Con la ratifica dell’accordo di sicurezza sociale tra Italia e Canada, approvata dalla Camera, arriva alla sua meta naturale un atto che si trascinava da molto tempo e sembrava essersi smarrito lungo una strada fatta di interminabili procedure e rinvii. L’accordo, infatti, era stato firmato nel 1995 senza arrivare alla ratifica da parte italiana e già nel 2003 era stato aggiornato con un protocollo, anch’esso giacente in Parlamento. Le difficoltà finanziarie degli ultimi anni hanno congelato una serie di questi atti, sicché il fatto che questa lunga vicenda sia all’epilogo è di per sé una buona notizia da accogliere con soddisfazione. Certo, si pone indubbiamente un problema di ulteriore adeguamento alle normative dei due Paesi, che sono andate avanti nel frattempo e continuano a cambiare, ma almeno ora sarà possibile partire da un punto fermo e definito. La nostra speranza è che l’accordo si traduca, alla prova dei fatti, in un reale vantaggio per i lavoratori interessati e per quanti potranno ricorrere a queste norme per migliorare la propria situazione previdenziale. Le intenzioni sono quelle di migliorare gli standard di protezione dei lavoratori e di velocizzare le prestazioni. In particolare, la riaffermazione della possibilità di totalizzazione dei periodi contributivi accreditati nei due Paesi potrà consentire di raggiungere più facilmente i minimi contributivi e livelli più elevati di prestazione. Naturalmente, la rispondenza di ogni norma o accordo va valutata alla prova dei fatti e per questo saremo vigili nel seguire gli esiti che più direttamente riguardano la reale situazione previdenziale degli interessati. Italia e Canada hanno una grande tradizione emigratoria alle loro spalle, una delle vicende più riuscite nella pur articolata storia migratoria degli italiani. Allo stesso tempo, migliaia di canadesi vivono in Italia avendo con il Paese un rapporto proficuo e collaborativo. L’accordo, quindi, non è poggiato sulla sabbia, ma ha solide basi al di là dei pur legittimi risvolti previdenziali. I rapporti tra Italia e Canada, inoltre, oltre che legati al consistente retroterra emigratorio, sono destinati a svilupparsi sul piano economico e commerciale e della solidarietà internazionale, come ha dimostrato la visita del Presidente Letta nel recente passato e quella del Ministro canadese Fast di qualche mese fa, e come sarà con le imminenti visite dei Ministri Martina e Guidi. La ratifica dell’accordo di sicurezza sociale, dunque, è un atto che ha un valore che va oltre il suo stesso contenuto specifico e rinsalda i rapporti di solidarietà e di collaborazione tra l’Italia e il Canada. On. Francesca La Marca