È necessario fare qualcosa e dare un segno di attenzione a questi italiani in cerca di nuove possibilità e evitare che possono finire vittime di raggiri", così l'ambasciatore Pasquale Terracciano ha aperto il nuovo incontro in Consolato per il Progetto Primo Approdo ripartito dopo la pausa estiva, continuando l'opera iniziata nell'ottobre scorso rivolta ai connazionali che si trasferiscono in Inglilterra e Galles, offrendo loro un concreto aiuto per l'ambientamento nella nuova realtà inglese attraverso il sostegno e le consulenze di esperti nel mondo legale, fiscale, medico, accademico e lavorativo operati in collaborazione con il Consolato Generale a Londra. Anche nel Regno Unito i raggiri esistono, soprattutto tra connazionali. Agenzie civetta offrono dall'Italia risolutivi pacchetti casa-lavoro raggirando i giovani inesperti. " Il consolato è attivo in questo, si può scrivere direttamente a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo., e le denunce verranno prese in considerazione dal Maresciallo Fiore della Guardia di Finanza", hanno sottolineato i Consoli Sarah Castellani e Massimilinano Mazzanti. Il progetto Primo Approdo nasce nell'ottobre 2013, dedicato simbolicamente alla memoria di Joele Leotta, il giovane connazionale vittima di omicidio nel Kent, lo scorso anno. Ogni incontro, con cadenza bimensile, tocca temi importanti per i connazionali utili a comprendere come affrontare la nuova vita nel paese inglese. Le cifre del consolato parlano di 42mila persone, solo nell'ultimo anno, con una crescita del 28 per cento rispetto al 2012 senza contare i tanti non ancora iscritti all'AIRE. Ma è stata soprattutto la composizione generazionale di questa nuova migrazione a suscitare l'interesse delle istituzioni italiane in UK portando alle iniziative di Primo Approdo. Il 65% degli Italiani hanno meno di 35 anni ed è in cerca di nuove opportunità di lavoro, per completare gli studi, o imparare la lingua. Nonostante abbiano motivazioni diverse, tra fuga dei cervelli o fuga di tutti a causa della crisi, i giovani italiani incontrano le stesse difficoltà. Questo manuale per il giovane navigante nel personale viaggio inglese, cercando anche di riafermare il ruolo e la presenza delle istituzioni, favorendo anche un dialogo non solo tra italiani ed inglesi, ma silentemente tra Roma e Londra per un efficace processo di riforme istituzionali grazie ad incontri focalizzati su università, lavoro, salute e giurisprudenza. E proprio sul lavoro si è aperto l'ultimo seminario con Teresa Pastena, CEO dell'agenzia di consulenza CV&Coffee. La ricerca del lavoro in Ingilterra passa attraverso tre discriminati essenziali: lingua, curriculum vitae e lettera motivazionale. Scontato da dire, ma il fattore linguistico conta più di ogni altra cosa. Per iniziare, ben vengano i lavori al Pub, in negozi, nei ristoranti, non solo per familiarizzare con la lingua, ma soprattutto con il mondo del lavoro inglese e per estendere la propria rete di conoscenze. Essenziale un CV concorrenziale ed anche in questo caso è una questione di linguaggio. Il formato europeo non ha alcuna valenza, non piace e rischia di appannare la ricchezza delle esperienze ed è come andare ad un colloquio in tuta. "I recruiter impiegano 8 secondi per leggere i CV, occorre usare parole chiave e mettere in luce principalmente le proprie skills." Ogni CV deve essere cucito ad hoc per il tipo di lavoro. Con l'alleanza di buon CV e vestiti di un sorriso sicuro, si può entrate in un pub e chiedere -sempre- del manager. Per lavori con qualifiche più alte occorre affidarsi più ai portali di recruitment, LinkedIn è il no plus ultra, seguire le aziende di interesse e cercare di entrare in contatto con un'ottima lettera motivazionale. Il mondo del lavoro inglese chiede soprattutto pensiero laterale, problem solving, sin da quale strategia usare per accedervi Non c'è una vera via preferenziale, ma è possibile trovare la propria se si è capaci di essere abili promotori di se stessi. Ottenere un lavoro significa considerare i giusti aspetti legali. Il pragmatismo inglese si espirne nelle due tipologie di lavoro: employed (dipendente) o Sole Trade (Partita Iva). Per il primo la legge inglese riconce un salario minimo di £6.50, con rapporti di lavoro sottoscritti anche su base verbale per 3 settimana, ma allo scattare del mese il datore di lavoro deve rilasciare un contratto formale in cui vengano riconosciuti i diritti : salario minimo, orario di lavoro legale, ferie e maternità ed assicurarsi che la retribuzione avvenga con accredito su conto corrente, onde evitare il mancato versamento delle tasse. L’Inghilterra è la patria della partita Iva, i sole trader sbocciano sul mercato inglese con la frequenza di un battito di ciglia e nuove società si aprono con la facilità di un click. "Qualunque sia la natura del vostro contratto, esistono modi per controllare l'entità della controparte attraverso il portale Companies House e ricordarsi anche che con la stessa facilità con cui è possibili creare delle nuove realtà economiche, con altrettanta facile intransigenza il governo inglese non ammette ritardi fiscali", ha ricordato l'avv. Gaglione. Sul capitolo salute, il GP Orietta Emiliani ricorda la necessità di registrarsi al NSH per poter usufruire di tutte le cure e non solo della medicina d'urgenza prevista in quanto cittadini europei. Qualunque sia il ruolo che si sceglie di dare all’Inghilterra nella proprio vita, come nuovo paese di residenza a tappa per la crescita personale e professionale, è meglio che in questo viaggio si parta equipaggiati e Primo Approdo è un'utile manuale per naviganti. (Valentina De Vincenti)