sé un capitale da utilizzare e non una vecchia parentesi del passato da archiviare, avrà dimostrato con i fatti che questo è davvero un “Governo nuovo”. C’è un’altra Italia oltre l’Italia, non dimentichiamolo mai!”.