PORTA (PRESIDENTE COMITATO ITALIANI NEL MONDO): GLI STATI GENERALI DELL’ASSOCIAZIONISMO OCCASIONE PER RIDEFINIRE I RAPPORTI CON “L’ITALICITÀ’’ NEL MONDO
Presso il Comitato per gli italiani nel mondo e per la promozione del Sistema Paese della Camera, presieduto dall’On. Fabio Porta, si è svolta oggi l’audizione dei rappresentanti del Comitato promotore degli Stati generali dell’Associazionismo degli italiani nel mondo. Per il Comitato promotore erano presenti Franco Dotolo, Rino Giuliani, Gianni Lattanzio, Luigi Papais e Rodolfo Ricci, che sono intervenuto nel corso dei lavori. Il Presidente Porta, nell’aprire l’audizione, ha sottolineato come l’incontro rappresenti il primo passaggio ufficiale a livello istituzionale di un evento di obiettivo interesse qual è lo svolgimento degli Stati generali dell’associazionismo. I temi che essi affronteranno, già evidenziati nel documento preparatorio dell’evento, si intrecciano strettamente con le politiche che Governo e Parlamento devono adottare soprattutto in questa fase di lunga stagnazione. La disponibilità del Comitato, dunque, deve intendersi come intento di partecipare attivamente a tutti momenti degli Stati generali, di impostazione, di preparazione e di definizione di alcune conclusioni. Il punto focale, ha precisato il Presidente Porta, è riflettere su come sia cambiata la presenza degli italiani nel mondo e su quali forme essa debba assumere, a livello associativo, istituzionale e della rappresentanza, per rispondere in modo adeguato alle profonde novità intervenute. I rappresentanti del Comitato presenti hanno tratteggiato sia il percorso di preparazione, che dovrebbe sfociare nell’iniziativa del prossimo giugno, che le dimensioni della partecipazione associativa, che allo stato ammonta ad oltre un centinaio di sodalizi. Gli interventi si sono soffermati sulla funzione ancora sostanziale dell’associazionismo, di cui non è procrastinabile un formale riconoscimento normativo, sul legame da rinvigorire con le diverse istanze di rappresentanza degli italiani nel mondo, sul nesso concettuale, etico e politico tra emigrazione e immigrazione. Questo intreccio apre uno scenario inedito di confronto sulla multiculturalità e sulla cittadinanza, non solo per un dovere di solidarietà ma per rendere più moderna e aperta la società italiana. Una particolare attenzione è stata dedicata alle nuove mobilità, considerate ormai il banco di prova del rilancio della rete associativa e della sua capacità di rispondere ai problemi attuali e reali dei migranti. Sono intervenuti, tra gli altri, anche i deputati Marco Fedi e Gianni Farina. Fedi ha insistito sull’esigenza di sviluppare un’idea nuova di “comunità di italici” nel mondo. Per attualizzare queste potenzialità sono necessari nuovi strumenti di contatto, ascolto e progettazione che tengano conto della domanda di partecipazione in campo politico, di interlocuzione diretta tra cittadini e strutture di servizio, di coinvolgimento nella definizione degli obiettivi, dei progetti e degli strumenti per realizzarli. In questo senso – ha aggiunto l’On. Fedi – è condivisibile la preoccupazione dei promotori di superare slogan e posizioni precostituite e trasmettere una rinnovata certezza che dove ci sono italici lì c’è l’Italia, con le sue rappresentanze, le sue strutture amministrative e la sua rete di associazioni. L’On. Gianni Farina si è mosso a sua volta su una linea di riflessioni innovative, in particolare sulla situazione della comunità italiana in Europa. Per avere una rappresentazione realistica della loro condizione è necessario partire dal presupposto che una larga parte degli italiani ha la doppia cittadinanza e una parte altrettanto consistente è nata nelle realtà di insediamento. Con riferimento ai nuovi fenomeni di emigrazione, l’On. Farina ha dichiarato di preferire l’espressione “nuove mobilità” che si sviluppano nello spazio europeo, anche se spesso esse sono indotte da stati di necessità. Queste mobilità sono di due tipi: quella di persone dotate di alto valore professionale, che è un dato positivo e ineliminabile, e quella dettata da situazioni di necessità, scarsamente professionalizzata, rispetto alla quale l’offerta di servizi e sostegno deve essere più attenta. Un crocevia ormai obbligato, secondo Farina, è quello dell’incontro della vicenda dell’emigrazione degli italiani con l’arrivo dei migranti nel nostro Paese. Il Presidente Porta ha concluso l’incontro riprendendo alcuni dei temi toccati e insistendo, in particolare, sulla necessità di collocare in una dimensione di “italicità” sia la ricerca avviata sulle nuove forme dell’associazionismo italiano nel mondo che la ridefinizione delle politiche di intervento da adottare nei confronti di questa complessa e dinamica realtà.