In ogni circoscrizione elettorale svizzera (Basilea-Berna-Ginevra -Losanna-San Gallo- Ticino-Zurigo ), grazie all’iniziativa determinante di numerosi protagonisti dei Comites in scadenza alla fine dell’anno e di tanti dirigenti impegnati attivamente nella vita associativa, culturale, sociale e politica, è stato possibile presentare complessivamente tredici liste elettorali plurali, dando spazio alle rappresentanze associative e democratiche presenti sul territorio. Si tratta di organizzazioni i cui riferimenti ideali perseguono la piena integrazione della nostra Comunità nel complesso e variegato mondo elvetico e contestualmente continuano a mantenere un vivo rapporto con l’Italia. Tuttavia, il rinnovo dei Comitati degli italiani all’estero, oggi, viene percepito come l’ultima occasione per tenere saldi i legami tra le istituzioni rappresentative, le tante esperienze italiane maturate e disponibili nella terra di Guglielmo Tell e il retaggio reciproco con la Penisola: un filo ancora teso tra la testimonianza e l’avvenire, tra il crepuscolo e il nuovo giorno, nel quale, come scriveva Rocco Scotellaro “siamo entrati anche noi, con i nostri panni, le scarpe e le nostre facce”. Tirar la corda oltre i limiti della sopportazione come succede da anni, invece, rischia di rompere inesorabilmente quel residuo di fiducia presente nello spirito di chi continua a sperare al tempo di bonaccia, dopo l’attuale devastante austerità, che ci costringe a tenere a galla il veliero degli italiani all’estero. E proprio nel rinnovo dei Comites in molti ci stanno mettendo la faccia, per evitare quegli esiti volutamente negativi da far valere alla prima occasione per sanzionare il nuovo fermento del rinnovamento. Nel pieno della tempesta, che si è abbattuta sugli italiani all’estero, è interessante osservare il lavoro dei tanti volontari, l’acume profuso nonostante i limiti umani ed organizzativi per praticare quella politica dell’ascolto, di cui spesso si parla e difficilmente si riesce a mettere in pratica. In questa occasione si sono distinte le intraprendenze delle associazioni nel motivare e responsabilizzare in pochissimo tempo gran parte della comunità, apatica e distratta dai mutamenti sociali e culturali determinatosi in questo periodo difficile di congiuntura economica. La scelta di impegnarsi nella formazione di liste elettorali plurali, specchio delle diverse presenze territoriali è risultata efficace, perché la risposta venuta dal territorio è stata straordinaria ed ha permesso di superare l’insufficiente informazione e le ristrettezze temporanee ed organizzative a cui era sottoposta la raccolta delle firme. Non si è visto mai in nessun paese sviluppato, se non in situazioni di profonda emergenza istituzionale, organizzare elezioni di qualsiasi tipo nel giro di poche settimane, senza un elenco elettorale e senza la mancanza di informazioni che rappresentano le condizioni essenziali per garantire pari opportunità di partenza. L’alta assunzione di responsabilità del mondo associativo, dei volontari e delle organizzazioni sociali ha supplito alle inadempienze organizzative ma ha permesso di rimette in sintonia quel tessuto organizzativo, che tanto ha contribuito sia all’affermazione dei diritti della nostra Comunità in questo Paese,sia al riconoscimento degli organismi di rappresenta intermedi (Com.It.Es. e C.G.I.E.) e parlamentari. Occorre ripartire dall’assunto: Non c’è rappresentanza senza partecipazione. Ora spetta a tutti noi, non solo in Svizzera ma anche altrove, non vanificare questo bel risultato, continuando a dialogare e a creare le condizioni necessarie affinché da questo ritrovato dialogo tra donne e uomini, giovani ed anziani, gruppi sociali, mondo accademico e delle imprese, dell’arte e dello sport, e la miriade di associazioni, possa rigenerarsi quel tessuto unitario e partecipativo indispensabile per rilanciare con maggiore forza e con nuove prospettive la presenza italiana in Svizzera. Solo così la rappresentanza sarà messa in condizione di dare un contributo imprescindibile al rilancio della nostra storia e di ritagliarsi un ruolo da protagonista dentro i processi di innovazione e rinnovamento dettati dalle esigenze del presente. Il rinnovo dei Comites va colto come la premessa per costruire un futuro di opportunità e di partecipazione attiva alle scelte che riguardano la nostra comunità in Svizzera. Quanto più forti e rappresentativi saranno i nostri Comites e il CGIE, tanto più riconosciuta e rispettata sarà la nostra Comunità. La partita, però, non è ancora terminata. Siamo appena a metà della gara. Le varie liste sono chiamate a pensare oltre alla rappresentanza territoriale, anche al modo di porsi su scala nazionale verso il nostro Paese e le istituzioni locali per sciogliere i nodi dell’integrazione nelle sue più varie accezioni. In questi giorni che ci separano dal voto è’ necessario coinvolgere i cittadini italiani nel processo amministrativo di iscrizione alle liste delle anagrafi, che terminerà il 19 novembre 2014. Successivamente sarà la volta del voto e delle scelte. Perciò, saranno necessarie serate informative per far conoscere al meglio i compiti dei Com.It.Es ed i candidati, che si sono messi a disposizione per rinnovare la rappresentanza e per dare alla nostra Comunità nuove prospettive e facilitarne il futuro. Michele Schiavone