Roma – Promozione della lingua e della cultura italiane all’estero, internazionalizzazione, trattamento sanitario ai figli di italiani nati all’estero, sopravvivenza del Museo nazionale dell’emigrazione e funzionalità dell’Istituto Italo-latino-americano. Sono i temi sui quali i deputati del Pd eletti all’estero Gianni Farina, Marco Fedi, Laura Garavini, Francesca La Marca e Fabio Porta hanno presentato i loro emendamenti alla legge di Stabilità in commissione Esteri alla Camera. I parlamentari non dimenticano il tema dei patronati: “In questi giorni ci stiamo impegnando con intensità e convinzione per realizzare in ambito parlamentare tutte le sinergie necessarie per annullare il taglio di 150 milioni di euro” previsto sempre nella legge di Stabilità. “Da una misura di questo genere – commentano i deputati - sarebbero messi in ginocchio e privati della possibilità di continuare a rendere gratuitamente il loro servizio di tutela sociale, sempre più insostituibile in presenza della crisi profonda che si trascina da anni. Dopo la chiusura di consolati e Comites, tra l’altro, la presenza dei patronati all’estero – continuano Farina, Fedi, Garavini, La Marca, Porta - rappresenta l’unico vero segretariato sociale al quale i nostri concittadini, soprattutto quelli più deboli, possono fare ricorso. Sulla questione della lingua e della cultura italiane all’estero, “abbiamo presentato, prima firmataria Laura Garavini, un emendamento – si legge in una nota congiunta - che chiede di reintegrare di 3 milioni di euro la dotazione a disposizione della Direzione per gli italiani all’estero”. Sul made in Italy, è stato presentato un emendamento, primo firmatario Marco Fedi, con il quale “si cerca di limitare e rendere sostenibile l’ulteriore decurtazione. Sul piano dei diritti del cittadino, il nostro emendamento sulla tutela sanitaria dei figli degli italiani nati all’estero, la cui prima firma è Francesca La Marca – prosegue la nota dei parlamentari eletti all’estero -, tende a superare una discriminazione che in molte Asl viene fatta nei confronti di coloro che, in visita in Italia, devono fare ricorso a cure ospedaliere per interventi urgenti. Si tratta di una prassi non solo ingiusta nei confronti di chi, a tutti gli effetti, è cittadino italiano, ma anche dannosa perché rappresenta una remora per un incremento del turismo di ritorno. Il Museo nazionale dell’emigrazione italiana, istituito con enfasi cinque anni fa, pur tra limiti di impostazione scientifica e di proiezione internazionale, rappresenta un riconoscimento doveroso per i 28 milioni di emigrati italiani che si sono sparsi nel mondo e un fattore di richiamo per gli italodiscendenti. Per esso non è previsto per il futuro alcun contributo, il che comporterebbe – commentano Farina, Fedi, Garavini, La Marca e Porta - il suo sfaldamento dal momento che i materiali esposti provengono da diversi enti e centri di ricerca. Il nostro emendamento, primo firmatario Gianni Farina, che tendeva a scongiurare questa deprecabile eventualità, è stato ritirato solo dopo avere verificato l’esistenza di un altro emendamento avente la stessa finalità”. Infine la questione dell’Istituto italo-latino-americano che “rappresenta ormai lo strumento più efficace e riconosciuto per lo sviluppo delle relazioni tra l’Italia e i Paesi dell’America latina, alcuni dei quali si pongono già oggi come partner dinamici e di interessanti prospettive in quell’area fondamentale per i nostri interessi. Senza un sostegno ormai minimo per il suo funzionamento, l’Istituto non potrebbe più svolgere la sua funzione. L’emendamento, che ha la prima firma di Fabio Porta, tende ad assicurare la continuità dell’Istituto e lo sviluppo delle relazioni internazionali intrecciate con il suo ruolo ormai consacrato a livello internazionale. La commissione Esteri ha giudicato i nostri emendamenti rispondenti ad alcuni problemi reali delle nostre comunità e, facendoli propri, ne ha avallato l’ulteriore percorso. Si tratta di un primo passo, importante ma iniziale. Sappiamo che per la situazione generale delle finanze dello Stato e per la necessità di spostare risorse dalla spesa ordinaria agli investimenti il cammino sarà difficile. Per questo facciamo appello a tutti gli altri eletti all’estero e alle forze dell’emigrazione – concludono i deputati eletti all’estero - affinché in queste settimane si alzi una voce chiara e unitaria per raggiungere le modiche della legge di stabilità che da tutti sono considerate necessarie per le nostre comunità e utili per il Paese”. (NoveColonne ATG)