Nella risposta alla mia interrogazione il Sottosegretario agli Esteri, Benedetto Della Vedova, auspica una rapida ratifica della convenzione di sicurezza sociale e promette l’individuazione delle coperture. Il Governo auspica una rapida ratifica dell’accordo di sicurezza sociale con il Cile ed il Ministero degli Affari Esteri ha già avviato gli approfondimenti tecnici con il Ministero del Lavoro e con il Ministero dell’Economia e delle Finanze, al fine di stimare in maniera corretta gli oneri finanziari della ratifica e di individuare una adeguata copertura per gli oneri a regime. Sembrano parole sincere quelle del Sottosegretario agli Affari Esteri Benedetto Della Vedova il quale ha ieri risposto alla mia interrogazione in Commissione Affari Esteri in merito al ritardato iter della ratifica dell’accordo tra i due Paesi. E’ da tempo che incalzo il Governo e le altre autorità competenti per costringerli a colmare una inadempienza che non ha giustificazioni plausibili e che sta penalizzando migliaia di cittadini italiani e cileni ai quali non vengono riconosciuti i loro diritti previdenziali. Nell’interrogazione avevo denunciato l’annosa e grave inadempienza del diritto internazionale commessa dall’Italia in considerazione del fatto che l’accordo fu firmato dai due Stati contraenti nel lontano 1998 e in quello stesso anno approvato dal Parlamento cileno. Avevo stigmatizzato che tale inadempienza finora non ha consentito a migliaia di cittadini italiani residenti in Cile e di cittadini cileni residenti in Italia (o rientrati in Cile dopo la fine della dittatura) di maturare un diritto a prestazione pensionistica sebbene essi abbiano versato i contributi assicurativi sia in Italia che in Cile. Ieri il Sottosegretario agli Esteri nella sua risposta ha riacceso le nostre speranze e legittime aspettative sottolineando che il Governo attribuisce una “priorità assoluta” – sono le sue parole – alla ratifica dell’accordo di sicurezza sociale con il Cile. Il Governo si è detto certo che l’entrata in vigore della Convenzione oltre a garantire ovvie ricadute in termini di protezione sociale nei confronti della comunità italiana residente in Cile, avrebbe senza dubbio un impatto positivo sugli investimenti delle imprese italiane operanti nel Paese, che sono naturalmente attratte da una realtà quale quella cilena che ha conosciuto negli ultimi anni una robusta crescita economica, con una legislazione che favorisce l’imprenditorialità e che ha lanciato negli ultimi anni interessanti progetti di sviluppo delle infrastrutture e nel settore energetico. Il Sottosegretario ha ammesso che la ratifica della convenzione da parte italiana ha subito alcune battute d’arresto anche a causa della mancanza di copertura finanziaria. Ma ora – ha ricordato il Sottosegretario - la legge di stabilità ha aumentato significativamente l’accantonamento nella Tabella A del Ministero degli Affari Esteri (che come è noto serve a coprire soprattutto gli oneri finanziari derivanti dalle ratifiche dei trattati internazionali) con l’obiettivo di realizzare un’operazione i cui benefici ricadrebbero sul sistema Paese in maggiore misura rispetto alle spese preventivate. Devo ammettere che erano anni che non si sentiva un rappresentante di Governo sostenere che gli investimenti del Governo per gli italiani all’estero possono creare benefici per il sistema Paese. Attendiamo ora i fatti concreti con la “rapida ratifica” dell’accordo.