Per la casa degli italiani all'estero, là dove i comuni non abbiano deliberato diversamente, da quest'anno l’IMU si applicherà con aliquote che potranno arrivare fino all’11,4 per mille. Dal gennaio 2012, infatti, l’equiparazione a prima casa dell’unità immobiliare posseduta in Italia non viene più riconosciuta ai cittadini italiani residenti all’estero, come invece era avvenuto ininterrottamente dal 1993 al 2011. Tuttavia, nel corso dell'esame della legge di stabilità siamo riusciti ad ottenere che i comuni abbiano la facoltà di considerare abitazione principale l’unità immobiliare posseduta dai cittadini italiani non residenti nel territorio dello Stato a titolo di proprietà o di usufrutto in Italia a condizione che non risulti locata. Inoltre siamo riusciti a far includere anche gli italiani residenti all'estero tra i soggetti aventi diritto a eventuali agevolazioni fiscali deliberate dagli stessi comuni. Quanti saranno i comuni sensibili alle ragioni e alle aspettative dei nostri connazionali? Difficile a dirsi. Di certo però intendiamo sensibilizzare i comuni attraverso la nostra azione politica: abbiamo invitato in una prossima audizione presso il Comitato Italiani nel Mondo della Camera il Presidentedell'Anci, l'Associazione Nazionale Comuni Italiani, Piero Fassino, Sindaco di Torino per svolgere nei suoi confronti un'azione di informazione e di persuasione sulle legittime ragioni dei nostri connazionali residenti all’estero. Per quanto riguarda la TARI, la tassa sui rifiuti che andrà a sostituire TARSU e TARES, cambia poco: la dovranno pagare anche gli italiani all’estero proprietari di immobili in Italia. Anche per la TARI eventuali esenzioni o riduzioni dovranno essere stabilite dai comuni con i rispettivi regolamenti. Giova rammentare al riguardo che la legge di stabilità prevede che il comune, in alternativa ai criteri per la commisurazione della tassa stabiliti con i relativi regolamenti, e nel rispetto del principio “chi inquina paga”, può commisurare la tariffa alle quantità e qualità medie ordinarie di rifiuti prodotti per unità di superficie, in relazione agli usi e alla tipologia delle attività svolte nonché al costo del servizio sui rifiuti. Viene confermata la possibilità di prevedere riduzioni o esenzioni. In particolare è previsto specificamente che il comune può prevedere riduzioni tariffarie ed esenzioni anche nel caso di abitazioni occupate da soggetti che risiedono o abbiano la dimora per più di sei mesi l’anno all’estero. Ecco perché intendiamo sensibilizzare i Comuni attraverso l' audizione del loro presidente, Piero Fassino, per fare capire che gli italiani residenti all’estero, per la stragrande maggioranza, producono una quantità limitata di rifiuti, a causa del breve utilizzo dell’immobile posseduto nei periodi in cui tornano temporaneamente in Italia e che quindi hanno diritto all’applicazione delle agevolazioni fiscali. Per la TASI, la tassa sui servizi indivisibili comunali che in pratica ha sostituito l’IMU, i comuni potranno aumentare l’aliquota di base dello 0,8 (e cioè dal 2,5 al 3,3 per mille) al fine di finanziare le eventuali detrazioni per il 2014 – detrazioni che i comuni singolarmente potranno prevedere con appositi regolamenti comunali. Tali detrazioni TASI possono essere applicate anche in favore dei cittadini italiani iscritti all’AIRE grazie ad un emendamento da noi fatto approvare. In conclusione i proprietari di immobili in Italia ma residenti all’estero dovranno pagare le imposte relative sia all’IMU che alla TARI che alla TASI; imposte che nei comuni che non introdurranno esenzioni o detrazioni per i nostri connazionali, potrebbero significare un pesante esborso monetario. Il nostro impegno è di agire politicamente nei confronti dei comuni, proprio per sensibilizzarli a tenere conto delle specificità dei connazionali all'estero. GIANNI FARINA, MARCO FEDI, LAURA GARAVINI, FRANCESCA LA MARCA, FABIO PORTA