Roma – “Alla vigilia dell’Expo 2015 e degli Stati generali dell’associazionismo italiano nel mondo è doveroso puntare al rinnovamento dell’associazionismo e avere una maggiore attenzione nei confronti dei fenomeni migratori. È necessario richiamare l’attenzione dello Stato e delle Regioni suoi nuovi problemi di mobilità, soprattutto quella legata a motivi professionali che vede tanti giovani costretti ad andar fuori dall’Italia per cercare lavoro”. Così Franco Narducci, presidente nazionale dell’Unaie (Unione Nazionale Associazioni Immigrati Emigrati) in occasione del seminario tenutosi la scorsa settimana a Roma: “Percorsi migratori e organizzazioni degli italiani all’estero”. I temi dell’Expo e dell’associazionismo italiano all’estero, con i riflessi sulle nuove migrazioni e l’uscita di giovani italiani alla ricerca di migliore sistemazione in altri paesi, sono stati i temi toccati nel corso dell’appuntamento promosso dall’Unaie. “La cooperazione e la sussidiarietà – ha aggiunto Narducci – sono la forza dell’associazionismo che non smette di valorizzare il ruolo prezioso della comunità di italiani nel mondo rispetto ai quali cercheremo di operare favorendo una maggiore competitività e globalizzazione”. Fabio Porta (Pd), presidente del Comitato permanente italiani nel mondo e promozione del sistema Paese della Camera dei Deputati, intervenuto al convegno ha sostenuto che “è diventato tanto necessario cogliere e interpretare le nuove dinamiche di mobilità che si stanno sviluppando nell’Italia e nel mondo quanto individuare risposte innovative e credibili ai bisogni che ne derivano, che tengano conto anche della ridotta capacità dell’intervento pubblico e della diversa fisionomia sociale e culturale dei protagonisti”. Porta ha sottolineato che non bisogna “limitarsi a lamentare il ridimensionamento degli investimenti per gli italiani all’estero e le disattenzioni dei governi che si sono succeduti” poiché “questo processo risale alle pesanti misure adottate dal 2008” quando “la crisi di questi anni ha prodotto un profondo e irreversibile mutamento di scenario, di cui è necessario prendere atto, senza immaginare impossibili ritorni al passato”. “L’associazionismo – ha aggiunto Porta – che pure conserva un radicamento importante in molte realtà di storica emigrazione, deve a sua volta superare vecchi schemi e logiche e compiere uno sforzo di interlocuzione e di rappresentatività di questi nuovi soggetti. L'internazionalizzazione può essere una nuova e realistica e prospettiva, a condizione che di essa non si dia una versione puramente economicistica, ma si faccia uno sforzo continuo e convinto per coinvolgere le nostre comunità all’estero, che possono essere, ancora meglio rispetto al passato, un indispensabile rete di sostegno e di promozione”. “L’Expo – ha concluso – può essere un’opportunità unica per questa verifica”. Durante il convegno Unaie monsignor Giancarlo Perego, direttore generale della Fondazione Migrantes ha dichiarato che “l’associazionismo è una realtà fondamentale perché funge da ponte con il mondo della diaspora” sostenendo che “la mancanza dei legami di rappresentanza e rappresentatività generano distanza con il mondo degli italiani all’estero, issando confini che non favoriscono una cittadinanza di tipo globale”. “L’associazionismo – ha continuato Perego – può aiutare a vivere una cittadinanza delocalizzata perché pone al centro i diritti della persona nella sua identità e dignità: va infatti difesa la persona non il luogo”. Secondo Perego “l’associazionismo deve essere anche un luogo politico che aiuti a combattere lo strabismo ideologico della politica nazionale: divenendo luogo identitario e non identità localistica l’associazione diventa un molteplice incontro con altre identità sociali, culturali, linguistiche”. Anche Gianni Bottalico, presidente nazionale Acli è intervenuto al dibattito sostenendo che “il tema della rappresentanza è fondamentale per capire, comprendere e affrontare i problemi del contesto migratorio moderno che vanno poi risolti attraverso politiche efficaci. Cultura, solidarietà, sviluppo sostenibile e democrazia devono unire un’Europa che si è dimostrata capace di accogliere migranti in fuga dai propri paesi che premono ora sulle nostre frontiere”. Parlando in particolare, di cultura italiana Bottalico ha sostenuto che “deve essere preservata anche per le terze e quarte generazioni e a tal proposito i ‘corpi intermedi’ sono importanti per costruire, modernizzare e razionalizzare la cultura di questo nostro Paese. Occorre solo dar loro modo di poterlo fare”. Rodolfo Ricci, coordinatore nazionale Filef ha espresso, invece, preoccupazione riguardo alle “difficoltà oggettive di tenere insieme culture ormai diverse che sembrano andar contro l’associazionismo, primo fra tutti un individualismo moderno diffuso”. “Le nazioni - ha aggiunto - oggi lanciano segnali preoccupanti proprio dove non c’è relazione o associazionismo”. Infine Rino Giuliani, del Comitato promotore degli Stati generali dell’Associazionismo italiano nel mondo, ha espresso l’esigenza, da parte dell’associazionismo, di “misurarsi con un nuovo contesto che registra una situazione, legata alle migrazioni, notevolmente mutata” come sottolineato anche da Delfina Licata, redattrice del Rapporto sugli italiani nel mondo, che ha parlato di “migrazioni come fenomeno cangiante che va continuamento studiato e monitorato”. “L’invito a procedere con gli Stati generali dell’associazionismo – ha precisato ancora Giuliani – deve interessare anche la rappresentanza istituzionale responsabile di mettere in atto azioni concrete da portare in Parlamento, pur sempre nella convinzione che debba esistere un’autonomia reciproca tra associazioni e politica”. (NoveColonne ATG)