(SA) - Il meccanismo alquanto complicato, i tempi assai ristretti per raccogliere le firme specialmente là dove non c’era la sede consolare e bisognava mandare i funzionari che non hanno certo speso molto tempo per rendere fattibile la raccolta delle firme, sono state sicuramente concause che non hanno consentito la presentazione di liste. Le circoscrizioni dove non si è presentata nemmeno una lista non sono poche. Comunità numerose come ad esempio quella di Liegi, di Nizza, di Lyon, Bordeaux, Madrid, Barcellona, e tante altre località, rimangono senza la possibilità di rinnovare un importante organismo come il COMITES. Lo scarso numero di domande che alla scadenza del 19 novembre saranno presentate per la iscrizione nelle apposite liste degli elettori, inoltre, daranno spunto a tutti quelli che sono contro la sopravvivenza di un organo di rappresentanza democraticamente eletto cole il COMITES, di alzare la voce e di dire che questa è la prova che siamo di fronte ad un organismo non sentito e quindi non voluto dalla comunità. Questa realtà, è vera in parte, ossia è vera la parte che dice che siamo di fronte ad un organismo che la comunità non sente proprio. Ma perché si è arrivati a tanto? E’ forse colpa della comunità se gradualmente ma in maniera irrimediabilmente progressiva, si è trovato di fronte un organismo attaccato da parecchie parti politiche, che l’hanno svuotato di poteri, di ruolo, di funzioni, prima con i tagli di questi ultimi anno e dopo mettendo gli stessi organismi nella condizione di non potere funzionare. A nulla sono valsi i lodevoli sforzi degli eletti nei COMITES e nel CGIE, nel cercare di continuare a tenere in vita questi organismi, facendoli funzionare. La comunità si è allontanata da essi, stanca e delusa. Stanca di vedere il gioco dei rinvii durato oltre un lustro, delusa nel vedere che organismi che nel passato hanno avuto un grande ruolo nella gestione e somministrazione di tanti servizi utili alla comunità, come l’informazione, la programmazione, il coordinamento del movimento associativo, la realizzazione di iniziative culturali, ecc. venivano nel tempo svuotati fino a renderli impotenti, quasi inutili. Oggi, il risultato è davanti gli occhi di tutti. Pochi iscritti negli elenchi elettorali delle circoscrizioni consolari, moltissime circoscrizioni rimaste senza alcuna lista presentata. Noi riteniamo, ed in questo senso si muove l’USEF, che a queste circoscrizioni che non hanno avuto il tempo necessario perché venissero presentate liste da potere votare, debba essere concessa una seconda occasione, offrendo loro un ri8nvio delle elezioni ed una riapertura del tempi sia per la sottoscrizione e la presentazione delle liste, sia per le iscrizioni negli elenchi degli elettori. In poche parole, quello che riteniamo sia giusto, è un secondo turno di elezioni dei COMITES, da tenere in quelle circoscrizioni che oggi si ritrovano senza alcuna lista presentata. E’ forse chiedere troppo? Riteniamo di no, visto che si tratta solo di mettere parecchie diecine di migliaia di italiani all’estero, di usufruire del diritto di eleggere la propria rappresentanza territoriale, un diritto sancito da una legge, che riteniamo non debba essere cancellato. In questa direzione va anche la richiesta che l’USEF è pronta a fare pervenire agli eletti all’estero, perché si facciano carico di sostenere la richiesta di “questo secondo turno elettorale” al fine di consentire il recupero di quelle zone che oggi restano fuori.